Oggi

Emanuele Filiberto Ora fa il grillino

«I TEMPI CAMBIANO, IL FUTURO È LA DEMOCRAZIA DIRETTA ». DICE L’ EREDE D EIRE D’ ITALIA. CHE DIFENDE L’ ASSE LEGA -5 STELLE. MA LASCIALA FAMIGLIA A PARIGI EGLI AFFARI IN AMERICA

- di Giuseppe Fumagalli

Le élite? Da un punto di vista politico hanno fallito. L’unica cosa elitaria che hanno saputo fare è stata riempirsi le tasche. E allora, ben venga il governo del popolo, voluto dal popolo». Il ragionamen­to in sé non stupisce. Stupisce che a farlo sia Emanuele Filiberto di Savoia, principe diVenezia, nipote dell’Ultimo re d’Italia ed erede al trono (virtuale) d’Italia. Mentre tutte le élite intellettu­ali ed economiche fanno a fette il governoLeg­a-5 stelle, il rampollo della più elitaria delle istituzion­i politiche (la monarchia) non sta al gioco e quasi quasi si lascia scappare un applauso. «Onestament­e non capisco la sopresa», interviene Emanuele Filiberto, raggiunto al telefono a Parigi. «Ècome se mi dicesse: Emanuele sono stupito, come può guidare un’auto elettrica, passare un colpo di spugna sull’epoca

«CHIHIÈ STATO EL ET STATO ELETTO DEVE ESSERE MESSO NELLE CONDIZIONI DI GOVERNARE»

gloriosa del motori a scoppio e della guida dei gentleman… Che senso ha? Il mondo è cambiato e dobbiamo prenderne atto. Grazie ai social i cittadini oggi sono più partecipi alla vita pubblica, possono far sentire la loro voce e determinar­e le scelte dei governi». Non è così facile. «Non sarà facile ma avviene con frequenza sempremagg­iore. Il 17novembre a Parigi ci sarà unamanifes­tazione contro l’aumento delle tasse sul carburante. È tutto partito da Facebook, sembrava un gioco e ora minaccia di bloccare il Paese».

«DIMENTICHI­AMO GLI SCHIERAMEN­TI, DIAMOCI DA FARE TUTTI INSIEME PER IL PAESE

Approva? «Trovo tutto questomolt­o nuovoemolt­o bello. Questa si chiama politica diretta. La classe politica ha persomolto in classe. I cittadini lo hanno capito e dopo aver provato destra, sinistra e centro vogliono cambiare. L’élite non è più quella degli Anni 50 o 60. Oggi l’élite è composta da persone comuni dotate di grande intelligen­za e voglia ia di fare il bene del loro Paese». Sembra di ascoltare un grillino. o. «Non sono né col governo né con on l’opposizion­e. La mia è una posizione ne neutra. Osservo, cerco di capire. Dico co solo che il popolo si è espresso e chi è stato eletto, deve essere messo nelle e condizioni di realizzare il proprio o progetto politico». L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro ma sfondata sui i conti pubblici. Secondo molti i osservator­i, introdurre il redddito di cittadinan­za non è eco- nomicament­e sostenibil­e. «Oforse lo è… C’è chi parla di scelte pericolose e chi invece le ritiene raagionevo­li. Ho sentito gli uni e gli altri. ri. Non mi esprimo, non sono abbastanza za esperto per farlo. Ma se i conti pubblilici versano in condizioni disastrose, lala colpa non è di questo governo». Tramille stroncatur­e il suo semmbra un giudizio benevolo. «Sarebbe una follia non essere benevoli. Tanto per cominciare con Lega e 5 Stelle si vedono meno impicci e più senso pratico. Poi ci sono idee buone e meno buone. Ma parliamo di un governo insediato da 6 mesi. Vediamo cosa pensano di fare, vediamo i risultati. Bisogna lasciare tempo al tempo». Quanto tempo? «Il popolo s’è espresso per un cambiament­o radicale, ma i cambiament­i non posso avvenire dall’oggi al domani. Serve il tempo per fare le leggi e il tempo per farle digerire al sistema economico e sociale. Un primo bilancio si potrà fare tra un paio d’anni». L’Europa non sembra disposta ad aspettare. «L’Europa ci guarda storta, ma non è che fuori dall’Italia sia tutto rose e fiori. Non possiamo essere trattati come ultima ruota del carro e farci ridere addosso. Da europeista dico che l’Europa ha bisogno di un’Italia forte» Anche sul frontefr interno c’è chi guarda stortstort­o. «La democrazde­mocrazia si fonda sul confronto tramaggior­antramaggi­oranza e opposizion­e. Io credodo però che in momenti come questi debba essere aavvertito un richiamo più alto. Al di là did ogni schieramen­to dovremmovr­emmo tutti lavorare per aiutare il Paese a riprenripr­endersi». Lei si richiamari­chia a uno spirito di patria che ssecondo alcuni viene interpreta­to meglio da una monarchia. «Ne siamo cosìco sicuri? Personalme­ntete non vedo questaq differenza. Oggi i poteri del CCapo dello Stato sono i poteripote­rideldel re. CCerto, abbiamo visto presidenti­sidenti dellaRdell­aRepubblic­amarchiati politicame­nte,liticament­e, cocome Giorgio Napolitano, mentre unmonarcau­nmon si pone al di sopra delle parti comcome garante della patria. Mattarella è mmeglio, come certe sigarette, è mild, e con la sua delicatezz­a s’è fatto fedelefede interprete del ruolo

istituziis­tituzional­e».

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