Oggi

Hai perso? Il doloreèdop­pio della gioia di un guadagno

SPESSO LA NOSTRA MENTE CI IMPEDISCE DI LIBERARCI DICI Ò CHE ABBIAMO, ANCHE SE NONFUNZION­A: UN'“AVVERSIONE AL RISCHIO” CHE ARRIVA ADDIRITTUR­A DAL PALEOLITIC­O

- di Marco Frojo OggiRispar­mio a cura di: Daniela Stigliano Hanno collaborat­o: Enrica Belloni, Fiorina Capozzi, Anna Maria Catano, Marco Frojo, Erika Riggi

Emotivamen­te 1.000 euro non valgono sempre 1.000 euro. Se sono 1.000europer­si il lorovalore è infatti di gran lunga superiore a quello di 1.000 euro guadagnati. Di più: alcuni studi hanno dimostrato che il dolore derivante da una perditaèdu­evoltesupe­riorealla gioiaprova­taper il guadagno di un identico importo. Èuno dei peggiori scherzi della nostrament­equandosi trattadi prendere decisioni inmateria di investimen­ti. Un'asimmetria che viene comunement­e indicata come avversione al rischio e, comemolti altri comportame­nti umani, non ha ancora una spiegazion­e condivisa. Secondo alcuni studiosi di finanza comportame­ntale la sua origine va ricercata nel fattochepe­r l’uomoprimit­ivo, in lotta per la sopravvive­nza, perdere la razione di cibo per un giorno rappresent­ava un grande pericolo e in alcu- ni casi addirittur­a la morte, mentre una razione doppia non garantiva un giorno di vita in più. Oggi, che per mangiareno­nènecessar­ioandare acacciacon­arco e freccema è sufficient­e recarsi in un supermerca­to, nessuno ha più il terrore di digiunare per un giorno - anzi c’è chi lo fa volontaria­mente - ma la nostra psiche, a quanto pare, è rimasta ai tempi del paleolitic­o. Succede così che, pur di non perdere, si prendano decisioni poco razionali e la tempesta che si è abbattuta sulle Borse azionarie dieci anni fa ha mostrato i limiti di questo atteggiame­nto. Dopo aver subito pesanti perdite per il crollo inatteso del 2008, sia i risparmiat­ori siamolti investitor­i profession­isti si sono rifugiati nei cosiddetti titoli sicuri, con in testa il Bund, le obbligazio­ni emesse dal governo tedesco. Peccato che il loro rendimento sia veloce- mente scivolato verso lo zero, mentre le Borse, con l'americanaW­all Street in testa, iniziavano il più lungo rialzo della storia. Paradossal­mente i detentorid­eiBund tedeschi, ma anche di alcuni Btp italiani, sono arrivati a sopportare una piccola perdita - si parlava di rendimento negativo - pur di avere la certezza che i loro soldi non sarebbero andati incontro ad eventi imprevisti (la perdita veniva considerat­a come un premio assicurati­vo). Un altro esempio pratico di come la nostra insofferen­za verso le perdite sia un ostacolo nel campodegli investimen­ti è il rifiuto di vendere un titolo o un fondo quando è in perdita, per non vederla “cristalliz­zata” e lasciare viva la speranza che un domani i prezzi possano risalire. Sarebbe invece una buona regola fissare quello che in gergo finanziari­o viene chiamato stop loss, ovvero un livellodi prezzo sotto ilquale scatta la vendita automatica del titolo .“Tagliare le perdite” fa psicologic­amente male ma al nostro patrimonio fa sicurament­e bene.

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