E adesso a Renzi e al governo?

Cosa succederà

All’indomanidel referendum, si è subito capito che l’intenzione del presidente della Repubblica è quella di

e anche le teste dei protagonisti. C’è troppa sovreccitazione nell’aria e Mattarella, che proviene dalla scuola politica democristiana, prudente e volta al negoziato, vuole ponderare le sue scelte. Sa che il Quirinale è tornato al centro della scena, come sempre accade nei passaggi diffi cili della vita nazionale. Sa anche che dopo la drammatica notte di lunedì 5,

freddare la crisi Matteo Renzi, raf-

non è più in grado di succedere a se stesso

con un esecutivo “bis”, come sarebbe accaduto se la sconfitta del «Sì» fosse stata di misura e non con un divario di 19 punti. Infine il capo dello Stato è consapevole che

oggi le priorità sono soprattutto due. la stabilità.

La prima: Vale a dire che occorre trasmettere all’Unione europea e ai mercati finanziari la certezza di un Paese stabile nonostante il fallimento della riforma costituzionale e le dimissioni del premier. La seconda:

la pacificazione interna.

Il referendum vissuto come un plebiscito pro o contro il presidente del Consiglio ha spaccato l’Italia. In modo legittimo, dal loro punto di vista, i Grillo e i Salvini vogliono sfruttare il momento magico e chiedono, anzi pretendono, elezioni anticipate. Mattarella invece vuole camminare con

Prima va approvata la legge di stabilità in Parlamento,

i piedi di piombo.

poi si deve individuare una figura (il ministro Padoan?) capace di parlare il linguaggio dei numeri con i nostri partner della Commissione di Bruxelles. Incombe un tema come la crisi della banche, a cominciare dal Monte dei Paschi: una ragione più che sufficiente per lavorare a un esecutivo saldo, fondato in partenza sulla stessa maggioranza che ha appoggiato Renzi. Da ultimo il tema politico per eccellenza:

Va riscritta prima di pensare al voto anticipato. Del resto, siamo a poco più di un anno dalla fine della legislatura.

elettorale. la legge