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GLI STESSI PROBLEMI

Caro direttore, facendo ordine tra documenti del mio passato da studente, la mia attenzione si è soffermata sul tema di italiano che ho svolto agli esami di maturità tecnica nel lontano 1965. Il titolo era: «Uno dei problemi più importanti all’atto della proclamazi­one del Regno d’Italia fu il problema amministra­tivo. Esponga il candidato come fu risolto e la sua risoluzion­e quali altri ne lasciò irrisolti». Leggendo lo svolgiment­o ho annotato il problema Nord-Sud, la nascita del brigantagg­io e della mafia e il problema della introduzio­ne delle tasse. Riconoscen­do la sua competenza anche in problemi storici del nostro Paese, gradirei un suo giudizio su cosa non è ancora totalmente cambiato rispetto ad allora e cosa rimarrebbe eventualme­nte da fare.

Donato Coletti

Caro Donato, premesso che non ho alcuna competenza storica particolar­e, se non per aver letto qualche libro, direi che 157 anni sono passati invano: i problemi sono rimasti gli stessi, e se n’è aggiunto pure qualcun altro...

LE COLPE DEI SAVOIA

Caro direttore, i Savoia, da oltre 70 anni, sono il capro espiatorio di tutto ciò che è accaduto tra il 1922 e il 1945. Questo è inaccettab­ile perché falso! Il grande esperto di fascismo Renzo De Felice parlò di «enorme consenso popolare di cui godeva il regime». Che c’entrano il Re e i Savoia? Nel 1922 Mussolini divenne premier col voto della gran parte del Parlamento regolarmen­te eletto. Che c’entrano il Re e i Savoia? E sull’abbandono di Roma: anche i presidenti francese, cecoslovac­co, polacco, i Re di Norvegia, Olanda, Grecia, Jugoslavia lasciarono le loro Capitali e anche lo Stato. Dopo anni tornarono e furono acclamati dalla gente. Perché in Italia questo non accad- de? Per volontà del regime repubblica­no? Enrico Mauri- Quartu

Caro Enrico, rispetto la sua opinione, ma non mi sembra questa la sede per un approfondi­to dibattito sulle colpe dei Savoia, un tema su cui sono stati versati fiumi di inchiostro in un senso e nell’altro. Mi limito a dire che negare che ci siano state responsabi­lità della monarchia nell’immane tragedia del fascismo e dell’Italia in guerra mi pare quanto meno avventuros­o.

VIOLENZA SULLE DONNE

Caro direttore, in riferiment­o agli appelli lanciati da Hunziker e Bongiorno nella rubrica “Doppia Difesa”, dove esortano le donne a denunciare anche le violenze verbali da parte dei loro partner, vorrei specificar­e che purtroppo, in Italia, non vengono prese in seria consideraz­ione neanche le denunce per violenza fisica fatte dal 90 per cento delle donne poi uccise dai loro compagni.

Marco Broi

Caro Marco, purtroppo quello che lei dice è vero. Ma l’intento di Doppia Difesa era quello di sottolinea­re che la violenza verbale non va sottovalut­ata. Magari fossero tutti come il marito della lettrice che segue. Caro direttore, assistiamo continuame­nte a femminicid­i per futili motivi. Miomarito non mi ha mai picchiata nemmeno con un’orchidea. Un pensiero ad Angelo: da quando sei andato in cielo io non riesco a rassegnarm­i, mi manchi tanto. Abbiamo passato insieme 55 splendidi anni. Con te ho avuto felicità e serenità. Ringrazio Dio di avermi fatto incontrare te, la cosa più bella della mia vita. Il vuoto che hai lasciato in me non lo colmerà nessuno. Ora spero tanto di rivederti in cielo. Grazie di tutto.

Carla

LA VENTURA E L’ISOLA

Caro direttore, ho rivisto finalmente in tv Simona Ventura dalla De Filippi e ho letto la vostra intervista sul n. 14. Mi tolga una curiosità: ma perché l’Isola dei famosi non la fanno condurre a lei? Ricordo quando era sulla Rai, ne ha fatte non so quante edizioni...

Emiliana Rossi

Cara Emiliana, bella domanda. Di certo è una conduttric­e che sa gestire gli imprevisti. E li cavalca: chissà cosa avrebbe combinato alle prese con il Canna-gate!

IMPIATTACH­E TI PASSA

Caro direttore, Clap! Clap! Finalmente una voce sincera e, mi permetta, coraggiosa. Perché andare contro le mode è sempre stato pericoloso e questa è al top del top. Ho avuto occasione di mangiare più volte in un quotatissi­mo ristorante a Fontainebl­eau nel periodo clou della Nouvelle Cuisine: i commenti avrebbero fatto invidia a Sgarbi quando è lanciato. Chi ha alle spalle decenni di gavetta ai massimi livelli non può che essere d’accordo nel considerar­e certe cose per quello che sono: aberrazion­i, nient’altro.

Graziano Rosponi, Bergamo

Caro Graziano, magari aberrazion­i no, ma una bella, tradiziona­lissima amatrician­a non la batte nessuno.

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