Le 8 regole per nuotare in sicurezza
Le piscine, pubbliche o private, devono essere delimitate da una recinzione alta almeno 120 centimetri: i bambini da 1 a 4 anni sono infatti la classe d’età più a rischio annegamento ed è di fondamentale importanza evitare che possano avventurarsi da soli in acqua.
Mai perdere d’occhio un bambino: anche se sa nuotare, in caso di difficoltà, impiega circa 20 secondi per sparire sotto l’acqua.
Evitare di tuffarsi in specchi d’acqua poco frequentati o sconosciuti. Il fascino di Robinson Crusoe è spesso irresistibile, ma pericoloso: in caso di necessità non c’è nessuno pronto a soccorrervi.
Mai buttarsi in acqua a stomaco pieno. Si rischia una congestione. La scienza non ha stabilito con certezza un lasso di tempo sicuro post digestione, ma conviene rispettare l’antica regola stabilita dalle nonne: almeno due ore.
Non fare troppo affidamento su ciambelle, braccioli, tubi di schiuma o altro, acquistati in cartoleria: sono soltanto giocattoli. L’unico salvagente veramente sicuro è il giubbotto omologato che tiene a galla una persona, anche se è svenuta.
Evitare di tuffarsi dopo una lunga esposizione al sole: la differenza di temperatura tra il corpo e l’acqua potrebbe provocare un grave malore, la “sincope da sbalzo termico”. Meglio immergersi, bagnandosi a poco a poco.
Frequentare corsi di nuoto: in caso di difficoltà aiuta a mantenere la calma, sviluppando consapevolezza nei propri “mezzi nautici”.
Non trascurare mai i segnali di pericolo, tipo le bandiere rosse esposte negli stabilimenti balneari: anche il nuotatore provetto può trovarsi in gravi difficoltà per il mare grosso o le correnti. Attenzione anche alle correnti nei fiumi.