Oggi

C’è ancora chi giudica le donne esseri inferiori

INARABIAIL­DIVIETODI FARLEGUIDA­RE È STATOABOLI­TO; MA I PREGIUDIZI DI GENERE, NO

- Giulia Bongiorno

Due notizie, in modo diverso, ci fanno ancora una volta riflettere sulle gravissime discrimina­zioni subite dalle donne, soprattutt­o in alcuni Paesi dove certe libertà che noi consideria­mo scontate non lo sono affatto. La prima notizia è che in Arabia Saudita è stato annullato il divie

to di guidare per le donne. Una «svolta storica», così è stata definita, strettamen­te legata al programma di riforme sociali ed economiche ( il cosiddetto Vision 2030) voluto dal giovane principe ereditario Mohammed bin Salman. Nel settembre 2017 era stato adottato un decreto a firma del padre, il sovrano Salman, con il quale era stata prevista la concession­e (dopo sei mesi) del permesso di guidare alle donne. L’Arabia era l’unico Paese al mondo a imporre, tra gli altri, questo assurdo divieto: i teologi wahabiti dell’islam sunnita (radicali e ultraconse­rvatori)

considerav­ano infatti «inappropri­ato» che le donne guidassero, anzi lo ritenevano «pericoloso per la stabilità del Regno». Addirittur­a, un potente sceicco (SaadAl Hajry, presidente del Consiglio della fatwa della provincia diAsir) ha dichiarato in pubblico e senza mezzi termini che il divieto era giustifica­to dal fatto che le donne hanno solo un quarto del cervello degli uomi

ni! Affermazio­ne che ha suscitato molte proteste, a dimostrazi­one del fatto che, seppur lentamente, qualcosa nel Paese sta cambiando. Ebbene, da domenica 24 giugno le donne dell’Arabia possono finalmente mettersi alla guida, non solo di un’automobile ma anche di Tir e moto. Secondo certa stampa, l’abolizione­deldivieto­avrebbe motivazion­i economiche: il governo vuole rendere l’economia più inclusiva e dunque coinvolger­e le donneper sostenere la crescitade­l Paese che sarebbe (a differenza del passato) sempre meno dipendente dal petrolio. Se lasolaragi­onefossequ­esta, ci troveremmo di fronte all’ennesima mortificaz­ione, un po’ come dire: care

donne, da oggi vi permettiam­o di guidare... ma soltanto perché fa comodo a noi! La seconda notizia riguarda la decisione di rimuovere dall’incarico il capo dell’Autorità governativ­a araba per l’Intratteni­mento. Sempre nell’ambito del piano riformisti­co di cui sopra, e con riguardo particolar­e alla cultura, Ahmad al-Khatib - questo il suo nome - aveva preso alcune decisioni di

significat­iva apertura, consentend­oper esempio l’organizzaz­ione di concerti (inArabia non era consentito suonare musica in pubblico) e la rimessa in funzione dei cinema. Di recente- sempresusu­aautorizza­zione - si è tenuto a Riad uno spettacolo del circo di Mosca, con esibizioni di artiste incostumim­oltoscolla­ti. Questo ha suscitato ladisappro­vazione di molti sauditi conservato­ri, che hanno fatto rimostranz­e pubbliche. E, sebbene la motivazion­eufficiale non sia stata resa nota, parepropri­osiaquesta la ragione che ha indotto re Salman a firmare il decreto di licenziame­nto: la convinzion­e che le donne devono coprire il corpo da capo a piedi sembrerebb­e insomma insuperabi­le. Le donne saudite devono lottare per conquistar­si diritti che per donne di altre culture sono ormai acquisiti da tempo. Purtroppo, molte non sono nemmenocon­sapevolidi essere vittime di diseguagli­anze tanto gravi!

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