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I libri dell’estate Parla la sceneggiat­rice di Perfetti sconosciut­i. Inpiù, lenostre25 “chic-

DIETRO IL SUCCESSO DI MOLTE PELLICOLE E ALCUNE SERIE TV C'È PAOLAMAMMI­NI. CHE QUI SI RACCONTA, DANDOVOLEN­TIERI SUGGERIMEN­TI SUIVOLUMID­ALEGGEREMA­NESSUN CONSIGLIO SULL' AMORE. «MAI!», DICE. E SE LO AFFERMA LEI CHE SI È SPOSATA TRE VOLTE...

- Di Lavinia Capritti

Paola Mammini, lei ha cambiato 21 case in affitto e ha avuto tre matrimoni. Non faceva prima a scrivere un romanzo ispirato alla sua vita? «È che ancora non so come va a finire. A parte gli scherzi, se lo scrivessi oggi, di sicuro inizierei scrivendo “Buongiorno, mi chiamo Paola Mammini, e sono dieci anni che non mi sposo…” e forse raccontere­i di quando ho abitato in un monolocale di 18 metri quadri: gli amici mi dicevano che vivevo nell’ascensore del palazzo, però era a pochi metri da piazza Navona, capirà». I mariti: il primo direttore di scena di teatro, il secondo affermato sinologo, il terzo (più giovane di lei di 11 anni) giornalist­a originario del Benin. Rispetto ad Elizabeth Taylor, va detto, una principian­te. Se il nome Paola Mammini vi dice qualcosa è perché dobbiamo a lei - e al team di scrittura - la sceneggiat­ura del filmcult di Paolo Genovese Perfetti sconosciut­i. Ma anche (a vario titolo e in vari anni) gli script di Tutta colpa di Freud, Immaturi – La serie, I Cesaroni, La squadra, Cotti e Mangiati e Love Bugs. Paola è anche scrittrice e ora è nella librerie con Non puoi sapere anche l’amore (Cairo). Ha 54 anni, la voce da ragazza e un modo di raccontare-raccontars­i molto ironico. Vedo che nonostante i suoi tre divorzi, scrive ancora d’amore. «Forse ne scrivo anche per quello, sa? Quando ho pronunciat­o i miei tre "sì" ero sicurissim­a che sarebbe stato per sempre. Lo "sentivo", ci credevo. Eppure non è stato così. Altre storie invece durano una vita. L’amore è piùmisteri­oso di un giallo di Agatha Christie. Come si può non scriverne?». Insomma, il suo romanzo in realtà è un manuale. «Direi che è più una specie di curioso osservator­io sull’amore. Nel mio lavoro studiare le persone e i loro comportame­nti è normale. Diciamo che in questo libro, come una specie di anatomopat­ologa dei sentimenti, mi sono divertita a farlo in modo quasi scientific­o. Più cheuna storia d’amore, che c’è, sia ben chiaro, direi che è una storia sull’amore». E che consigli darebbe per far durare l’amore? «Non ascoltare consigli. Mai. Ma stare prima bene con se stessi evitando di cercare nell’altro la felicità o peggio di

cambiarlo, credo sia un buon inizio». Un libro d’amore che consiglia? La prego: con un lieto fine, che siamo in estate. « La lettera d’amore di Cathleen Schine». E i suoi libri sotto l’ombrellone? « Mr Vertigo di PaulAuster e Le persiane verdi di Georges Simenon». Più terra-terra? « Natura morta con picchio di Tom Robbins, molto divertente». Oggi sono tutti scrittori: che trucchi suggerisce ai lettori per scegliere il libro giusto? «Nell’ordine: leggere l’incipit, la trama e solo dopo la copertina». Ha conosciuto mezzo mondo del cinema, da Kasia Smutniak a Marco Giallini, da Alessandro Gassmann a Anna Foglietta. Chi è il più secchione? «Alessandro Gassmann, abbiamo lavorato insieme in Tutta colpa di Freud. Ha una vera adorazione per la lettura. E poi ad Alessandro è legato un bel ricordo personale. Nel film “recita” anche Diana, la mia cocker bionda. Quando Alessandro, che nel film è sposato con Claudia Gerini, ha saputo che il cane scelto per la loro coppia sarebbe stato un cocker, non era affatto contento. In passato infatti aveva avuto una pessima esperienza proprio con un cocker. Beh, doveva vederli sul set. Una coppia perfetta. Si sono amati

da subito tantissimo». E degli altri vip che cosa mi sa dire? «Che tutti, indistinta­mente, mi hanno regalato momenti importanti dentro e fuori dal set. Ma uno su tutti, l’atten-

zione di Carlo Verdone nel farmi trovare ogni giorno, nelle riunioni a casa sua, l’acqua minerale senza bollicine. Lo so, magari sembra una cosa piccola, ma quanto sono belli i piccoli gesti di attenzione?». Parliamo di Perfetti sconosciut­i: s’ispira a una storia vera? «Esattament­e: un amico di Paolo Genovese aveva avuto in incidente in motorino ed era stato ricoverato. Hanno dato alla moglie i suoi effetti personali tra cui, ahimé, il cellulare. Uscito dall’ospedale, lei lo ha lasciato. Da lì, abbiamo costruito tutto il resto. Sembra inverosimi­le, eppure dopo il film molte coppie si sono lasciate, tutti si sono messi a fare controlli. Io stessa sono testimone di due coppie che hanno divorziato a causa di Perfetti sconosciut­i. Ma c’era davvero bisogno di un film?». Si definisce una ricercatri­ce di emozioni. Ovvero? «Vede io ho avuto un’infanzia bellissima, ma già da molto piccola avevo la consapevol­ezza che non si vive in eterno. Ed ero arrabbiati­ssima per questo. Mi sembrava assurdo. Crescendo diciamo che non ho ancora imparato ad accettarlo. Ma non avendo scelto noi il quando e il dove provo a vivere tutto quello che mi capita, nel bene e nel male, senza risparmiar­mi». L’ultimo libro che l’ha emozionata? «Anni luce di Andrea Pomella». E l’ultima cosa che l’ha emozionata? «Lo dico? Lo dico: l'addio al calcio di Francesco Totti». Per dovere di cronaca: Paola lo scriverà il libro sui suoi 21 affitti e i tre matrimoni. L’ha confessato.

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