KeithHaring, èqui lafesta?
APALERMO54OPEREPROVENIENTIDADIVERSECOLLEZIONI INTERNAZIONALIFORMANO «PARTYLIFE». UNMONDOACOLORI
KeithHaring e le sue inconfondibili figure stilizzate, colorate, che
strizzano l’occhio ai fumetti ma indagano con ironia dissacrante sulle vicende umane: l’amore, il sesso, la malattia, la morte, il capitalismo. Lui e l’amore per l’arte, quella del Rinascimento e dei maestri del Novecento, la passione per la grafica e la pubblicità, per i murales che realizzò anche a Milano e Pisa: qui pochi anni prima della scomparsa dipinse una parete del Convento di San Domenico. Dell’artista nato in Pennsylvania nel 1958 poi adottato dalla Grande Mela, Palermo celebra i 60 anni dalla nascita con una mostra a Villa Zito che, sino al 16 settembre, accoglie 54 opere provenienti da collezioni internazionali, pubbliche e private, portando per la prima volta in Sicilia il lavoro dell’artista. Party Life, questo il titolo della rassegna, si sofferma sulla figura di questo singolare personaggio che, scomparso a soli 31 anni nel 1990, riuscì ad inserirsi perfettamente nel panorama artistico
newyorkese degli anni Ottanta,
frequentando gli esponenti della Beat Generation, divenendo amico di Jean Michel Basquiat e Roy Lichtenstein che di lui aveva grande stima e considerazione professionale. È la caleidoscopica epoca della graffiti art, del retaggio immaginifico della Pop Art e Haring non se ne sottrae. Disegna con i gessetti colorati sui manifesti pubblicitari affissi alle pareti dellametropolitana di NewYork, parla di amore universale; intanto i suoi personaggi bizzarri e sfrontati, contraddistinti dai contorni scuri, dalle sembianze che rielaborano figure archetipe e aborigene si mettono al servizio del sociale, con lavori di forte impatto. La mostra a Villa Zito, non a caso, vede una collaborazione con le associazioni no profit 4Children e NPS Italia onlus, a conferma dell’attenzione di Haring verso l’infanzia, la malattia e le tematiche sociali rappresentate oggi dalla Fondazione che porta il suo nome.