ALDO GRASSO
DAL RINNOVO DELLA SQUADRA, AI FENOMENI GRIEZMANN EMBAPPÉ,IBLEUS HANNO CONQUISTATO IL MONDIALE. CONLASPERANZACHE SIAUNESEMPIODI INTEGRAZIONE
Ha vinto la Francia, ha vinto la squadra plurale. Nella vittoria dei Bleus, guidati dal ctDidier Deschamps (vecchia conoscenza juventina) ci sono due aspetti che rendono ancora più importante il trionfo ai Mondiali di Russia 2018.
Il primo è tecnico. Poco più di due anni fa, il 10 luglio 2016, la Francia di Deschamps si arrendeva al Portogallo nell’epilogo di SaintDenis contro il Portogallo di Cristiano Rinaldo:
colpa di un gol ai supplementari del protagonista che non ti aspetti, Éder, colui che spezzò il sogno di un Paese intero che tifava in prima linea i propri eroi. La sconfitta agli Europei suggerì al ct di puntare sui giovani. In difesa le corsie hanno trovato la spinta dei 22enni Pavard ed Hernández, perfino la coppia centrale Under25 UmtitiVarane è una garanzia assicurata. Kanté non era titolare inamovibile a Euro 2016, tuttavia ha disputato un Mondiale di altissimo profilo in tandem con Pogba. Prezioso come sempre Matuidi, devastante l’enfant prodigeMbappé a quota 4 reti personali come l’ottimo Griezmann. Ma c’è un altro aspetto ancora più significativo. La Croazia, la squadra di Zlatko Dalić, esce comunque a testa alta dal torneo. La presidente Kolinda Grabar-Kitarović, con la maglia a scacchi rossi e bianchi come la divisa della sua squadra, ha stretto a sé giocatori mai così avanti in un Mondiale. Se i croati rappresentano una squadra in apparenza priva di “tensioni etniche”, un organico tutto “ariano” (definizioni, peraltro, semplicistiche) ma privo di un campionato di livello (non esiste una scuola croata e fin dalla giovane età, per affermarsi, bisogna emigrare, la raffinazione del talento va fatta altrove),
i francesi possono contare su una grande tradizione: ci possono essere le eccezioni di Griezmann (Spagna) o di Pogba (Inghilterra),
ma Mbappé si è affermato nel Monaco e adesso gioca nel Paris Saint-Germain, un club ricchissimo che può assicurare ingaggi superiori al Real Madrid e al Barcellona. Qualcuno ha voluto leggere la sfida finale come uno scontro fra “nazionalisti” e “melting pot”, fra “omogenei” (i cognomi croati finiscono tutti in -ic) e “meticci”. Nulla di più sbagliato.
La Francia è una squadra che si distingue per la sua varietà multietnica, ma la nazione si trova divisa sul tema dell’immigrazione, soprattutto dopo che molti giovani - per la maggior parte discendenti di immigrati - sono stati protagonisti della rivolta delle banlieue l’anno scorso.
Speriamo che la vittoria sia anche vittoria dell’integrazione. Speriamo che lo sport serva a farci capire che ormai tutti viviamo in una società multietnica.
PUR NON AVENDO UN CAMPIONATO DI LIVELLO, LA CROAZIA È USCITA COMUNQUE A TESTA ALTA