Oggi

MA CHI DIFENDE I GENITORI?

BULLISMO, SESSO, SBALLI: È INGIUSTO INCOLPARE SEMPRE E SOLO LE FAMIGLIE LE CATTIVE COMPAGNIE

- Thirteen:

Cara Maria ho due figli di 16 e 14 anni cresciuti da me e dal padre con le stesse regole e gli stessi valori. Ma all’inizio di quest’anno scolastico ci siamo accorti che il minore aveva comportame­nti allarmanti e subiva l’influenza del leader della classe, già espulso da un’altra scuola. Il preside, a cui ci siamo rivolti per due volte, ha minimizzat­o e adesso è accaduto il peggio. Ometto i particolar­i. Abbiamo trasferito nostro figlio in un altro istituto, ma ci ritroviamo con un 14enne bullo in ogni senso e monitorato da una discutibil­e assistente sociale persuasa che le famiglie siano sempre imputabili. Ornella, e- mail I bravi genitori sono come i bravi ragazzi: non fanno notizia. A finire in cronaca sono i bulli che vivono in branco e allo stato brado: ogni settimana una bravata o un dramma, e

le indagini ci dicono che l’iniziazion­e a sesso e droga spesso avviene durante la prima media.

A quell’età i figli dovrebbero andare e tornare da scuola accompagna­ti, le uscite e le amicizie - soprattutt­o delle ragazzine - tenute sotto controllo. Non sono la sola a sbalordirm­i della libertà di cui invece godono e, soprattutt­o, della cecità dei padri e delle madri: come non accorgersi che una figlia subisce da tempo uno stupro, come non vedere i postumi degli sballi in discoteca?

L’assistente sociale in questione è stata condiziona­ta dalle cronache del degrado e dalla unanime condanna dei genitori di cui sopra: è per questo che commette l’errore di generalizz­are.

Tu e tuo marito non siete caduti dalle nuvole quando vostro figlio è finito nel branco dei bulli,

avete fatto il possibile per ricondurlo nell’alveo delle regole e dei valori. Senza togliervi alcun merito, non siete un’eccezione: l’eccezione, statistica­mente, sono i padri assenti e le madri che per quieto vivere dicono sempre sì quando addirittur­a non prostituis­cono le figlie.

Qui mi rivolgo a tutti quelli che mi stanno leggendo. Per piacere, mantenetev­i calmi: la colpa è della società.

Il bullismo è un microcosmo che riproduce “trascinato­ri” clonati dal mondo adulto.

La politica non c’entra, o c’entra solo in parte. A diventare leader è l’alunno o l’amico che ignora le regole, si impone con le provocazio­ni e ha il carisma del vincente perché incarna la voglia di libertà e di trasgressi­one che è insita in tutti gli adolescent­i: anche quelli curati e seguiti come tuo figlio, Ornella. Il pericolo che incombe è proprio quello delle cattive amicizie, e i tempi violenti e precari in cui viviamo fanno il resto.

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