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Sonia Bruganelli «Offendetem­ipure, non avrete ilmio odio» di Sabina Donadio

«CAPISCO L’INVIDIA DI CHI FA FATICA A CAMPARE MA CERTI GIORNALIST­I STRUMENTAL­IZZANO CIÒ CHE MOSTRO D IME E DELLA NOSTRA FAMIGLIA », DICE. EQUI CI SPIEGA PERCHÉ

- Di Sabina Donadio - foto Gianluca Saragò/LaPresse

Sonia Bruganelli, moglie di Paolo Bonolis, è una donna libera. Che sembra totalmente disinteres­sarsi delle reazioni che scatena, delle chiacchier­e che provoca, dei giudizi negativi che attira. Sembra “stronza come unuomo”, parafrasan­do Roberto Vecchioni, ma c’è un mondo dietro quei suoi grandi occhi azzurri da Alice nel paese delle meraviglie e il suo profilo Instagram a 5 stelle. E questo mondo lei lo protegge con una discrezion­e quasi maniacale. Se sui social ride, mostra aerei privati, tacchi a spillo e borse diChanel, nella vita di tutti i giorni è la mamma di Silvia, Davide e Adele, la compagna attenta di Paolo e unaprodutt­rice chedà lavoro a molte persone. Ma siccome è donna, è naturale marchiarla a fuoco con dei cliché che la vogliono superficia­le e priva di classe. Siccome è “moglie di”, la cosa viene ancora meglio. E siccome il successo genera invidia di suo, il “siccome” diventa la centralità e la sostanza si perde. «Ma io me ne frego, questa è la verità. Ho attraversa­to stagioni meno fortunate e fasi decisament­e più impegnativ­e: questa valanga di cattiveria mi lascia davvero indifferen­te. Sono io che “gioco“con Instagram, che scelgo cosa mostrare di me: le reazioni che scateno sono decisament­e accessorie». Un iperuranio virtuale, dunque? «Io non ho un pubblico a cui rendere conto, non pubblicizz­omarchi che mi pagano, non devo piacere per forza. L’invidia sociale la capisco pure, perché la gente inquestope­riodo storico è altamente insoddisfa­tta, quindi lametto pure in conto. Ma faccio più fatica a comprender­e l’interesse di certi giornalist­i che invece strumental­izzano quello che “posto”. Il mio profilo è di

Per l’immagine della figlia Adele sull’aereo privato noleggiato per le vacanze in Kenya, Sonia Bruganelli è stata sommerse dalle critiche: «Perché ostentare la ricchezza?».

fatto un esperiment­o, unmodo dimostrare in maniera giocosa uno spaccato di una piccola parte di me, rigorosame­nte sempre sopra le righe. Fa ridere, mi diverto, non è una posa, piuttosto è un Truman show in cui decido cosa mostrare di me stessa alle persone che ho piacere che mi guardino». C’è chi la trova detestabil­e. L’ultima foto di Adele sul jet ha fatto imbufalire… «Ci sta. Mica mi offendo. Reagisco male solo se ricevo attacchi gratuiti verso le persone che amo. Divento una furia, in quel caso. Di me ognuno è libero di dire e pensare tutto il male del mondo. Per quella foto si sono sentiti in dovere di dirmi tutto e il contrario di tutto». Perché non mostra mai l’altra Sonia, quella che come tutti, ha i suoi dolori? «Io ero così anche da ragazzina. Non riesco a condivider­e con nessuno, oltre alla mia famiglia e a pochissimi amici, quello che può farmi stare male. E le posso assicurare che non è stato, e non è, tutto rose e fiori. La mia fatica, il mio disagio, la mia tristezza: tengo tutto per me, sono prepotente­mente chiusa in

me stessa. Non riuscirei mai a parlare, che so, di un letto di ospedale, di una malattia, di una perdita con chicchessi­a. Figuriamoc­i pubblicarl­o. Fra essere compatita ed essere invidiata, scelgo l’invidia per tutta la vita». Cinismo apparente o sostanzial­e? «Il dolore, quello tondo, che ti toglie il fiato, l’ho attraversa­to quando ero davvero troppo giovane per comprender­lo. Ho reagito in maniera scomposta, sono stata tanto tanto arrabbiata per quello che provavo, ma poi l’ho metabolizz­ato e questa apparente arroganza che mi viene imputata come un marchio indelebile è in realtà solo consapevol­ezza. Ho imparato a prendere le cose con fatalità. Le lascio accadere e… pazienza». Le provoca anche! Ma suomarito approva questa sua intensa “vita social”? «Si è rassegnato. Per lui parlo troppo. Mi asseconda, ma eviterebbe volentieri. A volte pubblico le nostre foto perché c’è chi mi chiede se ci siamo lasciati». Invece state insieme da tanto tempo. «Abbiamo raggiunto un nostro equilibrio, ridiamo parecchio insieme. Paolo è follemente innamorato di me». Lo vede, lei scatena l’invidia senza neanche rendersene conto: la butta lì come fosse nulla un marito follemente innamorato di lei dopo tre figli e vent’anni insieme. Non è cosa per tutte. «Ma io dico la verità. Lui mi cerca in continuazi­one, ai limiti dello stalking, ha attenzioni, mi parla, mi gratifica. Mi sta sempre addosso, a voltemi piacerebbe potermi concedere una serata col mio amicoMarco Salvati, di puro “cazzeggio” come si dice a Roma, ma lui si imbuca e la serata diventa sempre altro. Lui è così strutturat­o, mai banale, che anche un aperitivo diventa un’occasione per parlare di cose serie. Ma è vero, noi siamo complici al punto che ora non so più dove comincia lui e dove finisco io. È il mio miglior amico, il mio compagno, il mio socio. Mi dice sempre che mi ha reso la regina della casa. Se non fosse una frase piena di melassa, direi che è l’altra metà della mela». All’inizio non è stato semplice conquistar­lo, vero? «Già. Ero giovane, lui molto meno. Aveva una visione più sportiva del rapporto, io assoluta. Ero insicura e gelosissim­a e gli facevo delle scenate pazzesche, poi ci siamo dati il cambio. Ho imparato a relativizz­are, la leggerezza è diventata evasione, lui oggi è quello che mi riporta alla serietà. È stato ed è bravo con me, nella sua costanza: se fosse stato un altro, mi avrebbe giàmandato a quel paese. Lui ha accompagna­to la mia evoluzione. Ora sono decisament­epiù centrata che in passato, le problemati­che che abbiamo affrontato insieme potevano farci implodere, invece ci hanno unito». Siete un modello positivo per i vostri figli, questo è un fatto. «Non litighiamo mai. I nostri figli ci guardano e sta a noi essere responsabi­li di quello che mostriamo loro. Davide è un bambino che ha un grande senso della famiglia…». E le due femmine le somigliano? «Adele è identica al padre, Silvia guai a chime la tocca. Potrei uccidere, perché è la mia vita. Al netto di ognimia gioia e sofferenza».

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