Oggi

FABIO ROVAZZI

IN TRE GIORNI IL SUO “CORTO” È GIÀ VIRALE. CON LUI, UN ESERCITO DI BI G: D AMOR AN DIA RAMAZZO T TI AD ALBANO. E INTANTO SI PREPARA A UN GRANDE PROGETTO AL CINEMA

- Di Alberto Dandolo - foto di Carlos Folgoso/Massimo Sestini

Il cantante lancia il suo ultimo tormentone.

Èun fiume in piena, energia pura, entusiasmo allo stato brado. Fabio Rovazzi, classe 1994, è la vera icona pop di questa estate rovente. Da «non cantante», come si definisce, con al suo attivo 11 dischi di platino, a fenomeno mediatico virale grazie al suo nuovo singolo Faccio quello che voglio. Il video di lancio del brano è già un cult in Rete. Oltre noveminuti in cui il ventenne milanese mescola con sapienza l’autoralità musicale al linguaggio cinematogr­afico. Con Faccio quello che voglio Fabio aggiunge un tassello al suo racconto musicale. E lo fa attraverso l’arte della provocazio­ne. Si scaglia contro modelli di riferiment­o usurati e lancia un messaggio tanto leggero quanto acuto, ironizzand­o con cinico realismo sulle “voci rubate” all’arte racchiusa in rigidi canoni. Il suo video è la storia di un grido di libertà e anarchia: evolviamoc­i dai luoghi comuni e ritroviamo il coraggio di essere noi stessi. Con le nostre imprecisio­ni e i nostri inciampi. Al suo corto hanno preso parte personaggi “di peso”, lontani tra loro sia anagrafica­mente che artisticam­ente. A Rovazzi hanno detto sì Al Bano, Morandi, Ramazzotti, Emma, Rita Pavone, Massimo Boldi, Carlo Cracco, Fabio Volo, Flavio Briatore, Roberto Pedicini e Diletta Leotta.

Sarà il nuovo tormentone estivo questo brano. Ne è consapevol­e? «Non amo troppo l’idea del tormentone agostano. Di ciò che ha una vita limitata. Questo è un progetto diverso, rischioso. Ero consapevol­e dell’ambizione di questo lavoro. Sono entusiasta che sia partito col piede giusto e che stia piacendo. Mi sono fatto per tre mesi “un mazzo tanto” per poter arrivare a questo risultato. Ho privilegia­to la qualità del prodotto. Ho rischiato e ci ho messo la faccia. Provo emozione e orgoglio per come è stato accolto».

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