Stupri a Firenze
In 20 minuti hanno infangato 203 anni di Arma
Firenze è incredibile. Può succedere di tutto, anche la cosa più cruda e brutale, ed è come se la città riuscisse sempre a inglobarla nella sua storia e nel suo linguaggio. Il palazzo di Borgo Santi Apostoli, dove due carabinieri avrebbero violentato due studentesse americane di 19 e 21 anni, s’affaccia su un quadrato dal nome curioso: piazza del Limbo. Lo stesso Limbo, lo stesso clima d’incertezza in cui qualcuno vorrebbe avvolgere la storiaccia avvenuta alle prime ore di giovedì 7 settembre. «Nessuna violenza», ha detto Marco Camuffo, il carabiniere capopattuglia, appuntato di 46 anni, sposato e padre di tre figli, che per primo ha affrontato l’interrogatorio con il Pm Ornella Galeotti. «Il rapporto c’è stato», ha ammesso il militare, già sospeso dall’Arma e ancora in libertà come il suo collega Pietro Costa, «ma la ragazza era consenziente, non barcollava e non sembrava ubriaca». In ambienti vicini alla Procura fiorentina le dichiarazioni del carabiniere vengono definite «prevedibili». Una strategia per rifugiarsi là dove non sono potute arrivare le telecamere di sicurezza e giocarsi tutto col classico braccio di ferro: «La mia parola contro la tua».
UN MARE DI CERTEZZE
Il dubbio su come siano andate le cose dietro il portone del palazzo di Borgo Santi Apostoli galleggia però isolato su un mare di certezze. Al momento tutto sembra convergere sul racconto delle giovani americane. Le due ragazze dopo essersi riprese dalla sbronza e dallo choc e aver parlato con le coinquiline, hanno deciso di reagire. Hanno chiamato una volante e ai poliziotti increduli hanno subito denunciato l’aggressione. I primi riscontri sono venuti dalle telecamere. Un videomostra i due uomini in divisa alle 2.15 all’uscita di una discoteca in piazzale Michelangelo, mentre alla faccia di qualsiasi norma fanno salire le due straniere sull’auto di servizio. I carabinieri vengono ripresi anche poco più tardi, quando lasciano l’auto in piazza Limbo, scendono con le ragazze e varcano assieme a loro il portone di casa. Vengono inquadrati ancora 20 minuti dopo, alle 3.13 quando risalgono in auto e ripartono. Le ragazze sostengono di essere state aggredite in quell’intervallo di tempo. I carabinieri per non allarmare i coinquilini sarebbero rimasti con le americane nell’androne e se le sarebbero divise. Il più giovane avrebbe trascinato la più malconcia, ubriaca e “fumata”, dentro l’ascensore. L’appuntato sarebbe saltato addosso alla ventunenne a pochi metri di distanza. Nei punti dell’androne indicati dalle studentesse e sui
loro vestiti sono state repertate tracce di liquido seminale. Visite, prelievi del sangue e tamponi vaginali hanno confermato che le ragazze erano reduci da una notte di bevute e avevano avuto rapporti sessuali con persone che potevano essersi approfittate della loro condizione di «minorata difesa», dovuta all’alcol. Visti nel loro insieme tutti questi elementi non aiutano certo a delineare una serata romantica. È poi circolata voce di un video girato col cellulare dalla più grande delle due ragazze in cui inquadra un carabiniere e gli dà del «bastard», ma il procuratore capo di Firenze Giuseppe Creazzo l’ha smentita radicalmente. La vicenda, al di là della sua definizione sul piano giudi- ziario, provoca polemiche a non finire. Senza offrire scusanti ai duemilitari, tra i carabinieri c’è chi osserva lo strano tempismo con cui la denuncia delle due americane è diventata nel giro di poche ore una notizia da dare in pasto a giornali, siti e Tv. Chi ha avuto interesse a farla circolare? E perché? Da Palazzo di Giustizia il Pm Ornella Galeotti se la prende con la Polizia per non aver rispettato il «codice rosa» previsto dal 2011 a Firenze per far fronte ai numerosi casi di violenza sessuale. Tanti, forse troppi. A Firenze le denunce aumentano e le assicurazioni d’oltreoceano da qualche anno offrono agli studenti pacchetti comprensivi della copertura medica, psicologica e legale in caso di stupro. Le ragazze dovevano fare tutte le visite all’Ospedale di Careggi e invece sono state rimpallate da un punto all’altro della città, passando anche da strutture prive del reparto di ginecologia. Gli studenti americani comunque vadano le cose brindano. Il sabato sera entrano nei supermercati e fanno razzia di vini e liquori. «Le due ragazze sono nellamia stessa scuola», dice una biondina del Michigan, iscritta ai corsi della Lorenzo de Medici, «il nostro preside hamandato a tutti noi unamail, invitandoci a non uscire da sole e a non esagerare con l’alcol». E lo dice a mente sgombra e mani occupate: in una stringe una bottiglia di Campari, nell’altra una di vodka.