In che casi si potrà utilizzare il taser, la “pistola” elettrica?
LO STRUMENTO CHE “SPARA” DUE ELETTRODI SARÀ UTILIZZATO DALLE FORZE DELL’ORDINE DOPO L’ESTATE
Il risultato del sondaggio che ho condotto tra i poliziotti più in gamba che conosco si può riassumere in poche parole: « Era ora!». Parliamo del taser, la pistola elettrica che dopo l’estate vedremo nelle fondine di 30 selezionate pattuglie di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza in 12 città italiane. Si tratta di uno strumento che consente di avere ragione dello scalmanato di turno, immobilizzandolo per alcuni secondi, quando le normali tecniche fisiche di immobilizzazione si rivelino inadeguate. Un’arma a salvaguardia dell’incolumità degli agentimaanche della persona da ammanettare: nessun contatto fisico, solo gli elettrodi sparati da una distanza di circa cinque metri. All’indomani dell’uccisione a Genova, il 10 giugno scorso, di Jefferson Garcia Tomala da parte di un agente che era stato a sua volta ferito gravemente durante una colluttazione, il Capo della Polizia Franco Gabrielli aveva affermato che l’impiego del taser avrebbe evitato la tragedia. Poi un decreto del ministro dell’Interno, MatteoSalvini, ne ha sancito la sperimentazione. Non si tratta di una svolta securitaria al Viminale. Di taser alle nostre forze dell’ordine si parla da anni. Amnesty International ne denuncia il rischio per decessi da infarto, ma i cardiologi italiani promuovono lo storditore elettrico anche se usato contro chi ha il pacemaker: «meglio però non colpire al cuore». I taser, come deterrente, saranno di un colore ben visibile. Forse chi l’avrà in dotazione dovrà sostenere un corso di rianimazione. In ogni caso saranno vietati nei penitenziari e nei centri di detenzione per immigrati. Intanto sono già impiegati dalla Gendarmeria vaticana.