Oggi

Federica Sciar el li Conduce per il 15° anno di filaChi l’ha visto?

«LOSHARE È IMPORTANTE, MA AME INTERESSA RIPORTARE A CASA LE PERSONE SCOMPARSE», SPIEGAFEDE­RICA. CHEQUI RIPERCORRE GLI INIZI CHOC, LE VITTORIE, GLI “SPONSOR”. E SULLE VOCIDIADDI­O(C’È ILTG3CHEL’ASPETTA) DICE: «CHIEDERÒIL PERMESSOAI TELESPETTA­TORI»

- di Alessandro Penna

« Ricordo benissimo la prima puntata. Venivo dal Tg3, non avevo esperienze di “studio”. Epensavo che il telefono fosse solo un pezzo di scenografi­a, e che la voce di chi chiamava “fluisse” poi attraverso il centralino. Allora dopo un po’, per non restar con le mani in mano, mettevo giù la cornetta». Bella mossa. «Alla prima pausa pubblicita­ria, dalla regia mi fanno: “Federì, stai ad attacca’ er telefono a chi ce contatta per scovà un parente” ». Un debutto choc. «Aggiunga che un sacco di telespetta­tori, per lopiù anziani, telefonaro­no per dire che parlavo troppo in fretta e che non riuscivano a seguirmi. Pensai: “Se duro un anno è pure troppo”». Invece il giorno dopo il capostrutt­ura di Rai 3 chiamò Federica Sciarelli per dirle che il”suo” Chi l’ha visto? aveva fatto il 15 per cento e battuto Rai 1. Fu l’inizio di una nuova carriera (Federica si occupava di politica), e la prosecuzio­ne

d’un programma che per altri 15 anni – era “nato” nel 1989 - avrebbe inchiodato assassini, trovato centinaia di persone scomparse, salvato decine di vite e creato unmito bifronte: la Sciary, appunto, metà fatina e metà Angelo Vendicator­e.

È già ripartita in forma, con la striscia quotidiana e al mercoledì. «Sul web ho letto che sarei stremata: fesserie. La verità è cheunamia amica di Bolzano, Wittfrida, una tipa tosta che si occupa di bio-architettu­ra, mi ha organizzat­o una bicicletta­ta con gli amici in Sicilia, e ad agosto ci ha ammazzato di salite. Ho “staccato” sul serio, sono piena di energia».

Quindici anni dopo, lo share è una preoccupaz­ione? «Minore. E indiretta. A me quello che interessa davvero è trovare le persone e riportarle a casa. Se guadagno un telespetta­tore, sono felice: è un alleato in più, altri due occhi e una bocca che ci possono trasmetter­e segnalazio­ni. Le “mie” battaglie, poi, sono più importanti dell’Auditel. Il caso di Elisa Claps, per esempio, non faceva buoni ascolti. Ma iomi ero incaponita, volevo restituire un corpo a quella famiglia formidabil­e e, soprattutt­o, fermare l’assassino, Danilo Restivo: ero convinta che avrebbe ucciso di nuovo».

Fece il nome di Restivo prima che venisse trovato il cadavere della Claps. «E i vertici mi chiesero di essere più cauta. Risposi:“SeElisaèvi­va, eRestivo non c’entra nulla, cambio mestiere”».

È il caso di cui va più orgogliosa? «L’orgoglio si accende per storie più

piccole. A giugno venne a trovarci una ragazza: cidisse che lamamma, malata di Alzheimer, era uscita in pelliccia e non era più tornata. Le dissi: “Tranquilla: una in pelliccia, a giugno, la becchiamo subito”. E infatti la trovammo in poche ore: l’abbraccio di quella figlia me lo sento ancora addosso».

Chi l’ha visto? la immerge in un mondo torbido, pieno di ansia e di sangue. «Edire che di indole io sarei il contrario di quel che si vede: sono una cazzara, scherzo e rido tutto il tempo. A colpirmi, a perseguita­rmi perfino nei sogni, sono i particolar­i di delitti come la strage Circeo. Ci scrissi sopra un libro (con Claudio Rinaldi: Tre bravi ragazzi), dovevo condivider­e quell’orrore, da sola nonriusciv­o a tenermelo». In che altro modo se ne libera? «Facendo sport. Adoro il pattinaggi­o: lì devi stare attentissi­mo a non cascare, la testa è tutta occupata dalla necessità di mantenere l’equilibrio. Dopo un’ora sul ghiaccio, sono un’altra». Ha mai avuto paura? Nel 2008 Casa Pound le invase lo studio, un tizio poco raccomanda­bile minacciò di mandarle i “carrarmati in casa”. «Se avessi paura, farei un programma di cucina: la mia pasta e ceci non la batte nessuno. Ma voglio risponderl­e con una battuta “forte”, che mi disse una volta un pentito della banda della Magliana: “Meglio morire sparato che in ospedale”». In una puntata fece l’elenco, divenuto poi virale, dei siti porno visitati da Parolisi dopo aver ucciso la moglie Melania Rea. «Visto il caos che ne è nato, forse non lo rifarei. C’è stato un cortocircu­ito tra lamia faccia angelica e alcuni indirizzi webdi una volgarità inaudita. Ma io ero arrabbiata e conduco un programma in cui devo “parteggiar­e” per qualcuno: in questo caso, ovviamente, per la poveraMela­nia. Parolisi piagnucola­va, tentava di cucirsi addosso l’immagine del soldato senza macchia, dedito solo al suo lavoro. Io volevo far capire, mettendoci la mia voce e il mio viso, chi fosse davvero quell’uomo». Ora lei è in lizza per dirigere e condurre il Tg3. «L’ho letto, e mi fa molto piacere». Se le offrissero quella poltrona, accettereb­be? «Lo chiederei ai nostri telespetta­tori, deciderei con loro». Dicono che il suo nome sia “spinto” dai 5Stelle, che vogliono bilanciare le nomine destrorse della Lega. «Nonso chi ha fatto ilmionome. Ma so che lamamma diMatteo Salvini è una nostra grande fan: e se fosse stata lei?». Il 9 ottobre compirà 60 anni. «Come Sharon Stone e Madonna». Alla pensione ci pensa mai? «No: ho solo 30 anni di contributi. Certo, ho lavorato per quattro anni in Senato, all’ufficio informazio­ni parlamenta­ri: lì dopo 19 anni e sei mesi potevi andare in pensione. Ci fossi rimasta, a quest’ora avrei più tempo per pattinare».

 ??  ??
 ??  ?? «IN VACANZA HO PEDALATO PER ORE »
«IN VACANZA HO PEDALATO PER ORE »
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy