Soyuz Strage evitata per un soffio
I CONTROLLORI DI TERRA HANNORILEVATOUNA PERDITA DI PRESSIONE. COME IN UN PALLONE, TUTTACOLPADI UNPICCOLO FORO. EDÈUNACRUCIALE «QUESTIONED’ONORE», ORA, TROVARE ILCOLPEVOLE
Qualche astronauta pazzo-suicida ha cercato di manomettere la Stazione spaziale internazionale ( Iss)? Qualche traditore, per motivi inimmaginabili, ha sabotato a terra la navetta di trasporto per causare un disastro? Oper coprire un errore si è rischiata una tragedia? È l’una di notte (in Italia) di giovedì 30 agosto quando i controllori di Terra della SSI (Stazione spaziale internazionale) rilevavano una perdita di pressione dell’atmosfera di bordo. La causa veniva immediatamente attribuita ad una fuga dell’atmosfera interna. Poteva essere l’inizio di una tragedia. Ma i dati dicevano che almomento la fuoriuscita d’aria avveniva molto lentamente e così il direttore del Centro di Controllo di Houston preferiva non svegliare gli astronauti ( lassù vige l’ora di Greenwich e dunque era notte anche per loro) e attendere il mattino seguente per le verifiche. Al risveglio gli astronauti hanno immediatamente localizzato la perdita d’aria nella navetta di trasporto Soyuz, che lo scorso 6 giugno aveva portato in orbita il cosmonauta Sergey Prokopyev, l’astronauta dell’Agenzia spaziale europea Alexander Gerst e l’ingegnere di volo della Nasa Serena Auñón-Chancellor, che andavano ad aggiungersi agli altri tre astronauti già a bordo (Oleg Ar- temyev, Drew Feustel, Ricky Arnold). Si è pensato immediatamente che il foro poteva essere stato fatto da un micrometeorite o da un frammento millimetrico di spazzatura spaziale. L’ipotesi non era campata in aria in quanto già uno Space Shuttle era stato colpito di un piccolissimo oggetto che aveva perforato lo scafo e più di un satellite è statomesso fuori uso da oggetti così piccoli che è impossibile osservarli da Terra.
CACCIA AL SABOTATORE
Ma quando si è scoperto il foro si è capito immediatamente che era stato prodotto da mano umana, molto probabilmente con un trapano. Il buco, di un paio di millimetri di diametro, si trovava nel “modulo orbitale” della Soyuz. Si tratta di una struttura che assomiglia a una botte e che si trova nella parte anteriore della navetta, dove gli astronauti possono avere maggiore libertà di movimento e un minimo di privacy durante il viaggio dalla Terra alla stazione spaziale. Il modulo viene poi abbandonato prima del rientro e brucia nell’atmosfera. Stabilito che il foro era stato prodotto da qualcuno, il mistero anziché svanire si infittiva. Chi l’aveva prodotto? E quando? «È una questione d’onore trovare il responsabile di questo danno», aveva detto in un comunicato la società costruttrice della Soyuz. Tre ipotesi. La prima: un foro prodotto da un astronauta a bordo della stazione orbitante. Ma in quel modulo non si fanno lavori e dunque non è possibile che qualcuno l’abbia fatto accidentalmente. La seconda: un sabotaggio. Possibile che un astronauta avessemesso in pericolo anche la propria vita pur di sabotare la stazione spaziale? A parte la certezza sull’integrità dell’equipaggio, per un attentato alla SSI ci sarebbero stati mille
modi diversi con risultati più eclatanti. Escludendo allora che il foro fosse stato fatto nello spazio non rimaneva che ipotizzare che era stato prodotto a Terra, prima del lancio. Opera dunque di un sabotatore che avrebbe voluto far morire gli astronauti facendo perdere aria nella stazione spaziale senza che nessuno se ne accorgesse? È un’idea assolutamente impensabile in quan- to i sistemi di sicurezza sono tali che una qualunque perdita di pressione viene immediatamente rilevata dagli strumenti, come è stato. E allora, non rimaneva che un’ultima ipotesi: qualcuno, accidentalmente, doveva aver prodotto un foro che ha immediatamente chiuso senza dirlo a nessuno. Tra l’altro invicinanza delbuco ci sono altre piccole conche che assomigliano a quelle cheproduce un trapanoquando salta su di una lamiera. La persona che ha causato il danno ha chiuso il foro con un sigillante di qualche tipo che ha resistito durante il lancio e per tre mesi nello spazio. Ma a un certo punto si è seccato, la pressione interna dell’aria lo ha fatto saltare e il foro si è riaperto. Ora gli astronauti lo hanno richiuso con una garza imbevuta di una sostanza epossidica e al momento la pressione interna è tornata normale. L’ossigeno perso è stato sostituito con riserve di emergenza. Il modulo abitativo verrà abbandonato prima del rientro degli astronauti e dunque non si dovrà vivere il ritorno della Soyuz con apprensione. Certo, per risolvere al 100 per cento l’incidente sarebbe buona cosa individuare chi ha fatto il buco. E stando a indiscrezioni non ancora confermate l’Agenzia Spaziale Russa l’avrebbe
identificato.