Charlotte, ma come ti vesti? I suoi look sono tutti da rifare
LA CASIRAGHI È REPUTATA MAESTRA D’ELEGANZA. MA, A BEN VEDERE, LO STILE È CONFUSO ESFOGGIA ABITI CHE LE DONANO POCO. LE NOSTRE ESPERTE CI SVELANO I SUOI ERRORI
Su Charlotte Casiraghi aleggia un mistero. Non riguarda la sua gravidanza al quinto mese inoltrato, né quando sposerà il produttore dagli occhi blu Dimitri Rassam ( probabilmente, poco dopo la nascita del bambino). Il mistero è: perché tutti osannano il suomodo di vestire? Guardate le foto in queste pagine: tra stole di struzzo, pantaloni della tuta, vestitini che ricordano plaid o centrini o abat-jour, l’effetto è da pugno in un occhio. Inoltre, indossa il tutto senza unminimo di grinta: lo “subisce” con aria rassegnata, come se fosse un appendiabiti e non una rampante trentenne, tanto bella e blasonata. Eppure, su siti e blog di appassionati modaioli, impera una lega pro-Charlotte, che la proclama a gran voce maestra di stile. E dire che la Rete è sempre generosa di giudizi pungenti su tutto e tutti (e poco incline a farsi manipolare, se state pensando a un mega-complotto internazionale ordito dalle case dimoda dellequali Charlotte è testimonial). A cosa è dovuta questa specie di allucinazione collettiva? È vero che fu il mitico stilista Karl Lagerfeld a eleggerla modello d’eleganza dell’aristocrazia, e che le riviste patinate iniziarono a inserirla nelle loro hit di eleganza e seduzione quando non aveva ancora 20 anni. Ma all’epoca Charlotte stava sbocciando e tutti erano incantati dalla sua incredibile somiglianza con la mamma principessa Caroline e con la nonna diva di Hollywood Grace Kelly…
«FA UN’ACCOZZAGLIA»
Per la giornalista Giusy Ferrè, oggi Charlotte sta godendo del privilegio delle rampolle di Monaco, adorate sempre e comunque per via dei loro mille amori e di quelle gravidanze all’improvviso che scompigliano tutti i piani. «Ma uno stile nel vestirsi non lo ha, come nella vita del resto. Fa la modella, scrive libri di filosofia, cambia fidanzati, sforna figli… Ècome se in lei convivessero le due anime del Principato, quella istituzionale incarnata da suamamma Caroline, e quella
«HA BISOGNO DI QUALCOSA CHE LA RENDA GIOVANE PERCHÉ I SUOI LINEAMENTI SONO GIÀ DA SIGNORA»
menefreghista, un po’ da “scappata di casa”, di zia Stéphanie. Forse vorrebbe essere sportiva, normale. Ma per ora è una scia di punti interrogativi». Non parliamo solo degli abiti indossati ai gala: «Anche il suo look quotidiano è un’accozzaglia», nota Carla Gozzi, l’esperta di moda della trasmissione Ma come ti vesti?. «Commette errori imperdonabili, accosta colori e accessori che non c’entrano niente l’uno con l’altro». Ancora: «In tutte le sue mise non c’è un fil rouge ». Forse è davvero un po’ alla ricerca di se stessa. «In
modo goffo, però», sottolinea la Gozzi.
«I VESTITI SI VENDICANO»
E invece dovrebbe fare attenzione, avverte la Ferrè: «Se no, i vestiti si vendicano», scherza... ma non troppo. Se vi è capitato di guardare le bellissime come Charlotte pensando «beate loro, possono indossare qualsiasi cosa», consolatevi. Nemmeno lei può mettere quello che vuole: anzi, certi abiti finiscono con l’avvilire il suo aspetto. Incredile ma vero, quei grandi occhi verdi, le labbra carnose, gli zigomi alti, il fisico dolce e proporzionato possono diventare un bagaglio ingombrante: «Ha bisogno di qualcosa che la renda giovane, perché la sua bellezza è matronale, da signora», spiega la Ferrè. «Le sue maison d’elezione non sono adatte. Gucci è troppo armato e ricco, la appesantisce. E per Saint Laurent ci vorrebbe tutt’altro tipo di ragazza, super magra, nervosa... Forse dovrebbe legare con una stilista donna, magari Sarah Burton per Alexander McQueen, che le adatti le sue creazioni». Carla Gozzi è ancora più netta: «Niente stilisti per lei, aggiungerebbero il loro tocco, mentre con un viso così importante bisogna andare per sottrazione. Dovrebbe puntare sui buoni basici, quei pezzi semplici, classici - la camicia bianca, il pantalone capri, un bel jeans, un mocassino di camoscio - che rendano protagonista la sua bellezza e non la impegnino, finché non capirà che cosa vuole».