IL CORAGGIO DI UNA FAMIGLIA DEL GARDA UnB&B permio figlio Leonardo (e non solo)
«LEONONPUÒ CAMMINARE», DICE LA MAMMA. «LA NOSTRA CASA ERA PICCOLA PERLA SEDIA AROTELLE. COSÌ ABBIAMO TRASFORMATO UN ASILO IN UNA STRUTTURA PER TUTTI»
RIFANNO LE STANZE INSIEME
Moniga del Garda (Brescia). La famiglia Andreoletti si diverte a sistemare le stanze di L.A. Home. In primo piano, mamma Cristina, 49. Da sinistra: papà Andrea 49, Giovanni, 4, Jacopo, 15 e Leonardo, 7.
Leonardo ha sette anni. Ama i videogames e i cartoni animati. È goloso, vivace e ha il vizio di nascondersi all’ultimo piano quando è l’ora dei compiti. Leonardo non hamai camminato. È in sedia a rotelle perché colpito allanascita da Sma, atrofiamuscolare spinale. Una malattia genetica rara. Però nella sua nuova casaaMoniga sul Garda, è ogni giorno più libero.
E la costruzione stessa di questo rifugio, L. A. Home, un Bed & Breakfast ricavato da un vecchio asilo, vale la pena di essere raccontata. Perché a volte anche le case hanno un’anima. Ma cominciamo dall’inizio. «Leonardo è nato il 23maggio 2011 alle 3.15 del mattino», racconta la mamma, Cristina Sandrini Andreoletti. «È arrivato dopo Jacopo, il nostro primo figlio di sei anni più grande: Leo era già bellissimo, 3 kg di peso, un amore». Poi le prime diagnosi e il verdetto deimedici: «Non avrebbemai camminato. Il mondo mi è crollato addosso, urlavo che non era vero, che mio figlio era sano». Andrea, invece, consulta il tablet, si rende conto che la Sma, quella bestia di malattia, è entrata nella loro vita e non si torna indietro. Insieme capiscono che per un figlio speciale serve una casa speciale. Dove crescendo possa muoversi tra le porte, andare in bagno, e nuotare. «La fisioterapia in acqua per questi bambini è essenziale. Andrea ogni sabato accompagna Leonardo nel centro Montegrotto Terme, dove insegnano a nuotare e ad andare sott’acqua ai bambini Sma, anche per rafforzare la loro gabbia toracica». Oggi tutto sembra facile. Ma per sei anni gliAndreoletti hanno lottato per trovare un luogo dove abitare, senza lasciare il loro paese. Qui a Moniga hanno gli amici. E i nonni Paola e Giovanni si fanno in quattro per i nipoti, che oggi sono tre, perché nel frattempo è nato ancheGiovannino, ilmonello di famiglia.
CONTRO LA BUROCRAZIA
Il primo tentativo, quello di ristrutturare la vecchia casa, allargare l’ingresso, va a vuoto: su quel palazzo storico non si può intervenire. Ne seguiranno altri sei. «Ero disperata e delusa dalla burocrazia. Finché tre anni fa il sindaco, Lorella Lavo, ci propose di comprare all’asta l’asilo comunale, chiuso per la scossa di terremoto del 2011». Cristina all’inizio è arrabbiata: «Volevo solo una casa per la mia famiglia, non un asilo!». Poi però va con Andrea a visitarlo: è la stessa scuola frequentata un tempo dal suo Jacopo. È enorme. Troppo per loro. E poi, dove trovare i soldi per comprarla e ristrutturarla? C’è di buono che l’ospitalità è un viziodi famiglia. I nonni per anni hanno gestito un albergo. Daqui l’idea di unprogetto piùgrande. «Farne una casa accogliente, unB&B bello e possibile», continua Cristina. «La parola “disabili”, non mi piace, è poco inclusiva. La nostra casa, oggi è davvero per tutti». Grazie ai consigli dell’amica Silvia De Giorgi, interior designer molto nota in tv, L.A. Home ora è una struttura incantevole, affacciata suunparco e convista lago. Idealeper famiglie, giovani coppie, persone anziane o con richieste speciali. I bagni non sono bagni per handicappati. Ma semplicemente belli e funzionali, compatibili con chi vive “su quattroruote”. I lavandini, gli specchi, i ripiani delle cucine, i letti sono ad altezza studiata. Ma lo spettacolo più bello è spiare Leonardo, Jacopo e Giovannino nuotare in piscina. Dove il corpo non ha peso, le braccia di Leo remano forte. Lui si tuffa. Risale. Sembra volare.