Fattorini a domicilio «Che fatica guadagnare 20 euro»
UN GIOVEDÌ SERA A TORINOCON DANIELE, “CAMPIONE” DI DELIVEROO. IN DUE O REE MEZZA ABBIAMO PERCORSO 20 CHILOMETRI. «PIÙCORRI, PIÙ INCASSI. MAAUMENTANO I PERICOLI », DICE .« E PER CAMPARE HO ALTRI DUE LAVORETTI»
Tre pizze, una vaschetta di gelato e cibo indiano per due. È quello che abbiamo consegnato giovedì 19aprile, tra le18.33 e le21.05, a Torino, assieme a Daniele G., ciclo-fattorino che lavoraper l’appdi consegnedi cibo a domicilio Deliveroo. Lo abbiamo seguito per capire meglio come funziona, alla luce di una sentenza del Tribunale di Torino che nei giorni scorsi ha fatto discutere. Sei ex ciclo-fattorini avevano fatto causa a Foodora (app “rivale” di Deliveroo) accusandola di averli licenziati come ritorsione per le proteste (iniziate nel 2016) fatte per reclamare paghe piùalte e tutele. Il giudice di Torino ha dato loro torto sostenendo - in sintesi - che non erano dipendenti ma lavoratori autonomi, quindi licenziabili discrezionalmente. La vicenda ha reso attuale il tema dei contratti (paghe, condizioni e tutele) che regolanoquesti “lavoretti” fatti per arrotondare, pagarsi gli studi o per mantenersi in mancanza di lavori “veri” (vedi box a pag. 66). E ha suscitato una domanda: sono davvero lavoretti? Come sono tutelate lemigliaia di persone che li svolgono (2.500 solo con Glovo; 2 mila solo conDeliveroo)?
DAL CO.CO.CO AL COTTIMO
Daniele ha qua si 38 anni, unalaureain Storia, mille lavori e lavoretti alle spalle, compresi treme si dapostino inbicicletta. Oggi lavora per Deliveroo (contratto di 1 anno a cottimo con ritenuta
d’acconto), ma ha lavorato per Foodora nello stesso periodo dei sei che hanno fatto causa. Quando nel 2015 Foodora sbarca a Torino, Daniele si candida e ottiene un contratto Co.co.co di tre mesi (poi rinnovato) a 5,04 euro l’ora. Il lavoro va bene, lui è ritenuto affidabile e veloce, quindi Foodora gli fa un contratto “vero”, a tempo determinato (6mesi), con 40 ore settimanali garantite a circa 7 euro l’ora, maggiorazioni domenicali, previdenza, straordinari... Il totale fa circa 1.300 euro al mese: il lavoretto è diventato lavoro, e lui lo fa in esclusiva. «Ad avere un contratto come ilmio eravamo solo in due su circa 200, e nonostante fossi un privilegiato ho protestato. E alla scadenza del contratto sono stato lasciato a casa», dice. L’azienda nel frattempo ha introdotto il lavoro a cottimo per i nuovi arrivati e - manmano che i vecchi contratti scadevano - ancheper chi già lavorava per loro. Cosa prevede il cottimo? «ATori-
no, circa 3 euro a consegna. A Milano, 4. Se nel turno non arrivano ordini, non guadagni; se fai molte consegne, guadagnima rischi di più nel traffico». Siete assicurati? «L’azienda dice di sì ma non dà dettagli sulla copertura assicurativa invocando la riservatezza del contratto ». Chi lavora perFoodora,D eliv ero o o altre appchec on segnano pasti (o altro) lo fa con mezzi propri: «Bici e cellulare sonomiei, e anche le spese di manutenzione; l’azienda fornisce casco, zaino, abbigliamento col logo e un caricabatterie portatile per il telefono. Per averli, si versauna caparradai 50ai 65 euro, restituita a fine contratto», spiega Daniele. Per iniziare a lavorare, quindi, si paga. Ma come si viene assunti? «Ti colleghi al sito e fai l’application, cioè ti proponi. Quando ti prendono, ti inviano un tutorial con le informazioni di base, poi il contratto, chefir mi online. Nella maggior parte dei casi, anche lo zaino e il resto viene inviato a casa. Così tu inizi un rapporto di lavoro senza aver mai incontrato nessuno. Non c’è neancheunasede: lo“sportello” ridersèuna scrivania affittata per due ore al mese in un ufficio». Una volta “assunti”, ci si collega al sistema e si dà la disponibilità di giorni e orari per i turni, che poi vengono confermati. «Non c’è un minimo di ore garantito e la conferma è a
discrezione dell’ azienda in base a criteri fumosi, il che rende tutti ricattabili... I ragazzi che hanno protestato controFoodorasi sono visti rifiutare turni anche per unmese di seguito». Ma anche per accaparrarsi un turno bisogna essere nella “lista” giusta: «ConDeliveroo, alle 17 di ogni lunedì si accede al sistema per “prenotarli”. Ma i riders più affidabili, con valutazioni più alte e che non hanno mai rifiutato una chiamata o chiesto una sostituzione hanno un accesso privilegiato alle 15; e ci sono anche quelli chepossono accedere alle 11, per avere la prima scelta dei turni più redditizi, tipo venerdì e il sabato sera». Il contratto a cottimo di Deliveroo prevede anche una paga oraria: «5,60 euro netti l’ora, più 0,80 centesimi a consegna. Poi ci sono le mance: queste app consentono solo pagamenti on line, a cui il cliente può aggiungere una mancia, tassata del 20 per cento. E gli straordinari: i 5 minuti in più fatti oggi tra le 21 e le 21.05 fanno 0,46 centesimi netti». Ma chi decide dove si va? Quandouncliente faunordine via app, un algoritmo individua il rider più vicino al ristorante dove ritirare il pasto.
SE A CHIAMARTI È UN ALGORITMO
«Quando comunichiamo via app l’avvenuto ritiro, ci viene dato l’indirizzo del cliente per la consegna, in un raggio di 3kmin linea d’ aria », dice Daniele. Il risultato è un pedala redi qua e di là, che abbiamo sperimentato con lui. In poco più di due o ree mezza abbiamo percorso circa 20 km e guadagnato 19,26 euro netti, mance (1,60 euro) e straordinari inclusi. Sono guadagni da lavoretto... «Male condizioni, specie fino a qualche tempo fa conFoodora, erano da lavoratore subordinato contanto di esclusiva, esortazioni ad accettare consegne a fine turno, indicazione delle zone in cui trovarsi a inizio turno, premi per i più veloci e affidabili», spiegaDaniele. Che da quando lavora a cottimo ha iniziato anche a fare altro: «Il professore di italiano e di sostegno, a partita Iva, in un paio di istituti professionali. E tra poco inizio in un bistrot». Se arriva a fine mese è anche merito di sua sorella: «Anni fa è andata a Genova e mi ha lasciato casa sua. Non pagare l’affitto è come avere uno stipendio». Che detto da uno che ha tre lavori...