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SILVIO GARATTINI

- di Silvio Garattini Direttore dell’Istituto di ricerche farmacolog­iche «Mario Negri», Milano

SI FANNOPOCHI STUDI PER VERIFICARL­O. CONPOSSIBI­LI RISCHI PERI PAZIENTI. PERCHÉ NON APPROVARLI CON MAGGIORE CAUTELA?

L’approvazio­ne di un nuovo farmaco è basata su qualità, efficacia e sicurezza. InEuropa, nonsonoric­hiesti studidicon­fronto. Tuttavia, spesso quando è vicina la scadenza del brevetto, partono ricerche comparativ­e condotte da enti indipenden­ti o con il supporto delle industrie farmaceuti

che. Queste indicano spesso che nuovi farmaci non sono migliori dei

vecchi prodotti. Unodi questi studi è stato recentemen­te pubblicato sul New England Journal of Medicine. L’indagine riguarda l’ictus cerebrale indotto da emboli di causa indetermin­ata (circa il 20% di tutti gli ictus cerebrali). I pazienti con questo ti podi patologia devono essere trattati per prevenire le frequenti ricorrenze. Lo studio ha reclutato 7.213 partecipan­ti divisi in due gruppi trattati rispettiva­mente con un nuovo farmaco orale noto con il nome generico dir ivaroxaban­oppu re con

aspirina. Il primo dei due è un anticoagul­ante che non richiede continui controlli come ilwarfarin, mentre l’aspirina è nota per la sua capacità di ridurre la formazione dei coaguli (trombi) per un’azione sulle piastri

ne. Lo studio è terminato prima del previsto, perché nella valutazion­e intermedia­dei risultatin­onsi erano

verificati benefici. Infatti, nel gruppo dei trattati con rivaroxaba­n l’ictus è comparso in 172 pazienti (il 5,1% del totale), mentre nel caso dell’aspirina i casi di ictus sono stati 160, cioè il 4,8%. La differenza tra i due gruppi, quindi, non è statistica­mente significat­iva. Anche consideran­do vari tipo di ictus, così come sommando all’ ictus casi di infarto cardiaco e mortalità cardiovasc­olare, non si osservava una differenza significat­iva fra i due trattament­i. Proprio perché sono anti

trombotici, entrambi i farmaci possono dar luogo a emorragie. Si sono osservati casi di sanguiname­nto grave in 62 pazienti trattati con rivaroxaba­n e 23 fra i trattati con aspirina, differenza inquesto caso altamente significat­iva. Quindi in futuro, se lo studio verrà fatto conoscere, pazienti con ictus dovuto a embolismod­a cause indetermin­ate dovranno essere trattati con aspirina. E il passato? Se la ricerca fosse stata realizzata­prima, forse vi sarebbero state meno emorragie gravi. Va anche sottolinea­to che le differenze di prezzo fra i due farmaci sono elevate, dato il basso prezzo dell’aspirina. Non è il caso quindi di essere un po’ più cauti nell’approvare nuovi farmaci?

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