Emanuele Filiberto Ora fa il grillino
«I TEMPI CAMBIANO, IL FUTURO È LA DEMOCRAZIA DIRETTA ». DICE L’ EREDE D EIRE D’ ITALIA. CHE DIFENDE L’ ASSE LEGA -5 STELLE. MA LASCIALA FAMIGLIA A PARIGI EGLI AFFARI IN AMERICA
Le élite? Da un punto di vista politico hanno fallito. L’unica cosa elitaria che hanno saputo fare è stata riempirsi le tasche. E allora, ben venga il governo del popolo, voluto dal popolo». Il ragionamento in sé non stupisce. Stupisce che a farlo sia Emanuele Filiberto di Savoia, principe diVenezia, nipote dell’Ultimo re d’Italia ed erede al trono (virtuale) d’Italia. Mentre tutte le élite intellettuali ed economiche fanno a fette il governoLega-5 stelle, il rampollo della più elitaria delle istituzioni politiche (la monarchia) non sta al gioco e quasi quasi si lascia scappare un applauso. «Onestamente non capisco la sopresa», interviene Emanuele Filiberto, raggiunto al telefono a Parigi. «Ècome se mi dicesse: Emanuele sono stupito, come può guidare un’auto elettrica, passare un colpo di spugna sull’epoca
«CHIHIÈ STATO EL ET STATO ELETTO DEVE ESSERE MESSO NELLE CONDIZIONI DI GOVERNARE»
gloriosa del motori a scoppio e della guida dei gentleman… Che senso ha? Il mondo è cambiato e dobbiamo prenderne atto. Grazie ai social i cittadini oggi sono più partecipi alla vita pubblica, possono far sentire la loro voce e determinare le scelte dei governi». Non è così facile. «Non sarà facile ma avviene con frequenza sempremaggiore. Il 17novembre a Parigi ci sarà unamanifestazione contro l’aumento delle tasse sul carburante. È tutto partito da Facebook, sembrava un gioco e ora minaccia di bloccare il Paese».
«DIMENTICHIAMO GLI SCHIERAMENTI, DIAMOCI DA FARE TUTTI INSIEME PER IL PAESE
Approva? «Trovo tutto questomolto nuovoemolto bello. Questa si chiama politica diretta. La classe politica ha persomolto in classe. I cittadini lo hanno capito e dopo aver provato destra, sinistra e centro vogliono cambiare. L’élite non è più quella degli Anni 50 o 60. Oggi l’élite è composta da persone comuni dotate di grande intelligenza e voglia ia di fare il bene del loro Paese». Sembra di ascoltare un grillino. o. «Non sono né col governo né con on l’opposizione. La mia è una posizione ne neutra. Osservo, cerco di capire. Dico co solo che il popolo si è espresso e chi è stato eletto, deve essere messo nelle e condizioni di realizzare il proprio o progetto politico». L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro ma sfondata sui i conti pubblici. Secondo molti i osservatori, introdurre il redddito di cittadinanza non è eco- nomicamente sostenibile. «Oforse lo è… C’è chi parla di scelte pericolose e chi invece le ritiene raagionevoli. Ho sentito gli uni e gli altri. ri. Non mi esprimo, non sono abbastanza za esperto per farlo. Ma se i conti pubblilici versano in condizioni disastrose, lala colpa non è di questo governo». Tramille stroncature il suo semmbra un giudizio benevolo. «Sarebbe una follia non essere benevoli. Tanto per cominciare con Lega e 5 Stelle si vedono meno impicci e più senso pratico. Poi ci sono idee buone e meno buone. Ma parliamo di un governo insediato da 6 mesi. Vediamo cosa pensano di fare, vediamo i risultati. Bisogna lasciare tempo al tempo». Quanto tempo? «Il popolo s’è espresso per un cambiamento radicale, ma i cambiamenti non posso avvenire dall’oggi al domani. Serve il tempo per fare le leggi e il tempo per farle digerire al sistema economico e sociale. Un primo bilancio si potrà fare tra un paio d’anni». L’Europa non sembra disposta ad aspettare. «L’Europa ci guarda storta, ma non è che fuori dall’Italia sia tutto rose e fiori. Non possiamo essere trattati come ultima ruota del carro e farci ridere addosso. Da europeista dico che l’Europa ha bisogno di un’Italia forte» Anche sul frontefr interno c’è chi guarda stortstorto. «La democrazdemocrazia si fonda sul confronto tramaggiorantramaggioranza e opposizione. Io credodo però che in momenti come questi debba essere aavvertito un richiamo più alto. Al di là did ogni schieramento dovremmovremmo tutti lavorare per aiutare il Paese a riprenriprendersi». Lei si richiamarichia a uno spirito di patria che ssecondo alcuni viene interpretato meglio da una monarchia. «Ne siamo cosìco sicuri? Personalmentete non vedo questaq differenza. Oggi i poteri del CCapo dello Stato sono i poteripoterideldel re. CCerto, abbiamo visto presidentisidenti dellaRdellaRepubblicamarchiati politicamente,liticamente, cocome Giorgio Napolitano, mentre unmonarcaunmon si pone al di sopra delle parti comcome garante della patria. Mattarella è mmeglio, come certe sigarette, è mild, e con la sua delicatezza s’è fatto fedelefede interprete del ruolo
istituziistituzionale».