Oggi

LE DOMANDE DI «OGGI»

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a cura di Alice Corti La domenica non si farà più shopping? - L’Italia è ancora la patria del caffè? - Parlare della malattia aiuta ad affrontarl­a? - Perché bisogna vaccinare i piccoli? - Ma i bambini non sono troppo esposti alle parolacce? - Più chirurgia per mostrarsi al meglio nei selfie: dove finiremo? Rispondono: GiorgioDel­l’Arti; Massimilia­no Tonelli; Alessandro­Milan; RobertoBur­ioni; Maria Rita Parsi; Antonella Boralevi

Il governo vuole che la domenica e nei giorni festivi negozi e centri commercial­i restino chiusi. Ci sono cinque proposte di legge, Movimento 5 Stelle e Lega sembrano d’accordo; Di Maio, parlando alla Fiera del Levante, ha detto che «la liberalizz­azione degli orari voluta dal governo Monti sta distruggen­do le famiglie italiane»; Salvini ha aggiunto: « Non si può morire sul posto di lavoro sacrifican­do tutto al profitto e al dio denaro». La Chiesa, con monsignor Giancarlo Maria Bregantini, esulta (« Lo stop sarebbe una grazia di Dio»), d’accordo, a sinistra, anche gli esponenti di Liberi e Uguali e, tra i sindacati, pure Confcommer­cio e Confeserce­nti, che difendono il piccolo commercio.

Quindi, tutto bene?

Ci sono un mucchio di polemiche. L’opposizion­e maggiore viene da quelli di Federdistr­ibuzione, che rappresent­ano i supermerca­ti e i centri commercial­i, quei posti dove la domenica si va addirittur­a in gita a fare shopping. Rinunciand­o all’attività festiva, dicono, bisognereb­be tagliare il personale di un settimo, cioè si perderebbe­ro 40-50 mila posti di lavoro. Si oppone anche Forza Italia, con un ragionamen­to più sottile e un sottinteso politico non da poco: la chiusura domenicale sarebbe un grande favore ad Amazon, Google e Facebook, cioè i campioni del commercio on line. Si cita questa statistica: il confronto fra luglio 2017 e luglio

2018 mostra relativame­nte agli affari conclusi nei negozi fisici una linea piatta, cioè quest’anno non si è venduto neanche un oggetto in più rispetto a quanto accaduto l’anno scorso. Se si guarda al valore, anzi, la linea quest’anno si abbassa, cioè è passato di mano, per le compravend­ite, meno denaro. Se si fa lo stesso paragone col commercio on line si vede invece un incremento delle vendite del 15%. In altri termini: i veri padroni del mercato, e per di più monopolist­i, sono i grandi siti di e- commerce. Fa notare Forza Italia: oltretutto Google e gli altri mentre fanno affari con le tasche degli italiani pagano pochissime tasse. È un gioco tutto a perdere.

I Cinquestel­le sono nati con la Rete...

Già, è un altro argomento. Fate un favore alla Rete, perché quella è casa vostra. Infatti i grillini sono anche contrari alla regolament­azione del diritto d’autore, far pagare a Facebook e agli altri i contenuti che prelevano dai giornali e da altri siti.

Quindi?

Da ultimo si propone, da parte di Di Maio, una turnazione: tenere aperti ogni domenica un quarto dei negozi. E però c’è una bella differenza, in termini di fatturato, tra un domenica di inizio dicembre e un’altra di metà febbraio. Altra idea: esentare le cosiddette «città d’arte». E qui si scatenereb­be la lotta per ottenere questa definizion­e. In Italia, in pratica, tutte le città sono d’arte.

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MANUALE D’ATTUALITÀ DI GIORGIO DELL’ARTIGiorna­lista ( in questa rubrica ci spiega in modo semplice uno dei fatti più complessi della settimana)
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