L’intollerabile GAFFE È colpa della Perego o della tv trash?
RISPONDONO CINQUE ESPERTI DOPO CHE LA TRASMISSIONE DI RAI 1 PARLIAMONE SABATO È STATA CHIUSA. TUTTO PER LA LISTA SUI MOTIVI (MOLTO DISCUTIBILI E OFFENSIVI) PER SCEGLIERE UNA FIDANZATA STRANIERA
Giorgio Simonelli - Professore di Storia della Radio e della Tv, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano «È la punta dell’iceberg di una situazione che nella tv italiana si trascina da tempo. Però dire che “così fan tutti” non è una scusa per non intervenire: quindi chi sbaglia, paga. Ed è giusto che la trasmissione sia stata chiusa. Il servizio pubblico deve far crescere il livello di civiltà, non può permettersi di avallare le stupidità di quelle affermazioni senza proporre un filtro. Rimediare oggi al trash della tv è difficile: purtroppo è da 30 anni, dall’avvento delle tv commerciali, che si è incentivato questo modo di fare televisione, che dà la falsa idea di poter dire ogni cosa e di far passare la stupidità per libertà».
Marisa Laurito - attrice «Paola Perego paga per il trash della tv italiana. La vera questione è l’oscenità della tv: una volta era uno strumento educativo, adesso invece tutto quello che si dice in tv viene ripetuto e amplificato, nella vita reale e da altri mezzi di comunicazione. Bisogna stare molto attenti a quello che si dice e a cosa si trasmette, come telefilm violenti o telegiornali che puntano sempre sui fatti di sangue. Nel caso specifico, non interessa il paragone tra donne dell’Est e italiane: è offensivo che si parli della donna in questi termini». Maria Venturi - giornalista e scrittrice «Chiudere Parliamone sabato è stato un gesto forte e necessario, ma non sufficiente. La Rai deve prendere delle decisioni sulla sua linea editoriale, ponendo fine al gioco ambiguo tra la ricerca degli ascolti e la tv di qualità e di servizio. Perché di trasmissioni leggere e di salotti con opinionisti non qualificati ce ne sono altri e anche un programma garbato come Ballando con le Stelle ha ceduto un po’ al trash e alla rissa. Per raggiungere un compromesso sono necessari autori bravi che sappiano ammiccare al pubblico senza imbarbarirsi». Alessandra Comazzi - giornalista e critica tv del quotidiano La Stampa «Paola Perego è un capro espiatorio. Il sondaggio era sciocco, ma era una sciocchezza tra le tante. La tv del pomeriggio va avanti così da anni, ma siccome, al contrario dei talk show politici, non viene monitorata da istituzioni e giornalisti, nessuno se ne cura. Stavolta, a causa del tam tam dei social network, l’infortunio non è passato inosservato. C’è ipocrisia: in tv vediamo vallette seminude a tutte le ore e nessuno dice niente. La Perego paga anche il fatto di non essere molto amata dal pubblico e dagli addetti ai lavori e di portarsi l’aura di “moglie di”». Barbara Alberti – giornalista e scrittrice «In un Paese dove le donne sono trattate da cani si alza un polverone per un nonnulla. Temo che la decisione di chiudere il programma dimostri solo l’inadeguatezza dei vertici Rai, pronti ad arrendersi all’incultura della chiacchiera sul Web. Mi infastidisce che tutti siano pronti a difendere con veemenza le donne, solo quando, come in questo caso, tanto impegno non serve a nulla. Intendiamoci, quel cartello era sbagliato, rozzo, ma si trattava anche di una trasmissione futile, la Perego non stava dando le tavole della legge».
I PUNTI DELLO SCANDALO A sinistra, la lista sulle donne dell’Est presentata a Parliamone sabato. A destra, lo studio con Perego e i suoi ospiti.