Chi licenzia fa peccato?
IL PAPA HA PUNTATO IL DITO CONTRO CHI «PER MANOVRE ECONOMICHE» CHIUDE LE IMPRESE
Mercoledì scorso (15 marzo) Papa Francesco, al termine dell’udienza generale, salutando i vari gruppi presenti in piazza San Pietro, ha voluto rivolgere un saluto, un incoraggiamento anche ai lavoratori di Sky Italia. È un momento di preoccupazione per questi impiegati e tecnici e, ovviamente, per le loro famiglie. Lasciando da parte i fogli, a braccio, ha pronunciato parole molto forti: «Chi, per manovre economiche, per fare negoziati non del tutto chiari, chiude fabbriche e imprese, togliendo lavoro agli uomini, fa un peccato gravissimo»! Parole che hanno creato subito una eco enorme nel mondo imprenditoriale e non solo: alcuni hanno apprezzato il coraggio del Papa, altri l’hanno contestato. Che dire? Sicuramente Papa Francesco ha voluto manifestare la sua comprensione, la sua solidarietà a chi, senza troppi preavvisi, viene messo fuori da un’azienda. Ma questo ha scatenato dubbi e rancori da parte di coloro che ritengono loro diritto licenziare qualcuno per poter salvare l’intera impresa. Bisogna tuttavia chiarire che il Santo Padre è stato abbastanza esplicito:
non chiunque licenzia fa «un peccato gravissimo» ma chi licenzia solo per i propri interessi, «per manovre economiche», «per fare negoziati non del tutto chiari». Anche nel mondo cosiddetto eccle
siastico assistiamo spesso a questo fenomeno: imprese che chiudono, licenziano. Qualche volta è proprio l’impossibilità di continuare che suggerisce questa dolorosa decisione. Tuttavia, quando, anche e soprattutto in ambienti “cristiani”, si usa il licenziamento solo per fini egoistici o di puro guadagno, un esame di coscienza è di dovere e queste parole del Papa possono aiutare a discernere meglio quanto si sta compiendo!