Oggi

Naike Rivelli Parla “l’ex padre” spagnolo di PaolaManci­agli e G. Antonio Orighi

OGGI HA TROVATO DON JOSÉ LUIS AMADRID. È UN CINEASTA E UN GRANDE IMPRENDITO­RE. MAHA ANCHE UNA FAMIGLIA TUTTA SUA, E NON VUOLE INDUGIARE SUL PASSATO. DI CERTO, NEL 1974 ANCHE ALTRI CORTEGGIAR­ONO ORNELLA ...

- di Paola Manciagli e Gian Antonio Orighi da Madrid

Non voglio parlare del mio passato». José Luis Bermúdez de CastroAcas­o è categorico, pur con la cortesia che denota il lignaggio di una famiglia da sempre molto importante in Spagna. È lui il produttore cinematogr­afico che tutti i media, spagnoli compresi, indicavano come padre di Naike Rivelli, la prima figlia di OrnellaMut­i. Fino a quando, a Paola Perego nello show Non disturbare (Rai 1), Naike ha dichiarato che dall’esame del Dna è risultato che non è lui il suo papà biologico. Non sa chi sia quello vero, né vuole saperlo. Oggi ha raggiunto al telefono il productor de cine e uomo d’affari negli uffici del Palacio de Hielo di calle Silvano 77, centro commercial­e di 100milamet­ri quadri nella zona nord-est di Madrid, inaugurato nel 2003, che Bermúdez gestisce con la sua impresa Equidosa. «So quello che è stato dichiarato in Italia. La mia storia con la Muti è vecchia di 40 anni», sottolinea subito Don José Luis. Aggiunge di avere 70 anni e di essere nato a Madrid: «Ho figli e nipoti, sto vivendo la mia vecchiaia. Lasciamo perdere». Il novello “ex padre” di Naike è noto nel jet-set cinematogr­afico spagnolo: nei panni di produttore esecutivo e direttore di produzione, ha dato vita a diversi film, tra i quali Giochi d’amore proibiti o La ragazza dal pigiama giallo. Una indiscutib­ile notorietà che cozza con un fatto stranissim­o ma

vero: le due più importanti agenzie spagnole, Efe ed Europa Press, non hanno né una sua fotografia né una sua biografia. Lo stesso capita nell’archivio dei più importanti giornali, i madrileni El País e ElMundo, e nella bibbia rosa Hola. «Non sa quantomi è costato, non esisto, sono un fantasma», spara, non si sa se per scherzare o per dire il vero, il cineasta. A parte scarse notizie apparse nel 2017 riguardant­i una sua vittoria giudiziari­a sul comune di Madrid per imposte non dovute (4 milioni di euro) del Palacio de Hielo, c’è una fake news, una bufala, che rompe il quasi black-out e che stupisce non poco. Incrociand­o su Google.es José Luis Bermúdez de Castro Acaso ed Alcassér (paesino vicino a Valencia), saltano fuori 408 risultati; ma togliendo il secondo cognome del produttore, Acaso, il numero dei link vola a 204 mila.

È STATO DIFFAMATO

L’argomento che evidenzia il motore di ricerca è uno dei crimini più efferrati e choccanti mai registrati in Spagna: nel 1992 tre ragazzine tra i 14 e i 15 anni di Alcassér vennero sequestrat­e, violentate e poi fatte a pezzi in un casolare delle montagne limitrofe. Furono ritrovate dopo 75 giorni, sotterrate in una fossa. Nel ’97 la giustizia condannò i colpevoli, due balordi locali, uno dei quali ancora latitante. Ma un fantomatic­o snuff movie (si tratta di raccapricc­ianti video amatoriali reali con torture o omicidi), mai visto in pubblico, sembrava coinvolger­e Don José Luis e altre tre importanti­ssime personalit­à spagnole nel delitto. O almeno, questo sostenevan­o alcuni (anche il padre di una delle tre vittime), che diffusero nomi e cognomi dei quattro vip via radio e tv. Ma furono tutti condannati per diffamazio­ne a pesantissi­me multe. Sulla più che orrida vicenda Netflix sta girando una docu-serie di quattro episodi, che uscirà nel 2019. Ma, tornando alla paternità di Naike, il giallo è ancora tutto da girare. Nel 1974, quando Naike fu concepita e nacque, Ornella Muti era appena maggiorenn­e all’anagrafe e lo stava diventando anche al cinema. Dopo il debutto da adolescent­e nel film La sposa più bella di Damiano Damia-

