IL LEADER DEL FAMILY DAY: «POTETE TENERLI, MA NON USARLI»
Conservare i propri ovuli? « Nessun problema. Basta non utilizzarli per far nascere un bambino». Per Massimo Gandolfini, padre di sette figli adottivi, il no alla procreazione assistita è assoluto. Sempre più donne congelano gli ovociti per una futura gravidanza: lei che cosa ne pensa? «Eticamente, non vedo problemi: l’ovulo è come una qualsiasi altra cellula umana, non si tratta della conservazione di una vita, com’è il congelamento degli embrioni. Detto questo, però, non cambia lamia posizione di contrarietà sulla fecondazione artificiale, sia omologa sia eterologa: la procreazione deve essere lasciata a un atto naturale di amore tra un uomo e una donna. Un figlio non può essere frutto della tecnica». C’è però chi non ha trovato un compagno, è impegnata sul lavoro o ha problemi di salute, ma non vuole rinunciare alla possibilità di un figlio… «Posticipare una gravidanza per motivi di salute è comprensibile, per motivi di carriera o di affermazione sociale molto meno. E comunque, le donne dovrebbero essere informate bene: dopo i 42-45 anni, è difficile portare avanti una gravidanza . Senza contare il problema sociale: nascerà un bambino con una madre non più giovane». Nessuna eccezione, nemmeno in caso di donne con patologie gravi, come un tumore, che non permetterebbero loro una gravidanza naturale? «Bisogna accettare il limite della malattia. E pensare alla stupenda possibilità dell’adozione. La nostra società ha invece perso il senso del limite. E, perdirla con Lacan, se non lo accettiamo, andiamo verso la follia».
«NONÈSANO DARE PER SCONTATO CHE ILMIO FUTURO SIA PER FORZA UGUALE AL PRESENTE»