SE CI FOSSE LA PARITÀ SAREMMO TUTTI PIÙ RICCHI
LO DICONO ANCHE GLI STUDI: CON DONNE PIÙ “INSERITE”, IL MONDO CI GUADAGNEREBBE
Di recente è stato diffuso il Rapporto sulla Disparità di Genere 2016, con il quale il Wef (World Economic Forum di Ginevra) analizza e quantifica la disparità di genere, seguendone l’andamento nel tempo e dedicando un’attenzione specifica al divario tra uomini e donne in quattro settori chiave: salute, istruzione, economia e politica. Il Rapporto di quest’anno include 144 Paesi e, sulla base dei dati raccolti per più di un decennio, lascia emergere un dato davvero poco incoraggiante: la piena realizzazione del potenziale delle donne (dunque di metà dell’umanità) procede così a rilento che difficilmente potremo vederla nel corso della nostra vita. Sul sito http://reports. weforum.org/global-gender-gap-report-2016/ si trova anche un gender gap calculator che invita a inserire la propria data di nascita per sapere quanti anni si avranno nel momento in cui la parità di genere potrà dirsi raggiunta. In generale, mantenendo questo passo, il numero degli anni che mancherebbero al traguardo è 170! Suona tanto più assurdo se si considera che uno sviluppo sano e un impiego appropriato delle potenzialità offerte dalle donne avrebbero un impatto straordinariamente positivo sulla crescita e la competitività a livello mondiale. Per quanto riguarda l’istruzione, dal Rapporto emerge che una maggiore parità di genere diminuirebbe senz’altro il tasso di mortalità di neonati, bambini e madri; allo stesso modo, e stando agli esempi forniti dalla Banca Mondiale (riferiti a un gran numero di Paesi in via di sviluppo), permettere alle ragazze di completare gli studi, come ai ragazzi, porterebbe a un aumento del tasso di crescita annuale del Pil dei loro Paesi di circa 1,5% (Chaaban e Cunningham, Measuring the Economic Gain of Investing in Girls). Più specificamente, è stato stimato