Parlare della malattia aiuta ad affrontarla?
L’ EX MINISTRO CALE N DA HA RINUNCIATO A INCONTRI PER SOSTENERE LA MOGLIE COLPITA DA UNA RECIDIVA
Una sera, eravamo a letto, miamoglie Francesca si girò e mi disse: «Ho deciso di raccontare il mio tumore al seno, e lo faròmettendoci la faccia». Nacque così l’idea del libroWondy- ovverocome si diventa supereroi per guarire dal cancro. Francesca chiamò la malattia con il suo nome, tumore, senza perifrasi. Lo fece per distoglieredaquestogenere di malati quella sorta di stigma sociale che da sempre li accompagna. «Non bisogna vergognarsi», diceva, e girava per Milano con la
testa pelata.
Francescadiventòper l’opinione pubblicaWondy perché credeva enormemente nel potere della condivisio
ne. Undolore compartecipato le sembrava un fardello meno pesante da portare sulle spalle. Lei non ce l’ha fatta a guarire, ma è stata curata con amore non solo dai medicimadalle centinaia di persone che le hanno voluto bene. Credo dunque che abbia fatto bene Carlo Calenda a spiegare la sua assenza dalla scena pubblica svelando ilmotivo: una recidivachehacolpitolamoglie
Violante. Subirà critiche, l’ex ministro, non furono risparmiateaFrancescacomealla Iena Nadia Toffa. Per alcuni la sofferenza va vissuta in forma privata, il dolore non va esibito. Amio parere, sta almalato e ai suoi cari de
cidere. Anzi, riconoscoachi soffreunasortadi situazione dittatoriale, per cui spetta a lui o a lei scegliere cosa fare di quel dolore. Calenda ne avrà parlato con la moglie. Carlo e Violante avranno condiviso la scelta guardandosi negli occhi. In fondo, è questo il segreto dell’amore.