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CRISTIANA CAPOTONDI «Sul set ho pianto per Lucia Annibali»

L’ATTRICE ROMANA INTERPRETA L’AVVOCATA SFREGIATA DAL SUO EX. «INCONTRARL­A È STATO UN DONO, DAVVERO», DICE. E QUI RIVELA COSA HA PROVATO QUANDO SI È VISTA ALLO SPECCHIO, SFIGURATA (DAL TRUCCO). E DI QUELLE LACRIME DURANTE UN CIAK

- Roma, novembre dalla nostra inviata Fiamma Tinelli

La ceretta alle gambe. E uno shampoo, grazie. Lucia Annibali, l’avvocata pesarese sfregiata con l’acido, dopo settimane in ospedale non sognava altro. Mentre lo racconta, Cristiana Capotondi, l’attrice che porterà la storia di Lucia sullo schermo nel film tv Io ci sono (Rai 1, 22 novembre), ha gli occhi che brillano. «Si rende conto di che donna parliamo? Di una che non ha mai mollato, che con la faccia bendata, quasi cieca, aveva già deciso di non volere una vita da “vittima”». Seduta al tavolino di un caffè romano di fronte a una centrifuga di verdure e zenzero, Cristiana è un fiume in piena. È appena nata la prima figlia di sua sorella («Guardi che incanto, è stupenda», mi fa, sfoderando l’iPhone), il suo amore con Andrea Pezzi sta per compiere dieci anni («I più ricchi della mia vita») e ora anche questo film, il primo in cui Cristiana interpreta un personaggi­o reale, ancora in vita. «Conoscere Lucia per me è stato un dono. Lo dico davvero». Com’è stato il primo incontro? «La cosa più naturale del mondo. Ci siamo messe a parlare del più e del meno, di vita, senza imbarazzi». Le ha dato qualche consiglio per recitare la sua parte? «Pochi. Lucia ci è stata vicino, ma ha vissuto questo film con discrezion­e, da spettatric­e. Credo che sia perché lei non sente la sua storia come privata: vuole condivider­la con tutti. Perché non possa accadere mai più». Per interpreta­rla ha dovuto farsi coprire il viso di cicatrici. Cosa si prova a vedersi così? «La prima volta che mi sono guardata allo specchio, dopo tre ore e mezzo di make up, ho sentito un brivido. Come si fa a fare questo a una donna, a una persona? Quale bestialità può portare a tanto? Solo pensarci è stato terrifican­te. E io, dopo il set, potevo

struccarmi». Qual è stata la scena più difficile da girare? « Quella dell’agguato. In una manciata di secondi dovevo

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