EDITORIALE
di Umberto Brindani
Dunque, una lettrice che si firma “Cri” (soloCri: saràCristina, immagino) e aggiunge «Casalinga incavolata» ha avuto la faccia tosta di mandarmi una mail in cui dice: «Ciò che sto per scriverle vorrei che fosse proprio l’editoriale del prossimo numero, il mio editoriale. Chiedo troppo? Sicuramente sì, mami lasci sognare, almeno questo non costa ancora nulla…». Stavo per “archiviare” la pratica, poi ho letto il testo. È uno spaccato di vita normale, quotidiana, quasi banale, ma affronta un tema di cui si parla troppo poco e che riguarda moltissime donne (e, aggiungo, di riflesso altrettanti uomini). Allora ecco qua: Cri è accontentata (ma non prendete il vizio, eh!).
Sono unamamma di 47 anni con due figli, laureatama senza lavoro. A voltemimanca, è chiaro. Mi piacerebbe uscire di casa la mattina ed entrare in un contesto lavorativo che mi aiutasse nella mia indipendenza economica. Però le posso assicurare che io non homai un attimo di tempo per annoiarmi. Non ci crede? Allora, mi alzo alle 7, preparo la colazione per i miei tre uomini, li aiuto nelle varie attivitàmattutine e poi quando se ne vanno prendo un caffè e inizio lamia giornata: sistemare le camere, passare l’aspirapolvere, fare la spesa, fare lavatrici, stendere, stirare, preparare il pranzo per il figlio che torna a casa dalle medie alle 14, seguirlo un po’ nei compiti (che non fa mai male), pulire la cucina e prepararsi a uscire per andare a prendere il secondo che esce dalle elementari alle 16. Poi, nell’ordine, fare i compiti con lui, dopo portarne uno a catechismo, il giorno successivo a calcio, un giorno in piscina e l’altro ancora a calcio. Stessa cosa per quello più grande, che è un po’ più indipendente ma se riesco non lo mando volentieri in giro da solo per Milano. Queste sono le cose di tutti i giorni. Poi naturalmente ci sono anche gli extra che comunque capitano spesso e che ovviamente toccano a me, visto che sono a casa e miomarito lavora dalle 9 del mattino alle 20. Alla sera ceniamo praticamente alle 21 e poi i ragazzi si preparano per andare a dormire. Quando finalmente ci vanno, io ho ancora da sistemare la cucina, fare due chiacchiere con mio marito e, quando decido di dormire all’una passata (perché ho sempre sul comodino un libro chemi aspetta) sono anche un po’ stanca.
Ma quello che proprio non sopporto sono le mamme che vogliono farmi credere di fare bene tutte queste cose e lavorare anche 8 ore al giorno! E lo sbandierano pure con molta modestia postando su Instagram o Facebook la loro foto con il vestitino carino, pronte per iniziare una dura giornata di riunioni, o la foto dell’unica partita del figlio a cui abbianomai assistito, scrivendo con orgoglio che i figli se vedono la mamma felice sono felici anche loro.
Ma che cavolo stai dicendo? Ma se a tuo figlio compri il tablet o il cellulare di ultima generazione e lui ci è sempre attaccato anche se lo porti a mangiare la pizza? Perché giustamente tu in pizzeria devi rispondere a delle chiamate importantissime o controllare i like che ti hanno messo nella foto appena postata… Ma un minimo di ritegno no? Poi però non ci rimanere male se tuo figlio è stufo della baby sitter peruvianaemagari vorrebbe giocare con te a un gioco di società e forse non vedere la sua foto su Facebook postata da te tutti i giorni perché sei una madre social e noidobbiamo sapere tutto ciò che fai, naturalmente, anche come cresci bene tuo figlio. La baby sitter o la donna delle pulizie che hai 4 ore al giorno e ti prepara anche la cena non la posti mai, chissà perché…
Un po’ di rabbia da parte mia? Sì, ma perché mi dà troppo fastidio che le mamme che hanno un lavoro gratificante (fortunate loro!) si sentano delle super donne e non tengano in considerazione il lavoro enorme che fa una casalinga per la propria famiglia! Io ne sarei anche fiera, se non fosse per la bassa considerazione che hanno nei nostri confronti. Ti guardano con quell’aria di sufficienza e ti dicono con gli occhi: “Beata te, bella la vita a non far niente!”. A questo punto un reddito per le donne che lavorano a casa per tutta la famiglia, secondo me, è d’obbligo!
Soloun commento, caraCri. È vero che tante privilegiate (e privilegiati) possono permettersi una colf e magari fanno i fenomeni sui social, ma sono centinaia dimigliaia le donne che lavorano e però gestiscono praticamente da sole casa e famiglia. Per loro, massimo rispetto.