UNA VITA CON LA VALIGIA
Cristina Spinelli nella sua casa romana. Lavora come manager in una multinazionale e ha fatto per anni base a Londra.
Londra e Roma. «Il tempo passa, ma io credo sia sano non dare per scontato che il mio futuro debba essere uguale al mio presente. Quindi ho deciso di lasciare al mio desiderio di famiglia una possibilità che vada oltre la mia età e lamia situazione attuale», spiega Cristina. Il suo non ha l’aria di essere un accanimento contro-natura: «Sono ben consapevole del fatto che probabilmente io di figli non ne avrò, ho fatto pace con questa eventualità. Ma perché non dovrei sfruttare una possibilità che la scienzamimette a disposizione per lasciare aperta una porta? Le storie d’amore su cui ho investito sono finite, ma non c’è motivo per cui dovrei già escludere di incontrare la persona giusta con cui fare un figlio», dice Cristina.
«PERCHÉ RINUNCIARE?»
Cristina fa la manager, finora ha fatto base soprattutto a Londra ma nei prossimi mesi tornerà a trascorrere più tempo a Roma. Una vita di aerei e riunioni che la espongono a una delle più frequenti critiche che si fanno in casi come il suo: hai investito tutto sul lavoro e ora ti “svegli” alla vigilia dei 40 anni con la voglia di un figlio? «Non è per colpa del lavoro che non ho ancora avuto figli, non ho mai anteposto la carriera al mio privato. Sono arrivata a questa età senza figli solo per ragioni legate alla sfera sentimentale. Le storie possono non funzionare, succede», mette in chiaro Cristina. Poi aggiunge: «Certo, è molto probabile che se fossi diventata madre non avrei avuto la stessa carriera e non avrei raggiunto gli stessi traguardi». Perché se sul prolungamento artificiale dell’età fertile si possono avere pareri opposti, è invece un dato di fatto che per una donna fare un figlio significa scendere a patti con le proprie ambizioni professionali. Questo