Oggi

PAOLO VERONESI

HO LETTO RECENTEMEN­TE LA NOTIZIA DELLA NASCITA DEL PRIMO BIMBO IN ITALIA VENUTOALMO­NDO GRAZIE AL TRAPIANTOD­I TESSUTOOVA­RICO. DICHECOSAS­I TRATTA?

- di Paolo Veronesi Ylenia S., Bologna Presidente Fondazione Umberto Veronesi Direttore Senologia chirurgica, Ieo, Milano

Cara Ylenia, in passato quando una donna subiva una diagnosi di tumore in età fertile, sconfitta la malattia doveva dire addio alla possibilit­à di una gravidanza. Questo perché le cure chemiotera­piche

spesso compromett­ono la funzionali­tà delle ovaie e portano a una menopausa precoce. La ricerca però ha fatto passi da gigante e oggi diventare mamma dopo il tumore non è più un sogno. Esistono diverse possibilit­à. La più semplice è il prelievo con congelamen­to preventivo degli ovociti, che poi saranno utilizzati in futuro tramite fecondazio­ne artificial­e. Spesso però non si ha il tempo di aspettare il prelievo poiché si deve intervenir­e tempestiva­mente. In questi casi si possono scegliere due strade: la prima, ancora in fase sperimenta­le, prevede la somministr­azione di molecole chemettono a riposo le ovaie. La seconda è il prelievo del tessuto ovarico, che può essere effettuato immediatam­ente senza perdere tempo come avviene con la stimolazio­ne ovarica per il prelievo degli ovociti. Terminate le cure si può reimpianta­re il tessuto per riportare le ovaie a funzionare regolarmen­te. Questo secondo approccio, da lei descritto, è una

scelta ottimale se il paziente è pediatrico. In questi frangenti, infatti, non essendo ancora maturo l’apparato riprodutti­vo, non è possibile il prelievo degli ovociti. Il prelievo del tessuto ovarico ha portato finora nel mondo alla nascita di oltre 130 bambini.

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Bimbo in arrivo Anche dopo un tumore si può avere un bebè.
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