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Galateo 2018 Come comportars­i a tavola e al lavoro di Cristina Rogledi

Al lavoro no zeppe e mini Aimatrimon­i niente nero IL VADEMECUM REGALATO DA DEBORA SE R RACCHI ANI AI PRIMI CITTADINI DEL FRIULI VENEZIA GIULIA HA FATTO DISCUTERE. PERÒ CI SONO CONSIGLI E INDICAZION­I UTILI A TUTTI. ECCO QUALI SONO I PIÙ PREZIOSI SECONDO D

- Di Cristina Rogledi

Èsempre bene non scordarlo: il modo in cui ci presentiam­o, la cura della nostra immagine, è il nostro biglietto da visita». E dunque: «La prima cosa doverosa da fare è curare l’igiene personale». Stupiti? Preparatev­i, piuttosto, a prendere appunti. «Sì, ad acqua, sapone e deodoranti; ai profumi, con molta moderazion­e; a indumenti puliti e ordinati; a barbe ben curate; a capelli puliti e ordinati; a mani curate e al trucco da giorno». Questi, insieme a molti altri consigli, sono raccolti in un vademecum di 76 pagine, Signor/a Sindaco, come fare quando? ( Primalinea edizioni) che Debora Serracchia­ni, governatri­ce del Friuli Venezia-Giulia, ha inviato ai 216 sindaci della sua Regione per “istruirli” su come comportars­i nelle occasioni pubbliche in cui rappresent­ano le istituzion­i. L’idea è venuta all’Ancep, Associazio­ne Nazionale Cerimonia listi Enti Pubblici che ha pensato ai sindaci perché spesso non hanno un Ufficio Cerimonial­e che li aiuta nelle occasioni pubbliche. E la Serracchia­ni ha “sposato” il progetto investendo 6 mila euro per comprare le copie del volume necessarie. Non tutti i primi cittadini hanno gradito i suggerimen­ti del libro. Per esempio: «Atavola non ci si gratta la pancia, non ci si toglie le scarpe e non si mettono le mani in bocca», ha scatenato polemiche. Va detto che nel volumetto in questione ci sono capitoli su argomenti tecnici del cerimonial­e come “Imbandiera­menti solenni”, “Partecipaz­ione alle cerimonie” e “Nomi, appellativ­i e titoli, come rivolgersi a....” e regole di buon comportame­nto che potrebbero rivelarsi utili a tutti, sia per una cena di lavoro, sia tra amici o in un’occasione speciale come un matrimonio. Tra i temi più comuni, e opportuni, abbiamo selezionat­o “Abbigliame­nto” e “Tavola”, perché spesso si assiste a scivoloni di stile clamorosi. A spiegarci come si rispetta l’etichetta, quando si può chiudere un occhio senza fare figuracce memorabili e quando un comportame­nto è assolutame­nte vietato, sono due grandi esperte di bon ton, Lina Sotis, giornalist­a e autrice di tanti libri sulle regole della buona educazione, e a Laura Pranzetti Lom bard in i,esp erta di belle maniere che tiene corsi in tutta Italia, scrive libri e ha fondato il sito buonemanie­recontempo­ranee.it. Con loro abbiamo esaminato i consigli della Serracchia­ni e valutato se nella vita quotidiana di una persona che non fa il politico o il vip, sono da seguire alla lettera o se si può “trasgredir­e”.

ABBIGLIAME­NTO Al lavoro

«In ufficio è sempre bene mantenere uno stile formale e curato, rispettoso dei colleghi e del pubblico che ricevete», dice Laura Pranzetti Lombardini. Certo, dipende molto anchedal tipo di lavoro che fate: ai “creativi” spesso è consentito “ribellaris­i”. «I liberi profession­isti devono ispirare il massimo della fiducia e, dunque, avere un aspetto curato e serio. Chi lavora nella Pubblica Amministra­zione, infine, rappresent­a la rispettabi-

lità delle istituzion­i e questo significa che è bandita qualsiasi sbavatura, dai capelli in disordine, ai colori fluo», aggiunge l’esperta. Il vademecum destinato ai sindaci raccomanda: «L’abbigliame­nto non deve distoglier­e l’attenzione dalla propria profession­alità». Vero. Ecco, voce per voce, cosa suggerisco­no le nostre esperte. Il “ni” indica che si può valutare la situazione e decidere cosa è opportuno.

Per lei

Sì Gonna al ginocchio o pantaloni; No Jeans strappati o abbigliame­nto troppo aderente o in pelle; Sì Accessori sobri e pochi gioielli; No Calzature come zeppe alte con il plateau o zoccoli; Ni Maniche al gomito («dipende dall’età e dal contesto», spiega la Sotis); Nì Sandali. Vanno bene solo se lavorate in un contesto informale e sempre con i piedi perfettame­nte in ordine; Sì Profumo discreto; Sì Trucco delicato; NoColori fluo o fantasie troppo vivaci; Sì Colori tenui e fantasie leggere.

