Divorzi Le cause dureranno anni di Alice Corti
I VANTAGGI DEL CONIUGE PIÙ DEBOLE. CHI POTRÀ MIGLIORARE LE CONDIZIONI ECHINO. IL BOOM DI CONTENZIOSI E INDAGINI. IL“NOSTRO” AVVOCATO ADA ODINO CI SPIEGA TUTTO
Da quando la Corte diCassazione, a sezioni unite, si è pronunciata sulle regole per l’attribuzione dell’assegno di divorzio, i telefoni di tutti gli avvocati hanno iniziato a squillare senza sosta. Solo poco più di un anno fa, la “sentenza Grilli” - così chiamata perché faceva riferimento al divorzio tra l’exministroVittorioGrilli e Lisa Lowenstein - aveva ribaltato la consuetudine giurisprudenziale, archiviando il parametro del tenore di vita a favore dell’autosufficienza del coniuge. Ora, invece, la sentenza n. 18287 introduce ulteriori parametri per il calcolo dell’assegno di mantenimento, tra i quali il contributo del coniuge alla formazione delpatrimonio comune e personale, la durata delmatrimonio, l’età del richiedente. Per fare chiarezza, abbiamo chiesto spiegazioni all’avvocatoAdaOdino, esperta diDiritto di Famiglia e deiMinoriaMilano. Avvocato Odino, cosa cambia? «Giudici e avvocati lavoreranno di più e le cause dureranno anni. Il giudice dovrà fare un’istruttoriamolto accurata per capire in quale modo il coniuge che richiede l’assegno - di solito, lamoglie - abbia cooperato a incrementare le disponibilità della famiglia, se abbia rinunciato a una attività lavorativa per seguire i figli o per favorire l’altro nella sua carriera. L’assegno non avrà natura assistenziale, ma compensativa e perequativa: nonsaràpiù ancorato al tenore di vita, ma compenserà quello a cui il soggetto “debole” ha rinunciato e tenderà all’equità rispetto all’arricchimento del coniuge più “forte”». Si valuterà la durata delle nozze. «È un punto che condivido. Non solo la durata, ma anche l’età del coniuge debole. Ovvio che quando una coppia sceglie che lei starà a casa per seguire i figli e far fare a luiuna bella carriera, e dopo 30 anni i due divorziano, bisogna considerare che la donna, magari 60enne, avrà difficoltà a trovare un
lavoro. Se, poi, al disagio economico si aggiunge un problema di salute che nonpermette di cercareunlavoro - per esempio, dopo il divorzio la moglie ha un esaurimento nervoso - questa sarà una condizione ulteriore per chiedere l’assegno divorzile. Addio invece all’assegno per matrimoni di breve durata». Questa sentenza è retroattiva? «Per i divorzi già passati in giudicato, no; non si può chiedere una modifica sulla base di nuove interpretazioni della legge. Ma potrebbe capitare che chi non ha avuto un assegno nel periodo di vigenza della sentenza Grilli, chie- da una modifica delle condizioni sostenendo circostanze nuove. Vedremo una recrudescenza di contenziosi: per lemogli sarà un’opportunità per far valere quello che hanno fatto per la famiglia, per dimostrare di aver rinunciato a un lavoro gratificante e remunerativo e di essere, quindi, in una condizione economica di non equità. I mariti dovranno dimostrare che le mogli non hanno contribuito alla loro carriera o ad accrescere il patrimonio». Come si valuta il contributo dei coniugi? «La Cassazione ha imposto di dover produrre fin dall’inizio la documentazione fiscale e ha attribuito al giudice, che potrà interpellare la Guardia di Finanza, un potere non ufficioso di indagini. Si cercheranno documenti che dimostrino le ragioni delle scelte (esempio: lettere di lei che dice a lui di essere felice di aver lasciato il lavoro per stare dietro ai figli). Nellamaggioranza dei casi, si andrà per testimoni. Il giudice dovrà fare una “radiografia” della coppia e chiamerà amici, familiari e magari anche i figli a dire se è vero che la moglie si occupava della prole, o supportava il marito nell’attività sociale accompagnandolo agli eventi di lavoro, o gli aveva curato gli investimenti». Quindi nozze meno romantiche. «Bisogna vedere come questa sentenza sarà applicata nei tribunali. Magari tra qualchemese verrà approvata una legge che stabilisce principi completamente diversi. Oppure, la sentenza potrebbe aprire la strada ai patti prematrimoniali, che ora in Italia non hanno valore. Nel frattempo, consiglio alle coppie che ancora si amano di dialogare di più e chiarire le cose fin dall’inizio, sapendo quali potrebbero essere le conseguenze delle loro scelte; di tenere documentazione, di essere sinceri e chiedersi sempre, non solo all’inizio, se continuano a condividere la vita che stanno facendo».
«IL MIO CONSIGLIO ALLE COPPIE? CHIARITE LE COSE FIN DALL’INIZIO»