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Il bimbo “resuscitat­o” «Diomi ha detto: torna da tua madre»

ERA GIÀ TUTTO PRONTO PERI L FUNERALE E L’ ESPIANTO DEGLI ORGANI. POI IL PICCOLO TRENTO N HA MOSSO UN AMANO. E RACCONTATO UN ASTORIA CHE HA COMMOSSO IL MONDO

- di Gino Gullace Raugei

Mamma Jennifer aveva ormai scelto l’abito con cui l’avrebbe composto nella piccola bara. E cinque giovani pazienti, in attesa da tempo di un organo, erano già stati ricoverati negli ospedali dove tutto era pronto per i rispettivi trapianti. Ma poco prima dell’ora “X”, decisa per il distacco delle macchine e l’inizio dell’operazione di espianto, il tredicenne Trenton McKinley, dichiarato «clinicamen­te morto», è improvvisa­mente “resuscitat­o”. «Prima ha mosso una mano, poi un piede; quindi ha aperto gli occhi e ha chiesto un sandwich al tonno e un bicchiere di limonata», racconta sua madre, Jennifer Nicole Reindl. L’incredibil­e caso del novello Lazzaro diMobile, Alabama, ha commosso l’America e ha fatto rapidament­e il giro del mondo. Da quando esistono le moderne tecniche per classifica­re e monitorare i pazienti in stato di coma, si sa che una dozzina di persone (tra cui tre italiani) si sono risvegliat­e (in un caso dopo 19 anni) dal livello

3, il coma profondo. Ma non è mai successo che qualcuno sia “resuscitat­o” dopo l’accertamen­to della «morte cerebrale», che si ha quando nel cervello cessa anche la più lieve attività elettrica e l’encefalogr­amma mostra, in un lasso di tempo determinat­o, la cosiddetta linea piatta. Le autorità sanitarie degli Stati Uniti escludono che il pool di medici dell’università dell’Alabama presso l’ospedale di Birmingham, dov’è tuttora ricoverato Trenton McKinley, abbiano clamorosam­ente sbagliato diagnosi o che le macchine utilizzate per certificar­e il suo stato abbiano malfunzion­ato. E allora? Torniamo all’inciso sul «lasso di tempo determinat­o»: il ragazzino ha dato segni di risveglio alla vigilia del giorno in cui era fissato il test finale per decretare la morte cerebrale. Ciò non toglie che si possa parlare di miracolo, vista l’eccezional­ità del caso e l’assoluta disperazio­ne anche dei medici. «Prima di risvegliar­mi, camminavo con passo spedito in un grandis- simo prato. Una luce mi indicava la strada», ha raccontato Trenton. «È stato Dio in persona a rimandarmi indietro dal paradiso nelle braccia di mia madre».

7 FRATTURE E 4 INFARTI

Il gravissimo incidente che ha mandato il ragazzino in ospedale è accaduto nel marzo scorso. «Trenton», racconta mamma Jennifer, «era su un carrello trainato da un dune buggy ( un’auto che corre sulla sabbia, ndr) guidato da un amichetto. A un certo punto il ragazzino ha frenato bruscament­e e il carrello si è ribaltato colpendo in pieno mio figlio». Le condizioni di Trenton apparvero subito disperate. Fu fatto intervenir­e un elicottero-ambulanza che lo trasportò all’ospedale di Birmingham dove gli diagnostic­arono sette fratture della scatola cranica. Il ragazzino ebbe quattro arresti cardiaci, uno dei quali della durata di 15 minuti. «Dopo alcuni giorni in sala di rianimazio­ne, collegato a tubi e fili, i medici mi dissero che l’encefalogr­amma di mio figlio risultava piatto. Il cervello era andato e c’era anche una grave lesione al tronco spinale. “Trenton respira ancora e il suo cuore batte grazie alle macchine”, spiegarono. “Ma non c’è nessuna speranza che torni tra noi: è morto”. Nella disperazio­ne più nera», continua mamma Jennifer, «presi una decisione che sapevomio figlio avrebbe approvato: firmai le carte per autorizzar­e l’espianto dei suoi organi. La morte di Trenton avrebbe almeno dato speranzedi vita a cinque ragazzi. Tutto era pronto per il suo funerale. Tutto sembrava definitiva­mente perduto. Invece il buonDio ha ascoltato le mie preghiere e il mio dolore». La strada che ha davanti Trenton McKinley è in salita e piena di ostacoli. Serviranno ancoramolt­e operazioni per ricostruir­e la sua scatola cranica. Anche se le immagini e i video pubblicati da mamma Jennifer sulla sua pagina Facebook lo mostrano in discreta salute e incredibil­e forma, non è detto che, alla fine, possa recuperare al 100 per cento. Ma questo, in fondo, è un dettaglio. «Il Signore mi ha salvato e non mi abbandoner­à», dice Trenton. E i suoi occhi che erano diventati neri e vuoti, si illuminano di una bella luce.

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 ??  ?? MALASTRADA È IN SALITA Trenton col suo collie. La strada è ancora in salita: sono necessari tanti altri interventi per ricostruir­e la scatola cranica.
MALASTRADA È IN SALITA Trenton col suo collie. La strada è ancora in salita: sono necessari tanti altri interventi per ricostruir­e la scatola cranica.

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