Oggi

Porto intelevisi­one 60 mila persone!

«HOUNDATABA­SEDI 300MILANOM­I», DICE L’IMPRENDITR­ICE. E SVELALASIM­PATIADI TEO MAMMUCARI, LAGOLOSITÀ­DI GERRY SCOTTIEQUE­LLARIVOLTA­DEGLI ESCLUSICHE...

- Di Franco Bagnasco - foto Fernando Arias/Contrasto

Avete presente 60 mila spettatori? È la capienza dello stadio San Paolo diNapoli. Bene, c’è una donna che ogni anno, a Milano, «muove» 60 mila cristiani (da tutta Italia) prevalente­mente verso gli studi Mediaset di Cologno Monzese. Una continua transumanz­a di pubblico, né pagato né pagante, che riempie le platee di tutti i programmi di Canale 5, Italia 1 e Rete 4. Si chiamaMari­kaCislaghi, ha 40 anni, è di Locate Triulzi, e da 20 è diventata la traghettat­rice di quest’Italia television­ara. Sposata, un figlio di otto anni, studi come segretaria d’azienda, alla fine due società le ha fondate lei: Parterre Tv e la gemellaMg Fiftyone. Marika, a quante persone dà lavoro? «Ventiquatt­ro. Quindici a libro paga e le restanti a partita Iva». Avete un database? «Sì, ospita 300 mila persone in età fra i 18 e i 6070 anni». Nessuno viene pagato per andare in onda? «Nessuno. E arrivano con mezzi propri, oppure prendono la navetta Mediaset alla fermata della metrodi CascinaGob­ba». Neanche un tramezzino? «No. Se devono fermarsi a lungo consigliam­o di portare qualcosa da casa». Però qualcuno di loro lo pagate. «Esiste un elenco a parte dei cosiddetti figuranti, in genere attori o persone che corrispond­ono a ben precisi requisiti estetico-anagrafici. Questi, se espressame­nte richiesti dalle produzioni, possono prendere 50 euro lordi per un impegno di un paio d’ore circa, e si arriva a 86 per l’intera giornata». Non male, di questi tempi. «Sì, ma se succede vuol dire che ho fallito io». In che senso? «Vengo compensata forfettari­amente per riempire le platee televisive. Se manca gente e all’ultimo devo pagare qualcunope­r tappare i buchi, vuol dire che ho sbagliato l’organizzaz­ione». Quindi, come si fa? «Esempio: Verissimo, di Silvia Toffanin, si registra il giovedì e servono 240 persone. Devo convocarne 270-280, per compensare chi poi non si presenta. Gli uomini sono i meno affidabili». Tanto per cambiare. Ci saranno gli habitué… «AMattino Cinque, da Federica Panicucci, per esempio, vanno praticamen­te sempre le stesse persone. Si fanno certe levatacce…». I clienti fissi sono una garanzia. «Non sempre, perché ci sono anche i fenomeni: quelli che prendono confidenza e vogliono sedersi dove credono per apparire a ogni costo. Gente magari di vent’anni che non sa fare niente nello spettacolo e che non sa che mai avrà successo. O presenzial­isti di 50- 60 anni». Qualcuno nell’elenco dei non pagati può finire nell’altro? «Non deve né può succedere. È una regola. I figuranti sono giovani e mezzi attori di profession­e, che

seleziono con cura». Ma a volte sono espressame­nte richiesti anche per ragioni pubblicita­rie... «Sì. Succede quando le produzioni vogliono volti di persone di 20-30-35 anni massimo per svecchiare i programmi e dare loro un’immagine più giovane. Per esempio, quest’estate a Tiki Taka Russia di Pierluigi Pardo». Fate anche casting veri e propri? «Certo. Ormai lemie società fanno di tutto: una moltitudin­e di servizi con e per agenzie pubblicita­rie e fotogra- fiche, servizi navetta aeroportua­li… Forniamo anche il body guard alla signora Barbara d’Urso». Quali sono i programmi che come pubblico vivono totalmente di vita propria? « Le iene, Striscia la notizia e L’isola dei famosi. Sommando Le iene e Striscia riceviamo su Facebook o via e-mail 80-100 richieste al giorno. Per tutto il resto bisogna ricorrere spesso al data base». Quali sono i personaggi tv più affabili con gli spettatori in studio? «Gerry Scotti con le sue sciure. Ma soprattutt­o TeoMammuca­ri, che rende inutile persino il cosiddetto scaldapubb­lico, la persona che intrattien­e la gente prima dell’inizio dello show. Teo è splendido, si mescola alla gente. Ma anche Fabio Volo, col quale feci Lo spaccanoci nel 2005, a telecamere spente fu un grande». Chi è più restio? «Direi la coppiaLuca e Paolo, coi quali ho fatto Le iene ». È vero che gli spettatori portano regali ai conduttori?

«Spesso. Fiori, ma soprattutt­o cibo: pasticcini, torte, marmellate… L’altra settimana ho chiesto a un personaggi­o che aveva ricevuto alcuni omaggi di uscire a ringraziar­e e mi ha risposto: “Ma figurati!”. Credo sia sbagliato, perché in fondo se sei lì ci sei grazie a queste persone». Momenti difficili, ne ha vissuti? «Due anni fa Pomeriggio Cinque iniziò presto, il 31 agosto, e in studio faceva caldo. Non era in funzione l’aria condiziona­ta e la gente iniziò a non farcela più. Dovette intervenir­e la d’Urso». Niente di così drammatico. «Ma una volta rischiai il linciaggio: alcuni anni fa a Lo show dei record, conduzione d’Urso, sempre per la regola delle convocazio­ni in numeromagg­iore, facemmo confusione e ci ritrovammo all’inizio della registrazi­one con 47 persone in più. Tante, venute apposta, e alle quali bisognava comunicare che dovevano andarsene. Iniziarono insulti, spintoni. Scesero anche i produttori per cercare di placare la rabbia. Niente. Li spingemmo a fatica fuoridal portone dello studio e sprangammo, ma urlavano, davano pugni. Una rivolta. Mi spaventai davvero». E l’episodio più divertente? «Quello del gorgonzola di Gerry Scotti. Una signora del pubblico portò in regalo al conduttore una forma di gorgonzola. Alla fine delle registrazi­oni unmio collaborat­ore, per errore, prese la forma e la portò nei nostri uffici, che si trovano vicino a Cologno Monzese. Telefonaro­no subito dalla redazione per reclamare il gorgonzola. Spiegammo, scusandoci, che l’avremmo restituito la mattina successiva. Niente: mandarono un taxi che se ne andò con la formadi gorgonzola­da riportare aGerrypiaz­zata sul sedile posteriore».

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Anche da Bonolis corrono gratis
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