Oggi

Torna in tv con Matrix Chiambrett­i, ma rinuncereb­be a tutto per la figlia.

«FORSE PERCHÉ IO UN PADRE NON CE L’HOAVUTO, NONMI RAMMARICOM­AI DI PERDERE UNA CENA O UNA SERATA PER GIOCARE CON LEI», RACCONTA “PIERINO LA PESTE”. E DEL SUO LAVORO CI DICE: «È IL MIO RISCATTO»

- PIERO CHIAMBRETT­I

Chiambrett­i c’è. Resiste. Non si arrende alla modestia imperante che popola i programmi televisivi. Non ha alcuna intenzione di venire meno al suo ruolo di “sarto” del piccolo schermo. Da sempre, disegna, taglia, cuce e monta le trasmissio­ni che conduce a sua immagine e somi- glianza. «Il format dei miei programmi continuo a essere io», ripete orgoglioso a Oggi. Come a dire: non scippo le idee e nonmi ispiro a nessuno, ciò che faccio è il prodotto del mio punto di vista, della mia cultura. Ma è inutile ometterlo: Piero Chiambrett­i divide. C’è chi lo ama e c’è chi non lo sopporta. C’è chi si riconosce nella sua ironia dissacrant­e e mai banale e chi mal digerisce la costruzion­e egotica e maniacale dei suoi show. Senza dubbio non ha cloni, da “Pierino la peste” si è trasformat­o negli anni in una sorta di Woody Allen in salsa torinese: la sua personalit­à è articolata, contraddit­toria e complessa. E non potrebbe essere diversamen­te. Lo incontriam­o mentre

prepara il suoMatrix Chiambrett­i, dal 6 ottobre nella seconda serata di Canale 5. Parola d’ordine: provocazio­ne. Non si è ancora stancato di fare Chiambrett­i? «No. Purtroppo so fare questo. Dice che dovrei costruirmi una nuova identità? È troppo tardi, caromio... Non ho una doppia vita, non ho una doppia personalit­à». Si sta compliment­ando con se stesso? «Non posso che essere Chiambrett­i: non farlo significhe­rebbe annullarmi». Cosa rappresent­a il lavoro per lei? «È il mio riscatto». Da cosa? «Da ciò a cui sarei stato destinato. Sono cresciuto a Torino e tutti da bambini pensavamo che avremmo lavorato per tutta la vita in banca o alla Fiat. Mi ci vede dietro uno sportello per ore? Ho lottato per essere diverso. Il lavoro è diventato la mia rivincita, una conquista di libertà. Mi ritengo libero: è lamia priorità assoluta». Libero? Laparolaèm­olt oabusata. «Certo, è abusatissi­ma, ma sono pochi a esserlo davvero». Cosa significa per lei? «Creatività. Ho sempre fatto quello che piaceva a me e possibilme­nte anche agli altri». Chiambrett­i è un uomo solo o solitario? «A me la solitudine piace, anche se non mi crogiolo dentro questa condizione. Negli anni ho sempre trovato il modo di non sentirmi solo anche quando lo sono stato. Del resto, siamo tutti unpo’ soli… Poi, vale lamassima: “Tanti più amici si hanno su Facebook, quanto si è più soli”». Le sue ex compagne, almeno

quelle famose, sono tutte bellissime donne, da Elena Majoni a Ingrid Muccitelli. Mai stato con ragazze brutte? ( ride) «Certo! Diciamo che il bello e brutto sono sempre una questione relativa. Mi faccia citare Sgarbi: “La bruttezza è una forma di bellezza”». La vedo preparato in materia… «Nella bruttezza si possono trovare delle cose piacevoli e sorprenden­ti. Da ragazzino sono stato con una ragazza che pesava 90 chili e, pur faticando a prenderla in braccio, ho soddisfatt­o i miei desideri. Per lei mi iscrissi per- fino in palestra. Poi, scusi: chi lo dice che le brutte non diano più soddisfazi­one delle cosiddette belle?». So che passamolto tempo con sua figlia Margherita, avuta da Federica Laviosa. Cosa fate insieme? «Quando si parla dei figli si è spesso molto banali e ci si lascia andare a consideraz­ioni del tipo: “Conta più la qualità che la quantità del tempo che passi con loro”. Balle. Credo di essere un buon padre per il semplice motivo che non ho avuto un padre. Il fatto, poi, di averla avuta tardi mi permette di non farmi mancare nulla». Sta cercando di dirmi che lei, l’uomo più anticonven­zionale della tv, è un papà tradiziona­le? «Dico una cosa diversa: ho raggiunto tutti i miei traguardi e posso dedicare tutto il tempo possibile a mia figlia. Nonmi rammaricom­ai di perdere una cena, una prima a teatro o una serata con gli amici per giocare con lei». La gratitudin­e è un suo valore? «Èilprimo dei valori. Qualcuno che fa qualcosa per te va sempre ringraziat­o, gratificat­o e onorato. Anche se questo non succede molto spesso nel mondo di oggi, perché si è molto concentrat­i su se stessi. Tutto appare dovuto». Ha contribuit­o al successo di tanti personaggi nei suoi programmi. C’è qualcuno che non le è stato riconoscen­te? «Li divido in due categorie. Quelli che sono venuti miei ospiti per scherzo e quelli che ne hanno fatto una profession­e. I primi ti sono sempre grati per avergli regalato qualchemin­uto di notorietà, i secondi decisament­e meno».

Markette è il titolo di una delle sue trasmissio­ni più note. Cos’è oggi una “marchetta” in tv? «La television­e stessa. Oggi la tv è la più grande marchetta possibile». È ancora di sinistra? «Non voto da molti anni». È rimasto scontento da liti e scissioni? «Forse. Sono un deluso. Di sinistra». Ha davanti a lei Grillo, Renzi e Berlusconi: cosa direbbe loro? «Spesso si confondono. Dentro Grillo c’è un po’ di Berlusconi, dentro Renzi un po’ di Berlusconi, dentro il Cavaliere un po’ di tutti e due. Cosa direi? Ragazzi, tenete le posizioni!». È mai stato felice in vita sua? «Mi riservo di rispondere a questa sua impertinen­te domanda alla prossima intervista».

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 ??  ?? INTERVISTÒ ANCHE MOANA Sopra, Piero Chiambrett­i nel 1992, nel programma Il portalette­re intervista Moana Pozzi ( 1961-1994). A destra, in Markette, dal 2004 al 2008 su La 7.
INTERVISTÒ ANCHE MOANA Sopra, Piero Chiambrett­i nel 1992, nel programma Il portalette­re intervista Moana Pozzi ( 1961-1994). A destra, in Markette, dal 2004 al 2008 su La 7.
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