di Umberto Brindani
È GIUSTO SCUSARSI PERAVERATTRIBUITOAI RAZZISTI L’AGGUATOALLAGIOVANEATLETA, MA...
Ho commesso un errore, anche se in folta compagnia, e me ne scuso. Nell’editoriale della settimana scorsa avevo definito un gesto di razzismo il lancio di un uovo contro Daisy Osakue a Moncalieri. In realtà si è trattato di tutt’altro. Una goliardata andata oltre le intenzioni: i lanciatori di uova più che un gruppo di razzisti erano una banda di deficienti. Non avevano l’obiettivo di colpire Daisy perché ha la pelle nera, e probabilmente anche se avessero voluto non ci sarebbero riusciti. Fine della storia, allarme ridimensionato. A dire il vero ho qualche attenuante. Quando ho scritto quell’editoriale sembrava certo che il movente dell’aggressione fosse l’intolleranza etnica. Poi il giornale va in stampa, ci mette un paio di giorni per arrivare nelle edicole, e qualcuno lo legge anche una settimana dopo. Nel frattempo è venuta fuori la verità, ma era troppo tardi per modificare ciò che era stato stampato e distribuito. Dico questo per rispondere a quei lettori che, anche a distanza di giorni, mi hanno scritto indignati o sarcastici, bollando il mio testo come una fake news e lamentando il fatto che non mi ero ancora scusato. Lo faccio adesso. I l simpatico Mario Cola mi ha inviato la foto di una bottiglia di Vov, con questa chiosa: «A casa dei razzisti hanno anche trovato unaMolotov pronta all’uso». Bella battuta. Gianpiero Buzzi sottolinea che tra i ragazzi colpevoli c’era il figlio di un esponente del Pd, «particolare che lei naturalmente ha taciuto» (vedi sopra a proposito dei tempi di stampa) e contesta che si dia sempre «la colpa a Salvini». Nadia Natali tira in ballo «il razzismo al contrario» e dice che «a moltiplicarsi non sono le scope, ma i non giornalisti, i ciarlatani, i finti buonisti e le camicie rosse» (Nadia, spero di non far parte di nessuna di queste quattro categorie). GiuseppeMarietti sostiene che io avrei portato omaggio «al pensiero unico della sinistra» (Giuseppe, lo dico sommessamente: ormai il pensiero unico è quello populista-sovranista, non ci ha fatto caso?). E Loris Rinaldi chiude tutte le discussioni con una verità incontrovertibile: «Morale della favola, Salvini vince di nuovo». Anche Enzo Valentini mi bacchetta mica male, ma scrive una frase che apre uno spiraglio sul tema vero: «Altri episodi fanno pensare, ma su questo siamo arrivati al ridicolo». Già. Altri episodi. Che, tutti presi come siamo dal ribaltamento del casoDaisy, tendiamo a dimenticare. Non voglio fare l’elenco dei fatti (autentici) di stampo razzista, così come non voglio compilare la lista del contrario, e cioè degli atti criminali compiuti da immigrati di colore. Non lo voglio fare perché proprio qui sta la radice del razzismo. Vale a dire quando si giudica, a favore o contro, in base all’etnia. L o confesso: sonomolto preoccupato per il clima generale di intolleranza che dilaga in Italia. Capisco perfettamente che l’esplosione degli sbarchi (fino a un anno fa) e la cattiva gestione di profughi e immigrati abbiano prodotto profonde sensazioni di insicurezza. Io stesso ho scritto più volte che era una situazione intollerabile, e Minniti prima e Salvini adesso hanno cominciato a occuparsi seriamente del problema (Salvini, a mio avviso, con qualche forzatura di troppo). Ma penso anche che si debba tener conto del principio di realtà, da un lato, e dei valori di umanità dall’altro. Io non voglio vivere in un Paese costantemente arrabbiato con i “neri”, o gli “zingari”. N on è un Paese come questo che auguro ai miei figli. Anzi, auguro loro di vivere in un Paese che non abbia perso la memoria storica. Le leggi razziali contro gli ebrei varate dal regime fascista, e all’epoca supinamente accettate dalla popolazione italiana, risalgono a meno di 80 anni fa, non 800. Gli orrori delle deportazioni non ci hanno vaccinato a sufficienza? Torno alla ballata dell’apprendista stregone: al momento c’è soltanto una scopa in azione, ma la storia insegna che quando iniziano a moltiplicarsi è difficile fermarle...