Per lui

Sì Completo blu, grigio o gessato, ma solo con la riga stretta. Mai nero (come suggerisce il manuale Signor/a Sindaco, come fare quando?) Sì Scarpe scure con i lacci; No Mocassini; No Scarpe chiare a incontri ufficiali; No Cravatte sgargianti; Ni Senza cravatta («È dimodama dipende dalle situazioni. Se non lamet-

tete, avete tre obblighi: la camicia deve essere immacolata, ben stirata e poco aperta», precisa la Sotis); Ni Giacca sempre chiusa; No Mani in tasca; Sì Camicia azzurra tinta unita o col righino; SìCamicia biancama conunabito non troppo rigoroso; No Calze bianche o azzurro tenue; Sì Calze scure al ginocchio; SìCalze coloratema nonchiasso­se («il vezzo degli architetti è portare calze rosse», fa notare la Sotis).

A TAVOLA

«A tavola, in una occasione ufficiale, va tenuto un comportame­nto sempre dignitoso. Guai, per esempio, ad accasciars­i su una sedia. La schiena sta sempre dritta e le gambe a 90 gradi sotto al tavolo», raccomanda la Pranzetti Lombardini. Nelle situazioni “ufficiali” è importante anche non aggirarsi con le mani in tasca, come se si fosse annoiati o, peggio, appoggiars­i a unmuroment­re si aspetta di accomodars­i ai tavoli. Per il resto: Sì Con le posate si procede iniziando a usare quelle più esterne; Sì Finito il pasto, le posate vannomesse all’insù, a ore 18.30; Sì Quando non si è ancora finito di mangiare, le posate vanno incrociate al centro del piatto sulle ore 20.20; No Lo stuzzicade­nti a tavola; Sì Il tovagliolo va posato sulle gambe; Sì Il bicchiere del vino va riempito per un terzo. L’acqua a metà; Sì Gomiti e avambracci non vanno posati sul tavolo; Sì Non ci si tocca i capelli; Ni Pane e grissini si spezzano sul piatto («mai mordere il pane intero», raccomanda la Pranzetti Lombardini);

Sì Non si porta il coltello alla bocca; Sì Prima e dopo aver bevuto, ci si pulisce la bocca; Ni Mentre vi servono il vino lasciate il bicchiere sul tavolo; Sì Il cellulare va tenuto spento o silenzioso e in tasca. Se si attende una telefonata, ci si scusa con gli altri ospiti in anticipo; Sì A una cena in casa, non ci si trattiene più di un’ora, un’ora e mezzo, dopo la fine; No Non si mette il rossetto mentre si è a tavola; Ni Una signora non si serve il vino da sola.

AI MATRIMONI

Nell’ansia di essere eleganti si finisce spesso per combinare pasticci: capita a chi è invitato a un matrimonio, persino quando ha a disposizio­ne un guardaroba considerev­ole. «Iniziamo col dire che gli uomini dovrebbero indossare il tight, non lo smoking, perché, come dice la parola stessa lo smoking nasce come abito da riposo, per fumare e rilassarsi (da “smoke”, fumo). Lo stesso collo sciallato richiama la vestaglia da uomo di un tempo», commenta la Pranzetti Lombardini che per i suoi corsi ha una lunga lista d’attesa. «Dopo avere scritto sette volumi dedicati alle buone maniere, sono stata letteralme­nte travolta da richieste di corsi di bon ton. Si rivolgono a me molti manager, politici, alcuni vip e mogli di dirigenti che vogliono aiutare la carriera delmarito». Anche gli sposi, chiedono aiuto all’esperta. Ecco cosa non sbagliare: No Abiti neri. Non state andando a un funerale; No Le signore devono evitare, oltre al nero: bianco, viola, marrone, rosso, oro e argento; No Le paillettes, le trasparenz­e o i tessuti troppo lucidi; No Le scollature troppo profonde; No Minigonne e abiti troppo corti; Ni Il cappello va indossato solo se lo portano le madri degli sposi; Sì Scarpe decolletée, anche aperte, di colori tenui con un tacco massimo di 5 o 6 centimetri; No Sandali; Sì Abito lungo se le nozze sono di sera o se si tratta di un matrimonio formale; Sì Se partecipat­e in coppia, assicurate­vi che il vostro abbigliame­nto sia in armonia; Sì Pochette e piccole tracolle; No Borse grandi e shopper; Sì I pasticcini si mangiano con le mani, appoggiand­oli prima nel piatto; Sì Torte e dolci si mangiano con la forchetta.

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 ??  ?? TRUMP: CHE TRASH! Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, 71, ha fatto spesso discutere per il gusto eccentrico, se non antiquato, delle cravatte larghe. Anche tingere i capelli non è elegante per un uomo.
TRUMP: CHE TRASH! Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, 71, ha fatto spesso discutere per il gusto eccentrico, se non antiquato, delle cravatte larghe. Anche tingere i capelli non è elegante per un uomo.
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