Oggi

«I telefonini ci faranno rinunciare al cash »

POSTE ITALIANE: LA SVOLTA ARRIVERÀ CON I PAGAMENTI QUOTIDIANI, COME IL BIGLIETTO DELLA METRO E IL CAFFÈ

- Di Daniela Stigliano

La svolta verrà dagli smartphone. Non ha dubbi Walter Pinci, responsabi­le dei Sistemi incasso e pagamenti di Poste Italiane. «La diffusione dei telefonini in Italia è pari se non superiore a quella in altri Paesi, gli italiani hanno dimestiche­zza con gli smartphone e tutto quello che è legato al mobile avrà grande sviluppo. Compresi i pagamenti elettronic­i».

L’Italia è comunque ancora molto legata all’uso del contante… «È vero, il gap rispetto ad altri Paesi simili al nostro per dimensione, livello economico, scolarizza­zione e diffusione di prodotti elettronic­i è ancora molto elevato. Ma è altrettant­o vero che stiamo crescendo a doppia cifra sull’utilizzo delle carte di pagamento. Quelle emesse da Poste sono più di 25 milioni».

Da dove viene la diffidenza degli italiani verso lamoneta elettronic­a? «È un tema culturale: gli italiani sono affezionat­i al contante, e c’entra anche la grossa incidenza dell’economia sommersa, che si calcola pari al 20% del nostro Pil. Bisognereb­be però fare di più per comunicare i benefici del sistema dei pagamenti elettronic­i: l’emersione del sommerso, appunto, il maggiore livello di sicurezza e i servizi a valore aggiunto che il contante non dà, per esempio l'App PostePay permette operazioni per trasferire piccole somme tra amici in rubrica telefonica».

Gioca un ruolo pure la paura di indebitars­i? «Forse era vero in passato, e non è un caso che la maggior parte delle carte in Italia siano di debito o prepagate, non accedano quindi a una linea di credito. Ma adesso quasi tutti i tipi di pagamenti elettronic­i mettono a disposizio­ne sistemi di controllo e di rendiconta­zione, come la possibilit­à di tetti di spesa e di avvisi con sms quando si fa un pagamento: il rischio di spendere senza accorgerse­ne non c’è». Lei pensa che davvero si possa andare in giro in Italia senza soldi? «Forse ancora non del tutto. Ma se penso a una giornata tipo di un italiano, a parte il caffè, dalla benzina al posteggio, dal supermerca­to alla ristorazio­ne, la maggior parte delle spese si può fare con la moneta elettronic­a. Poste vuole accompagna­re i consumator­i sui micropagam­enti, come per i biglietti della metropolit­ana di Milano che ora si può pagare con le carte contactles­s o con i telefonini. Perché i comportame­nti cambiano attraverso i piccoli gesti abituali». I piccoli pagamenti, come i mezzi pubblici, interessan­o anche i giovani: da che età si può usare una carta? «I giovani sonomolto più veloci, e un bambino di 10 anni forse ha già un cellulare. Esistono del resto molte carte prepagate per i minori, come la nostra PostePay. L'età giusta potrebbe essere dai 13 anni».

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