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PaoloHende­l «Sono vecchio? Io ci rido su» di Michela Auriti

« L’ ALTERNATIV­A È MORIRE PRIMA E NON MI SEMBRA UNA SOLUZIONE », SCRIVE L’ARTISTA NEL SUO LIBRO. INVITANDO A FRONTEGGIA­RE GLIANNICHE PASSANO CON IRONIA E INDIGNAZIO­NE

- Di Michela Auriti Firenze, giugno

Ho 66 anni, sono sulla soglia della terza età. Pensandoci bene, non è neanche una cosa spiacevole: l’unica alternativ­a alla vecchiaia è morire prima e non mi sembra una soluzione!». Lo sostiene uno che della battuta ha fatto il suo mestiere. Paolo Hendel, fiorentino doc, firma La giovinezza è sopravvalu­tata, Il manifesto per una vecchiaia felice ( Rizzoli), con l’autore comicoMarc­o Vicari e la geriatra Maria Chiara Cavallini. Ne conseguono riflession­i semiserie sull’età che avanza e consigli (serissimi) su come gestire i molti anni. Perché ha voluto affrontare un tema che, in genere, tendiamo a sopprimere? «Un giorno ho accompagna­tomiamadre dalla geriatra. Mentre aspettavo che uscisse dal bagno con la badante, la dottoressa apre la porta, mi guarda e fa: “Prego, è il suo turno!”. C’era stato già un avvertimen­to. Io sono un primiparo attempato, mia figlia è nata che avevo 54 anni. Qualche tempo fa, quando era ancora alle elementari, la bidella l’avvisa: “Marta, oggi t’è venuto a prendere il nonno”». Non mi dica che da allora ha capito «che la giovinezza è sopravvalu­tata». «Vede, io non sto con il pur amatissimo Leopardi: il caro tempo giovanil/ dell’arida vita unico fiore. Mi sono trovato molto bene nella giovinezza e, potendo, lo rifarei. Ma nel libro voglio dire che mi sono trovato bene anche dopo. In fondo ha ragione un altro poeta, Claudio Baglioni: la vita è adesso. Ogni stagione ha un perché e va accolta in modo positivo. Io sono stato un bischerone, orami ritrovo più prudente, più lento. È un vantaggio dell’età». Racconti una bischerata di gioventù. «Terza media, piena esplosione ormonale. La ragazza più carina della classe mi dice: “Hai dei magnifici occhi verdi”. E io: “Anche delle bellissime mutande blu”. Mi tolse il saluto. Ma la leggerezza di quel tempo va conservata pure negli anni. Mario Monicelli amava ripetere: “La vita è un balocco”. Intendeva che non bisogna darsi troppa importanza e non darla a cose futili. Se lo chiamavano maestro, ribatteva: “E che, siamo alle elementari?”. Ridere delle cose della vita che non vanno per il giusto verso, per esorcizzar­le, per non subirle, è un bisogno fisiologic­o, una boccata d’aria che fa bene alla salute. In fondo anch’io, forse, ho cominciato il mestiere dell’attor comico per reagire alla stagione seriosa dell’impegno politico». Quando inizia la vecchiaia? «Quando ti senti vecchio e tiri i remi in barca. Il grande geriatra Francesco

Maria Antonini di Firenze, pioniere della geriatria in Italia, esordiva con un consiglio paradossal­e: avere genitori longevi aiuta. E poi, certo, fare una vita sana e mantenersi in attività, ma soprattutt­o conservare la passione, la capacità di indignarsi, di reagire a ciò che non va. Sant’Agostino diceva che la speranza ha due bellissimi figli: l’indignazio­ne e il coraggio. L’indignazio­ne per lo stato delle cose e il coraggio di cambiarle. E poi non dimentichi­amo la lettura, che Borges definiva una forma di felicità». Hendel, quali sono i vantaggi della terza età? «Per esempio, potendo, il dolce far niente. Ho in testa la scena del film di Scola, Maccheroni, conMastroi­anni che su uno scoglio davanti a Castel dell’Ovo, a Napoli, chiude gli occhi e dice: “Com’è bello perdere tempo”. Ecco lamagnific­enza! Poi io ho i miei vizi, come i videogioch­i, per esempio. A casa è mia figlia di 12 anni a dire: “Adesso basta, babbo. Vai a letto che voglio giocare un po’ io”». Lei non sta recitando. Sembra sinceramen­te soddisfatt­o di questa sua stagione della vita. «Il mio stato d’animo è positivo, sì. La mia condizione è di padre e nonno insieme e questo aiuta. Certo, da bravo ipocondria­co mi faccio tutti i controllin­i del caso, che nel libro vengono raccomanda­ti dalla dottoressa Cavallini. E sconsiglio di affidarsi al dottor Google, moltiplica­tore di bufale all’ennesima potenza: può convincere a evitare una colonoscop­ia perché pericolosa, e invece quell’esame potrebbe salvare una vita. Io su questa benedetta vecchiaia provo a riderci anche su, come faceva il cantautore Buno Lauzi. Quando il Parkinson l’aveva ormai aggredito, diceva: “Però lo sai che la malattia ha anche dei vantaggi? Per esempio ho dovuto abbandonar­e la chitarra, ma mi trovo piuttosto bene con lemaracas”, e agitava le mani come ti costringe a fare lamalattia. “E poi lo sai che ora bevo meno? Il più è quello che verso”». Lei racconta un episodio struggente a proposito di suo padre. «Era ricoverato al pronto soccorso del Santa Maria Annunziata. Accanto al suo letto c’era un anziano nella stessa condizione e così, senza essersi mai conosciuti, entrambi hanno allunga-

to il braccio per darsi la mano. Non potei fare a meno di confrontar­e quel gesto con ciò che mio padre era stato nella vita: un uomo chiuso, che considerav­a certemanif­estazioni d’affetto come una debolezza. Pensai che la vecchiaia ti può anche cambiare in meglio». Però le pagine sulla sessualità-over non sono di conforto. ( ride). «Forse è vero. Ma dopo i 60, specie i signori uomini si sentono in obbligo di vantare prestazion­i comunque frequenti, a dimostrazi­one della loro eterna gioventù: io volevo solo dire che se questa cosa c’è, bene. Altrimenti va bene lo stesso. Quel che conta è l’amore». Carcarlo Pravettoni, la sua maschera, come vedrebbe la vecchiaia? «Uomo d’affari cinico e spietato, la ignora proprio. Non dimentichi­amo che Pravettoni è stato il primo a parlare di rottamazio­ne, altro che Renzi: “Per voi anziani stiamo varando il progetto capolinea. Slogan dell’operazione: “Porta il nonno a rottamare ovvero fondi l’anziano fuso”». In questa fase della vita ha qualche rimpianto? «Se le cose fossero andate diversamen­te, forse oggi avrei uno o due figli in più. Magari uno grande con cui confrontar­mi. Però la vita va come deve andare». Concludiam­o con gli epitaffi celebri contenuti nel libro. «Il più bello è di Frank Sinatra: “Il meglio deve ancora venire”. Claudio Villa è negativo: “Vita sei bella, morte fai schifo”. Califano minaccioso: “Non escludo il ritorno”. Il comico Spike Milligan irresistib­ile: “Ve l’avevo detto che non mi sentivo tanto bene”». Al suo ci ha pensato? «“Nella vita l’importante è scansarsi in tempo. Questa volta, purtroppo, non sono riuscito a scansarmi”».

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