Oggi

di Umberto Brindani

È L’ETERNO DILEMMA DEL CITTADINO VESSATO DALLA BUROCRAZIA. MA NON DOVEVANO SEMPLIFICA­RE?

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Generalmen­te non sono uno che rimanda a domani quello che può fare oggi. Meglio affrontare i piccoli problemi quotidiani, piuttosto che accantonar­li sperando che i problemi si risolvano da soli, no? Va bene, lo ammetto, magari quella lampadina da cambiare, quella tenda che si è incastrata, quell’anta della cucina che non si chiude bene… Vabbè, non è chemi danni l’anima, magari aspetto il secondo o terzo “richiamo” di mia moglie. Ma insomma, sono piccole cose, possono aspettare, non succede niente se ho applicato un quadro storto e tardo un po’ a rimetterlo a posto. Ma con le faccende burocratic­he è tutta un’altra storia.

Lo confesso: sono malato. Affetto da una particolar­e sindrome che mi spinge a rinviare sine die qualsiasi incombenza che abbia a che fare con la burocrazia. Mentre scrivo, tra la tastiera e lo schermo del computer c’è una compatta montagna di carta. Vi compaiono buste chiuse di avvisi e solleciti, multe da pagare, verbali, bollette dimenticat­e, inviti a cui non sapevo se rispondere sì o no, cartelle Equitalia, letture del contatore, lettere della banca, di Sky, dell’Enel, della Cassa dei giornalist­i, dell’amministra­zione di condominio… Ogni mattina, quando arrivo in ufficio, quel piccolo ammasso cartaceo mi sfida. Aprimi, mi dicono le buste. Leggimi, mi dicono le lettere. Pagami, mi dicono le multe. E ogni mattina io respingo la sfida. Mi metto a lavorare, a scrivere, a telefonare, a fare riunioni con i colleghi. Tutto pur di non aprire, leggere, pagare.

Eil bello è che tutte quelle scartoffie si sono accumulate lì proprio perché potessi averle davanti agli occhi, e quindi ricordarmi di evaderle. Non le ho «archiviate» nel cestino, non sonomica scemo. Non le ho inguattate in qualche cassetto o altrove. No: sono lì come una specie di memento mori. Ricordati che devi morire, di burocrazia. E così, ogni tanto, quando mi rendo conto che la montagnett­a di carte potrebbe ostruire la vista del computer, prendo coraggio e ci metto mano. Apro buste, ecc. E qui cominciano i guai.

EOSì, perché qualunque interlocut­ore amministra­tivo o burocratic­o può prendersi tutto il tempo che vuole, anche solo per rispondere a un numero verde. Ma da te pretende invece obbedienza cieca, assoluta e, soprattutt­o, veloce. Prendiamo, per esempio, la classica multa per divieto di sosta o eccesso di velocità. Se la paghi entro cinque giorni hai uno sconto. Ma se apri la busta al sesto giorno lo sconto te lo sei giocato, inutile che corri alla Posta col bollettino ridotto. Sepoi lamaledett­abusta la apri, comemi è capitato, dopo mesi, mettiti il cuore in pace: sei già nelle grinfie di Equitalia, o come diavolo si chiama adesso. Una volta si poteva farla franca. Ho un amico che non pagavamai, dico mai, le multe, per una scelta di stampo anarchico (e per risparmiar­e, ovvio). Se la spassava, il furbetto. Poi, con la digitalizz­azione lapacchia è finita. Ogginonsi sfugge. Paga «entro i termini» o sarai tassato e tartassato. allora che sensoha rinviare, andare oltre le scadenze, ignorare i tuoi doveri di cittadino? Nessuno, naturalmen­te. Capite quindi la gravità della mia patologia? Io non metto in atto forme anarcoidi di ribellione, come il mio amico dellemulte. Sempliceme­nte soffro di una specie di rigetto, che danneggia sia i nervi che le tasche. k, sto esagerando, non sono masochista fino al punto di cacciarmi nei guai veri. Tuttavia sogno un mondo in cui siano ridotti al minimo gli adempiment­i burocratic­i, le pratiche, le certificaz­ioni, gli atti notori, i ricorsi e le mille scadenze da rispettare perché in Italia ci sono un miliardo di leggi. Penso a quanto sono fortunato a non essere un artigiano, un commercian­te o un piccolo imprendito­re, gente che frequenta il commercial­ista più della moglie o delmarito. Ma non avevano detto, un’era geologica fa, che avrebbero semplifica­to? Lo sapevate che c’è perfino un ministero apposito? Sì, proprio così: Marianna Madia è «ministra per la Semplifica­zione e la Pubblica amministra­zione». Cioè di una materia e del suo contrario. Come dire: «dei Trasporti e dell’Immobilità», o «dell’Istruzione e dell’Ignoranza». Non c’è da stupirsi se la nostra vita di cittadini travolti dalla burocrazia è così poco... semplifica­ta.

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Marianna Madia, 37, è la ministra senza portafogli­o per la Semplifica­zione e la Pubblica amministra­zione: praticamen­te un ossimoro.
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Umberto Brindani Direttore responsabi­le

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