ni, e altri film commercial­i tra Italia e Spagna, era finalmente arrivata la grande occasione. Mario Monicelli l’aveva scelta per Romanzo popolare: nei primi mesi dell’anno era già al lavoro sul set milanese, con colleghi comeUgo Tognazzi e MichelePla­cido. Quanto all’amore, aveva chiuso da poco con il bell’Alessio Orano, conosciuto sul set di Damiani. Qualcuno insinuava che ci fosse di mezzo un flirt con il regista Marco Vicario, che l’aveva diretta poco prima in Paolo il caldo (dove recitava però anche lamoglie di lui, Rossana Podestà…). Ma la Muti smentì con vigore: «Per me, nella vita, sopra ogni altra cosa c’è l’amore e se mi capita di provare questo sentimento per qualcuno, chiunque esso sia, lo faccio alla luce del sole». Per buon peso, aggiunse: «Un sentimento importante, da qualche tempo, lo provo per un ragazzo di Madrid, uno spagnolo che ho conosciuto durante la lavorazion­e di un film. Il nome non importa. Tanto può bastare». Che si riferisse proprio a Bermùdez? Non possiamo saperlo.

«TENNERO IL SEGRETO»

Ma di sicuro, mentre rilasciava queste dichiarazi­oni all’insegna della limpidezza nel marzo 1974, Ornella era già incinta della sua Naike. Sul set di Romanzo popolare «furono tutti molto gentili con me, tennero il segreto emi consentiro­no di terminare le riprese», raccontò poi lei stessa, un mese dopo la nascita della bambina avvenuta il 10 ottobre in una clinica privata a Monaco di Baviera. Annunciò anche di essere tornata con Alessio Orano, che aveva reincontra­to per caso a Madrid dopo il parto. E nel 1975 lo sposò. Quanto al padre della bambinaOrn­ella non disse più nulla, se non che era sicura, sicurissim­a che non si sarebbe mai fatto più sentire. Ma perché? Chi era? Del «sentimento importante» del marzo ‘74 non parlò più. I sospetti su Orano caddero subito: a che scopo nascondere che la bimba fosse sua, se tanto poi sposò Ornella? I gossip su Vicario sembravano poco fondati già all’epoca. E i suoi compagni di set, da Tognazzi a Placido, non furono nemmeno mai considerat­i papabili. Sarà Naike nel 1996 a rivelare che suo papà era un produttore spagnolo. «Mia madre si è separata da mio padre in modo burrascoso», aggiungerà poi, «perché lui le aveva tenuto nascosto di avere una moglie». I conti tornerebbe­ro: una delle pochissime certezze su Bermùdez è la data delle sue nozze, celebrate nella parrocchia Sagrados Corazones di Madrid nel maggio del ’69 (e quindi prima del concepimen­to di Naike) con Doña Maribel de la Fuente Perucho, dalla quale ebbe due figli. «A sette anni ho chiesto di conoscerlo», dirà ancora Naike, «lo vedevo una o due volte all’anno: mi riempiva di regali, ma non di affetto. Non ha voluto riconoscer­mi, ma non me ne faccio un cruccio, non posso mica obbligarlo». Poi, qualcosa è cambiato. Sei anni fa, ha ammesso in questi giorni in tv, ha fatto il test proprio per essere riconosciu­ta. Il risultato ha lasciato tutti a bocca aperta.

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