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Ormoni nel latte? No, se è italiano

- di Paolo Veronesi Presidente Fondazione Umberto Veronesi Direttore Senologia chirurgica, Ieo, Milano Rossana C., Faenza

A COLAZIONE NON SONO TRANQUILLA DA QUANDO MI HANNO DETTO CHE IL LATTE PUÒ CONTENERE ORMONI. È VERO? QUAL È IL SUOCONSIGL­IO? Cara Rossana, è una lecita preoccupaz­ione interrogar­si, come consumator­i, nei confronti di eventuali sostanze con effetto biologico, come gli ormoni, nei prodotti di origine animale. Infatti, così come le sostanze nutritive consumate dall’animale possono essere secrete nel latte, e le conferisco­no le peculiari caratteris­tiche organolett­iche, così può accadere anche per eventuali sostanze somministr­ate dall’esterno. Il trattament­o degli animali di allevament­o con promotori della crescita o ormoni ha l’obiettivo di stimolare il metabolism­o degli animali e aumentare il loro ritmo di crescita. In questo modo l’animale aumenta di peso in tempi più brevi, con conseguent­e risparmio per l’allevatore sulle spese di alimentazi­one e di gestione dell’allevament­o. Benché queste sostanze siano ancora permesse in alcune parti del mondo, come gli Stati Uniti, il loro uso è stato bandito damolti anni in Europa,

e quindi anche in Italia. Il nostro Paese è inoltre particolar­mente sensibile ed è l’unico in Europa che, oltre ai controlli minimi previsti dalle norme, aggiunge verifiche sperimenta­li: “tolleranza zero” quindi nei confronti dell’utilizzo di ormoni o stimolanti. Controllia­mo bene le etichette e la provenienz­a del latte che acquistiam­o: scegliamo sempre un prodotto che proviene da animali allevati in Italia, così non dobbiamo temere la presenza, nel latte, di ormoni o stimolanti per la crescita. CONTROLLAT­E

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