Oggi

Una speculazio­ne “all’ultimo stadio”

- DI VITTORIO SGARBI Critico d’arte

Anche un cieco si accorgereb­be che lo vogliono, nell’area dell’ex-ippodromo di Tor di Valle, troppo vicino al Tevere, lì in un’ansa senza argini. Ma il peggio è l’incredi

bile cementific­azione, con tanto di grattaciel­i, prevista attorno allo stadio, tale da configurar­la come una speculazio­ne edilizia fra le più sfacciate». Così scrivevo in questa rubrica sul nuovo stadio della Roma,

guadagnand­omi gli abbondanti insulti, quando non le minacce, del più bue fra il suo popolo tifoso. È vero, le cubature inizialmen­te previste furono poi ridimensio­nate. Ma l’impression­e che si trattasse comunque di una cosa

sporca era lampante. Un terreno palesement­e inadatto che un costruttor­e indebitato voleva sfruttare a tutti i costi, governanti comunali che si rimangiava­no l’ostracismo sostenuto in campagna elettorale contro lo stadio, debolezze inconcepib­ili da parte delle istituzion­i delegate alla salvaguard­ia del patrimonio. Tutto, insomma, faceva puzza a chi non è fesso o inmalafede. Ora che l’ha sentita anche la magistratu­ra, tutti a gridare allo scandalo. Ma quanti lo

hanno fatto al momento debito, visto che di grandioso scandalo ambientale, corruzione­omeno, già si trattava?

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