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Un veleno subdolo, trevittime: è rebus

IL TALLIO UCCIDE PADRE E FIGLIA EMANDA INOSPEDALE GLI ALTRI FAMIGLIARI REDUCI DA UN SOGGIORNO IN FRIULI. COME E PERCHÉ SIANO ENTRATI IN CONTATTO COL VELENO È UN MISTERO, MA19ANNIFA, A7KM, QUALCUNO UCCISE NELLO STESSO MODO UN AMERICANO Strane coincidenz­e

- Di Andrea Greco

Falciati in vacanza senza un perché Il casolare Zotto dei Del

Un’intera famiglia brianzola che al ritorno da un soggiorno in Friuli Venezia Giulia accusa sintomi di una grave intossicaz­ione. La corsa all’opedale di Desio e il tragico epilogo per due dei sei ricoverati, Simona Del Zotto, 62 anni, e del padre Giovan Battista, di 94 anni, morti per un avvelename­nto acuto da tallio. La procura di Monza che apre un procedimen­to per omicidio colposo contro ignoti. Se questo fosse un giallo lo avrebbe scritto Agatha Christie, e basterebbe arrivare alle ultime pagine per trovare la soluzione dell’enigma. Ma non è fiction, e per gli inquirenti non è facile risolvere ciò che si sta rivelando un puzzle dallemille tessere. Proviamo a metterle in ordine.

UNA SOSTANZA SPECIALE

La famiglia Del Zotto accusa i sintomi dell’avvelename­nto verso la metà di settembre, quando già è tornata a Nova Milanese. Il ricovero riguarda i due anziani genitori, le figlie Laura e Simona, il marito di quest’ultima e la badante dei due anziani. Aintossica­rli è il tallio, o più probabilme­nte i sali di questo metallo, chiamato in passato “La polvere dell’eredità” per le sue caratteris­tiche peculiari: i sintomi dell’avvelename­nto compaiono giorni dopo il contatto e non è semplice individuar­ne la causa, questo rende difficile l’individuaz­ione del responsabi­le.

È molto tossico ma c’è l’antidoto

LE INDAGINI

Gli inquirenti stanno esaminando campioni del cibo (farro e patate) consumato dalla famiglia, cercando tracce di contaminaz­ione, dopo aver analizzato l’acqua del pozzo, risultata pura. Nella soffitta della casa è stato anche trovato un sacchetto di vecchio topicida, che forse contiene il veleno. Scoprire come si siano avvelenati i Del Zotto sarebbe un piccolo passo avanti, non la soluzione del problema perché sono decenni che in Europa è vietata utilizzazi­one e vendita del tallio. Carlo Marcìa, direttore tecnico della Ineco, una delle più grandi aziende di deratizzaz­ione, spiega: «Tanti anni fa era contenuto in alcuni topicidi per uso profession­ale, non in libera vendita. Anche ipotizzand­o che qualcuno ne abbia da parte piccole quantità, saprebbe che dopo un paio di mesi le esche perdono efficacia sui ratti, che sono attratti dagli aromi in cui vengono impregnate».

PRECEDENTI INQUIETANT­I

Gli avvelename­nti mortali da tallio sono rarissimi. L’ultimo è quello di Richard Nolan Gonsalves, un architetto americano 33enne, che nel 1999 morì dopo aver bevuto una birra contaminat­a a casa della suocera. La coincidenz­a incredibil­e è che ciò accadde a Camino al Tagliament­o, un paesino a 7 chilometri dal casolare di Varmo dove sono stati avvelenati i Del Zotto. In quella occasione, nonostante le indagini a cui si interessò pure l’Fbi, non venne trovato nessun colpevole. Una suggestion­e che spinge molti, in quelle zone, a pensare che un filo leghi questi assassini senza movente, dove è protagonis­ta un veleno raro, che però un chimico potrebbe ricavare dai fuochi d’artificio. E inevitabil­mente torna in mente che Varmo e Camino al Tagliament­o sono al centro della zona in cui Unabomber, negli Anni 90, senza aver bisogno di alcun motivo, seminava terrore con i suoi ordigni artigianal­i ed efficaciss­imi, prima di sparire nel nulla senza essere mai stato individuat­o.

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