Lo smemorato di Lajatico Ecco qual era il suo vero piano di Giuseppe Fumagalli
DALL’AMNESIA (FINTA) ALLE ACCUSE ALLA SUOCERA “INVADENTE”, ECCO COS’È SUCCESSO A SALVATORE MANNINO. IN FAMIGLIA NON SI SENTIVA CONSIDERATO E VOLEVA RIENTRARE DO POLA FUGA PER DETTARE REGOLE NUOVE. MA ORA RISCHIA DINO N TORNARE PIÙ A CASA
Èsuccesso come per le barzellette. Lo smemorato di Edimburgo, prima ha incuriosito mezzo mondo, poi quando ha confessato di essersi inventato tutto per stare alla larga dalla suocera, ha fatto esplodere quel mezzo mondo in una risata kolossal. Ma non tutti hanno riso. Per i familiari che la stanno vivendo sulla loro pelle, la vicenda di Salvatore Mannino è tutto fuor che divertente. «Siamo devastati», dice la moglie Francesca Serragoni, seduta nella sala d’attesa del reparto di salute mentale dell’ospedale Santa Chiara di Pisa dove l’uomo è ricoverato da dieci giorni. La donna, madre di quattro figli, ha il volto da brava ragazza, non si dispera, non fa piazzate o sceneggiate. Si esprime inmodo pacato, ma la sua voce è scossa da un tormento che sale dal profondo. «Sono preoccupata», dice, «questa storia sta distruggendo la vita mia e quella dei miei figli. Vorrei far capire che si tratta di una questione privata, che dovrà risolversi nel privato della nostra famiglia, non in piazza. Ci sono di mezzo anche dei minoriii e non è giustoi ffarne un caso mediatico. Vorrei che non si scrivesse più una riga, che non ne parlasse più nessuno. Nei prossimi giorni farò un comunicato, perché la situazione per noi è diventata insostenibile». La moglie parla, dice poco, ma non dice tutto. Il pudore, il rispetto per sé stessi e la propria famiglia, calano come un velo, su quel che è stato, quel che è e quel che sarà. Ma il mistero ormai perde pezzi. Gli inquirenti hanno fatto parlare Mannino, l’uomo si è espresso in termini confusi, ma medici e psichiatri lo hanno saputo interpretare. E il quadro, almeno per quanto riguarda quel che è stato, in breve tempo si è fatto più nitido e dettagliato. Oggi, la sequenza di gesti compiuti daMannino a partire dal 19 settembre, viene letta come un piano delirante, studiato e messo in atto per ristabilire all’interno della propria famiglia l’autorità di marito e padre che vedeva perduta o quantomeno ridimensionata. «Per quanto ci è stato possibile capire Mannino ha una personalità rigida, schematica», dice Alfredo Sbrana, primario del centro di salute mentale dell’ospedale Santa Chiara di Pisa. «Da anni non vedeva riconosciuto il proprio ruolo e invece di confrontarsi con la moglie ha continuato per anni a logorarsi in silenzio, fino a ideare il piano che lo avrebbe portato a recuperare l’autorità perduta». Entrare
«QUESTA VICENDA HA AVUTO SU DI NOI UN EFFETTO DEVASTANTE»
nella mente di Mannino e capire in n che modo avrebbe portato a compimento il “golpe” domestico non è un’impresa facile. Ma in ambiente e medico e giudiziario circolano indiscrezioni affidabili e precise che permettono di identificare almeno a grandi linee la strategia del fuggitivo. . Il suo obiettivo, ricordiamolo, non è sparirema ripresentarsi a distanza di qualchemese a casa, per affermare la propria centralità e dettare nuove regole di convivenza familiare. Il primo passo è far perdere le proprie tracce. Mannino si muove con bus e treni, dove i documenti possono anche essere controllati, ma non vengono registrati su liste o elenchi come avviene nel traffico aereo. Sale in treno a Pisa, arriva a Milano, prende un autobus notturno per Parigi, il mattino dopo è sul Tgv per Londra e poi prosegue per Edimburgo. Sceglie la capitale scozzese perché il proprio aspetto fisico, capelli rossicci, occhi azzurri e carnagione chiara, gli permettono ddi confondersi con la ppopolazionep loccale e una volta in ospedale nessunno penserà a lui come a un italiano. Appena giunge a destinazione, entra nella cattedrale, crolla a terra e inizia la recita dello smemorato. Si esprime in un inglese elementare, non ha su di sé documenti, non sa chi è, né da dove viene. Il gioco sarebbe dovuto durare due o tre mesi. Poi i ricordi avrebbero cominciato ad affiorare, lui avrebbe chiamato a sé i familiari e sarebbe rientrato a casa con loro. A quel punto, senza ricordi su come funzionavano le cose in casa prima della sua scomparsa, Mannino era sicuro di potersi imporre e attuare così una profonda riforma della vita
familiare. «Il suo errore», interviene Alfredo Sbrana, «è stato non capire che la sua avventura conteneva tutti gli elementi per esplodere suimedia». Così è stato. La vicenda cheMannino aveva immaginato strettamente privata è diventata largamente pubblica. Hanno cominciato a occuparsene anche gli inquirenti e quando hanno deciso di vederci chiaro lo smemorato ha dovuto arrendersi e confessare la messa in scena. Da quelmomento il mondo gli è crollato addosso. Quando sarà dimesso dal reparto di psichiatria di Pisa, Mannino non troverà a festeggiarlo la moglie, i figli Filippo, Marta, Ettore e Guia, né tantomeno la suocera Sandra Bocelli e sicuramente non tornerà con loro nella sua casetta bianca sul crinale della collina di Lajatico. «Non è il momento e forse non lo sarà mai», dice Ivo Gronchi, avvocato di famiglia. «Adesso non troverebbe un clima a lui favorevole. E ciò è comprensibile. Il 19 settembre quando è sparito, Mannino ha sprofondato i familiari in uno stato d’angoscia perché tutti pensavano al suicidio. Dopo qualche giorno è prevalsa l’i-
potesi di un allontanamento e i figli si sono sentiti abbandonati. Quando è stato ritrovato a Edimburgo tutti in famiglia hanno creduto all’amnesia e si sono dati da fare per aiutarlo a recuperare la memoria, ma quando hanno capito che era una farsa si sono sentiti presi in giro. Poi, come non bastasse, sono stati travolti da un turbine mediatico, dove il loro dramma personale veniva coperto di ridicolo. L’inutile sofferenza che quest’uomo ha inflitto ai suoi familiari è troppa. Non so cosa vorrà fare Francesca ( la moglie, ndr) ma se deciderà di avvia- re una causa di separazione sarò felice di assisterla». Dove possa andare Mannino ancora non si sa. Potrebbe ritirarsi là dove detiene proprietà immobiliari. In Sicilia, presso parenti di parte paterna, o nel cuneese, zona d’origine della madre. Ovunque vada dovrà appoggiarsi a una struttura sanitaria per indagare e curare il malessere che gli ha provocato una doppia amnesia. Una finta e un’altra drammaticamente vera, che lo ha portato a dimenticare il bene dei suoi figli e della sua famiglia.