TallioAltri duemorti inBrianza di Andrea Greco
GLI INTOSSICATISALGONOAOTTOEORAGLI INVESTIGATORICERCANOILMETALLOPESANTE ANOVAMILANESEENONPIÙ INFRIULI: LACOPPIADIOTTUAGENARIÈENTRATAINCONTATTO COLVELENOPOCHI GIORNI FA, EQUESTOPOTREBBEAVVICINARE LASOLUZIONEDELMISTERO
Il giallo degli avvelenamenti da tallio a Nova Milanese si è arricchito di un nuovo drammatico capitolo: il ricovero di Alessio Palma, 83 anni, e Maria Lina Pedon, 81 anni, marito e moglie residenti a Nova Milanese e parenti dei Del Zotto, la famiglia colpita a inizio ottobre dall’intossicazione. Un fatto che costringe a riformulare molte delle ipotesi investigative fatte in queste settimane, che si erano concentrate sulla casa dei Del Zotto in Friuli, dove la famiglia aveva passato una breve vacanza ma dove i coniugi Palma non hanno mai messo piede.
LE INDAGINI
Il capitano dei Carabinieri di Desio, Mansueto Cosentino, che sta coordinando le indagini, mantiene un profilo di assoluta prudenza, che forse è anche un modo per proteggere le ipotesi degli investigatori: «Per ora si procede contro ignoti. Tra i Del Zotto non c’erano liti, e anche per quanto riguarda l’eredità tutto era stato regolato per tempo dagli anziani genitori. Manca unmovente, e un movente, quando c’è un delitto, di solito è la cosa piu facile da trovare», spiega l’ufficiale, che aggiunge, quasi riflettendo ad alta voce: «Quando in un paese si cominciano a formulare ipotesi strampalate basta molto poco perché si crei un mostro». Considerazioni inappuntabili, che però non tolgono spazio a molte congetture. Inquieta che a più di unmese dai primi casi di avvelenamento, e nonostante la casa in Friuli e l’appartamento di Nova dei Del Zotto siano stati setacciati, ancora non si sia trovata traccia del veleno. E non si riesce a capire come i consuoceri di Giovan Battista Del Zotto e MariaGioia Pittana, si siano intossicati. Tra i due nuclei famigliari non ci sono state cene o pranzi in comune, ma solo alcune visite di cortesia, durante le quali almassimo è stato servito un caffè, o una bibita. Però anche queste visite si sono giocoforza interrotte all’inizio di ottobre, quando la famiglia Del Zotto, nella sua quasi completa totalità, è stata ricoverata per l’avvelenamento. Sei settimane tra il contatto col veleno e i sintomi sono tante anche per un agente tossico lento come il tallio. Quindi, volendo escludere la volontarietà dell’intossicazione, è forse più probabile che il tallio sia nascosto nell’appartamento di via Padova degli anziani coniugi Palma: un’ipotesi è che durante una visita i Del Zotto siano rimasti avvelenati, e poi in un