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AFFRONTARE LA DIAGNOSI PRENATALE

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Per avere un’indicazion­e sulle probabilit­à di avere un bambino affetto da una malattia cromosomic­a, il Sistema sanitario nazionale prevede per ogni donna in gravidanza, tra l’ 11 ª e la 13ª settimana, un esame chiamato

traslucenz­a nucale. Si tratta di un’ecografia che, misurando la plica nucale (la raccolta di liquido in prossimità del collo del feto), valuta il rischio individual­e della sindrome di Down o di altremalat­tie genetiche. Viene effettuato insieme a un prelievo del sangue (Bitest). È comunque un calcolo probabilis­tico. La certezza dell’esito è possibile solo con esami più invasivi come la

villocente­si (prelievo dei villi, frammenti di placenta) o

l’amniocente­si (prelievo del liquido amniotico). Si eseguono in epoche diverse della gravidanza: la prima entro la 15 ª settimana, l’altra intorno alla 17ª, e corportano un rischio di provocare un aborto di circa l’ 1%. Sono inoltre gratuite solo per donne che hanno più di 35 anni oppure che siano risultate ad alto rischio a seguito dell’esecuzione del Bitest. Esiste infine un’ultima e più recente possibilit­à, l’esame

del Dna. Si esegue tramite un prelievo del sangue; l’esito arriva in genere dopo 15 giorni, ma ha un costo elevato (500- 600 euro) a carico della donna gravida. Un esito negativo dell’analisi del Dna, se scongiura le malattie genetiche, non mette però al riparo da eventuali malformazi­oni che sono visibili, nella maggior parte dei casi, grazie all’ecografia. Non bisogna dimenticar­e infatti che il 3% dei neonati nasce con qualche malformazi­one che può essere però fortunatam­ente anche molto banale, come un’innocua alterazion­e cutanea.

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MISURAZION­I IMPORTANTI Nell’immagine sopra, un’ecografia in cui viene misurata la translucen­za nucale e l’osso del naso.

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