Così io e Michelle siamo scappate dalla setta
Michelle Hunziker Parl ala sua migliore amica: «Così siamo scappate dalla setta»
MichelleHunziker ha raccontato nel libro Una vita apparentemente perfetta la terribile esperienza vissuta nella setta della “maga” Clelia ( da tutti identificata nella pranoterapeuta Giulia Berghella, ndr), un incubo durato quasi cinque anni che ha rischiato di farle perdere gli affetti più cari. La Hunziker, però, non era sola: con lei, a vivere gli stessi turbamenti, c’era la sua migliore amica Simona Crisci. Che ora ha deciso di raccontare cosa succedeva nella setta, ma anche della grande amicizia che la legaaMichelle. Una storia di complicità e coraggio.
Simona, quando vi siete conosciute lei e Michelle Hunziker? «IoeMich, come la chiamo ( si pronuncia “misc”, ndr), ci siamo conosciute 18 anni fa, nel 2000, come tante altre mamme, accompagnando le nostre fi-
glie all’asilo. Lei, bella come il sole, arrivava tutte le mattine con la piccola Aurora, mentre io sempre di corsa e trafelata accompagnavo mia figlia Camilla. Ci siamo piaciute subito, la sintonia è stata immediata. Diciamo che la nostra amicizia è nata con un tè e un Bacio». Scusi? Non ho capito... «Sì, il Bacio Perugina, il cioccolatino! Tutte le mattine, dopo aver lasciato le bimbe a scuola, andavamo a bere un tè insieme e Michelle ne comprava due. Mi faceva sempre scegliere per prima e poi li aprivamo per leggere la frase. Il suo era sempre un pensiero poetico e romantico, insomma da favola, mentre il mio era quasi sempre incomprensibile, sgrammaticato. Ancora oggi ridiamo per quei bigliettini».
E dopo avete condiviso altrimomenti bellissimi. «Sì, io e Michelle siamo sempre riu-
scite a divertirci, anche nei periodi più difficili. Subito dopo averla conosciuta ho dovuto affrontare la separazione da mio marito, ed è stata dura. Michelle mi è stata vicino, come una vera amica e proprio in quell’occasione ha iniziato a parlarmi della “maga” Clelia, suggerendomi di conoscerla. Ma lo ha fatto per il mio bene, perché all’inizio non era la persona pericolosa che si è rivelata in seguito».
Michelle già frequentava la setta? «Sì, anche se inizialmente nonera proprio una setta. Mich si fidava di Clelia perché la stava aiutando a superare i problemi con suo padre, con il quale non aveva più rapporti. All’inizio la “maga”, che si presentava come una pranoterapeuta, sembrava una bella persona, generosa, che si faceva in quattro per aiutare gli altri. Era bello stare in sua compagnia e condividere le proprie paure e debolezze, e lei era molto brava a farcele sviscerare».
Per conquistare la vostra fiducia. «Eravamo entrambe giovani e senza rendercene conto abbiamo messo le nostre vite nelle suemani. Così è iniziato un incubo durato quasi 5 anni».
Cosa facevate nella setta? «Ci si vedeva il venerdì sera per le terapie di gruppo, alle quali potevano partecipare soltanto 12 “eletti”, lo stesso numero degli Apostoli. Stavamo seduti in cerchio, per terra, e al centro c’era Clelia. All’inizio intonava cantilene in ebraico, che si riferivano alle Sefirot della Cabala, che a suo dire servivano a unire le nostre energie. Poi arrivava il momento del “canale”».
Ci spieghi di cosa si tratta. «C’era una persona chiamata “canale” che rappresentava lo spirito di Gesù. Ci parlava delle nostre vite passate e del futuro e ci diceva come comportarci per avere una vita spirituale pura e diventare “messaggeri d’amore”».
Ovvero? «Clelia prendeva spunto da Omraam Mikhael Aivanhov, l’esoterista bulgaro che metteva al centro delle sue opere l’uomo e il suo perfezionamento. Lo seguiva in tutto: cantava come lui, vestiva di bianco e ci “imponeva” i suoi libri».
V’incontravate solo di venerdì? «No, quello era l’appuntamento di gruppo, poi c’erano le terapie singole, le più invasive».
Ci spieghi… «Clelia mi faceva sdraiare sul lettino e poi imponeva le sue mani al centro della mia testa. Toccava i punti energetici del corpo per ricaricarli, ma soprattutto mi faceva parlare. In quei momenti le raccontavo tutto, svelandole i miei desiderima anche i miei timori e le paure. E spesso finivamale…».
Male in che senso? «Clelia ci imponeva delle forti limitazioni e quandodisobbedivo alle suedirettive mi rimproverava e mi puniva».
Addirittura! E in che modo? «Per esempio allontanandomi da lei e da tutto il gruppo. Deve capire che per noi la setta era come una famiglia, sulla quale facevamo completamente affidamento. Provi a immaginare come è difficile essere messa da parte e sentirsi esclusa, avvolta dal silenzio. In quei momenti ti senti sola e persa. Anche perché eravamo già state allontanate dalle nostre vere famiglie».
«DOVEVAMO PRATICARE L’ASTINENZA SESSUALE. CI NUTRIVAMO SOLO DI RISO, TÈ, PESCE E CEREALI »
Ha parlato di limitazioni. Quali? «Dovevamo praticare l’astinenza sessuale e ci erano vietati i dolci, la carne, la pasta e i latticini. In pratica vivevamo di riso, tè, cereali e pesce. Anche nel vestire non eravamo liberi perché potevamo indossare solo indumenti bianchi o dai tenui colori pastello. La setta monitorava le nostre frequentazioni, vietandoci di andare in palestra, ma anche nei centri commerciali perché lì potevamo incontrare persone che ci avrebbero potuto “sporcare”».
Una vita di rinunce. «Infatti diventai la “ribelle”. I miei dubbi e le mie infrazioni col tempo diventarono unaminaccia per chi frequentava la setta, specie perMichelle. Così Clelia cominciò a separarci».
In che modo? «Facendoci fare vite diverse. Per tenermi sotto controllo mi mise in casa una persona di sua fiducia, quella che lei aveva definito “canale”, che viveva a mie spese, controllando tutto quello che facevo. Se cipenso oggimi sembra incredibile di aver fatto tutto questo...».
Stava perdendo Michelle? «Questo era quello che voleva Clelia, che era molto abile a dividere le persone. Deve capire che per la setta Mich era la “Gallina dalle uova d’oro”, il gancio per arrivare ad altre persone e arruolare nuovi seguaci».
C’erano altri vip nella setta? «Non voglio dire chi c’era: so bene quanto sia difficile ricordare quel periodo. Io e Michelle ci abbiamomesso tanto tempo per arrivare a quello che stiamo facendo oggi. E lo facciamo solo per aiutare tutti quelli che stanno vivendo situazioni simili o che possono commettere il nostro errore e mettere le loro vite nellemani di queste perso-