Andrea Agnelli Si regala Cristiano Ronaldo e un altro figlio di Massimo Laganà
LA COMPAGNA DEL PRESIDENTE BIANCONERO ASPETTA UN BAMBINO. E LUI PUNTA AL FUORICLASSE PORTOGHESE, PER VINCERE IN EUROPA
AForte dei Marmi (Lucca), lugliondrea Agnelli, 42 anni, presidente della Juve, colleziona disinvolto figli e scudetti. In ordine d’importanza. Il settimo titolo tricolore consecutivo si è abbinato alla dolce attesa della sua compagna, l’ex modella turca Deniz Akalin, 35, che gli darà presto un secondo bambino. Nell’aprile del 2017 la coppia ha già messo al mondo Livia, che i due genitori si coccolano al mare di Forte dei Marmi, come vedete nelle foto. La bionda bimba ha due fratelli paterni, Baya e Giacomo, nati dalmatrimonio di Andrea con Emma Winter, e una sorella materna, Mila, figlia di Deniz e Francesco Calvo. Che è stato diri- gente juventino, prima di passare al Barcellona, sferzato dal doppio-tradimento congiunto della moglie e dal suo (ex) migliore amico. Una crepa umana e societaria, che non ha turbato più di tanto i sonni del leader bianconero. Il rampollominore di-Umberto-Agnelli appare molto sereno nella sua allegra famiglia allargata. E ha anche com-----
prato una villa nella località balneare toscana, che ha segnato la storia del suo casato, di stanza d’estate in Versilia, come immortalato da Susanna Agnelli in Vestivamo alla Marinara. I problemi di Andrea sono altri. Essenzialmente sportivi. Perché il numero uno della Juve, in fondo all’anima, è tormentato da un cruccio, che ossessiona lui e la tifoseria tutta. Il presidente vuole la Champions. Costi quel che costi. Anche se quel costo si chiamasse Cristiano Ronaldo. Sembrava una boutade. È diventata la trattativa dell’estate. Con buone probabilità di andare a segno. Il fuoriclasse portoghese ha rotto con il Real. La Vecchia Signora è pronta ad accoglierlo con le braccia aperte e il portafogli in mano. La Juventus è stufa di mietere titoli nel cortiletto italiano. Da anni sta tentando la scalata al trono europeo. La vecchia Coppa deiCampioni e lamoderna, più televisiva, Champions League hanno una cosa in comune: per la Zebra si sono rivelate (quasi) sempre stregate. Sette finali perse, una vinta ai rigori e un’altra giocata soltanto per motivi di ordine pubblico nella tragica serata dell’Heysel: un bottino magro e anche drammatico. Costellato di delusioni sportivamente atroci. Come l’ultima, lo scorso aprile, nei quarti di finale contro il Real. Una colossale rimonta bianconera al Bernabeu diMadrid, vanificata da un rigore a tempo scaduto. Il discusso penalty ha fatto perdere la testa alla bandiera della squadra, l’estremo difensore Gianluigi Buffon. Ma ha lasciato imperturbabile Ronaldo. Che dal dischetto ha frantumato, more solito, i sogni continentali della società, costretta poi a fronteggiare un dopopartita molto turbolento per le incaute dichiarazioni del suo portiere, frattanto approdato al Paris Saint-Germain. Dove inseguirà, neanche a dirlo, quella “CoppaMaledetta” che CR7 ha vinto cinque volte.