Spunta il galateo elettorale, ma...
Con l’elogiabile intento di tenere a bada la temperatura del dibattito politico, ecco che in piena campagna elettorale plana sui nostri governanti il galateo elettorale. Redatto dall’Accademia
del Cerimoniale si propone di riportare la campagna elettorale ai toni della correttezza. Basta leggerlo per capire che i candidati stanno facendo tutto il contrario. La premessa è essenziale: «Chi si candida alle elezioni come rappresentante del popolo sovrano non deve porsi fuori dalle regole istituzionali e costituzionali. Infatti l’articolo 54 della Costituzione invoca e pretende “disciplina e onore” da tutti coloro che svolgono funzioni pubbliche». Ecco le regole del galateo elettorale per avere un corretto confronto politico: si deve avere un atteggiamento anche oratorio, improntato all’onestà e alla coerenza; riconoscere che c’è qualcosa di buono anche nel programma degli avversari; ammettere che in passato tutti i partiti si sono avvicendati al governo della Nazione e delle Amministrazioni locali e tutti hanno sbagliato qualcosa; favorire l’armonia del contesto per favorire scelte migliori; l’esempio è importante, non vanno forniti cattivi modelli pubblici, soprattutto ai più giovani; non offendere l’avversario e i suoi elettori accampando una scontata superiorità intellettuale; adottare comportamenti e valutazioni istituzionalmente corretti, applicandoli e invocandoli; non delegittimare gli organi pubblici di garanzia e ispirarsi ai princìpi di leale collaborazione; rispettare la simbologia, le dignità e le forme istituzionali pubbliche; evitare di non dire il vero e tacere la verità, non esplicitare solo la parte di verità che fa comodo; non indicare presunti mostri quali causa di ogni male; non proporre presunti e mendaci rimedi come soluzione di ogni problema; accompagnare le critiche anche con onesti apprezzamenti.