Oggi

Strage di Erba bab Sparite pure le intercetta­zioni on io

ABBIAMOSCO­PERTOGRAVI IMPRECISIO­NI, CONVERSAZI­ONI SCOMPARSE, INCOERENZE E BUCHI NEGLI AUDIO DI MARIO FRIGERIO, IL SUPERTESTE CHE CON LA SUA TESTIMONIA­NZA HA INCASTRATO I DUE COLPEVOLI

- di E. Montolli

Ci sono 13 giorni di buchi nelle intercetta­zioni di Mario Frigerio, l’unico sopravviss­uto della strage di Erba, e supertesti­mone, seguito 24 ore su 24 dalle microspie in una stanza dell’ospedale Sant’Anna di Como. Buchi che riguardano persino le intercetta­zioni contestual­i all’arresto e alle confession­i degli imputati. Lo abbiamo scoperto riprendend­o in mano i faldoni dell’inchiesta e scorrendo 2 mila audio. Questi “buchi”, senza alcuna giustifica­zione, arrivano sempre in momenti decisivi per le indagini. Frigerio, dopo aver descritto il suo aggressore come un uomo olivastro più alto di lui e mai visto prima, cambia radicalmen­te l’identikit dell’assassino: il vicino di casa, bianco, più basso di lui di un centimentr­o e che conosceva benissimo. Per capire l’importanan­za di queste lacune nelle re-gistrazion­i, bisogna fare un passo indietro.

L’OSPEDALE

Frigerio disse in aula che da quando il comandante dei carabinier­i di Erba Luciano Gallorini era andato da lui il 20 dicembre 2006 a chiedergli se l’uomo olivastro potesse essere il pallido Olindo (glielo domandò ben nove volte) lui si era finalmente liberato di un peso e aveva ammesso che l’aggressore era proprio il vicino. Lo confermò il figlio Andrea, che ricordò di aver chiesto ripetutame­nte al padre, proprio dopo quel colloquio, se ne fosse sicuro. Ma nel 2010 e nel 2011 Oggi scoprì, tra le intercetta­zioni «non utili alle indagini», alcuni dettagli. Anzitutto il 22 dicembre, due giorni dopo l’incontro con Gallorini, Frigerio fa capire al suo avvocato Manuel Gabrielli di non rammentare nulla del suo aggressore. Il 24 sussurra ai figli, che gli annunciano l’arrivo dei Pm,

di nnon avere «un ca... da dire ai magistrati». Nei brogliacci e negli audio non c’è alcuna traccia delle domande su Olindo di Andrea al padre, che invece sarebbero cominciate solo dopo l’incontro con i magistrati. C’è di più: il testimone ebbe certamente un ulteriore colloquio coi Carabinier­i, a Natale, di cui tuttavia agli atti non risultava nulla. Perché? Mistero. E ancora, perché il pmMassimo Astori, il 26, dopo che Frigerio ha riconosciu­to Olindo, dice al testimone: «Noi non la spaventiam­o no come i carabinier­i chemagari si agitadipiù?». Frigerio, a rigor di logica, non avrebbe alcunmotiv­o di aver paura dell’Arma. Peraltro, poco dopo, incontrand­o il suo legale, il teste tornava a non ricordare nulla. Infine inquieta scoprire che le intercetta­zioni si interrompo­no alle 11.49 del 28 dicembre per riprendere alle 9.55 del 3 gennaio 2007, proprio quando il neurologo Claudio Cetti viene inviato dai pm per vagliare l’attendibil­ità dei ricordi di Frigerio. Il mese scorso Le Iene, ripartendo dalle nostre scoperte, hanno realizzato e mandato in onda

un’inchiesta bomba, consegnand­o poi ilmaterial­e al ministro della giustizia Alfonso Bonafede. Nel 2011 la nostra inchiesta terminò così: «Con la sentenza di Cassazione ogni sforzo di fare chiarezza sarebbe stato vanificato».

UNA MANIPOLAZI­ONE?

Ma oggi che il caso è tornato di prepotente attualità, abbiamo ripreso in mano il fascicolo. Ascoltando le ultime 2 mila intercetta­zioni, che si spingono dal 3 gennaio 2007 fino a dopo le confession­i di Olindo e Rosa del 10 gennaio: quattro DVDsu cui ci sono gli audio registrati con apparecchi­ature della Sio di Cantù, ma masterizza­ti dalla Waylog di Como. La prima anomalia si registra alle 10.22 del 3 gennaio ( l’ultima del DVD con le intercetta­zioni scomparse) quando sul brogliacci­o i carabinier­i scrivono ( gli errori sono originali, ndr): «Conversazi­one non utile ai fini delle indagini. i fini delle indagini. Il medico fornisce informazio­ni sullo stato di salute del Frigerio e sugli esami sanitari da fare». Di che medico si tratta? E di cosa informa i figli il medico? Dello stato mentale del testimone? Non lo sapremo mai, perché nell’audio non c’è un medico, maElenaFri­gerio, la figlia del superstite, che legge un cruciverba al padre. Il giorno 3 è molto importante: Elena e suo fratelloAn­drea vanno infatti in Procura per testimonia­re. Alle 13.30 Andrea cambia per sempre la sua versione dei fatti davanti ai Pm, mettendo a verbale che quando Gallorini fece il nome di Olindo al padre, questi rispose: «Può essere lui», nonostante il 21 dicembre, il giorno successivo al colloquio con il comandante dei Carabinier­i, alla Polizia di Stato dell’ospedale Andrea avesse parlato del solito uomo olivastro, senza mai citare Olindo o un vicino di casa.

Nella serata del 3 gennaio, quando sono soli, il padre gli domanda come va l’inchiesta. E Andrea risponde che la cosa va per le lunghe «anche perché loro all’inizio seguivano una pista principale» poi hanno allargatom­a «non è che possono basarsi su quello che dici tu, capisci?... devono arrivare a prove decisive più quello che dici tu». Un’ora dopo, Andrea vuole rassicurar­si perché sa bene quanto sia radicalmen­te cambiata la versione del padre: «Ti è venuto in mente subito quello che era successo? Non hai mai dimenticat­o?». Ma non è l’unico a non fidarsi del ricordo. Nel pomeriggio del 4 gennaio entra nella stanza l’avvocato Gabrielli, ormai informato del fatto che Mario Frigerio ha riconosciu­to Olindo e non più l’uomo olivastro. Gli chiede se gli è venuto in mente qualcosa di nuovo: «L’aiuto che lei ha dato è stato molto importante... ma loro devono ottenere altre prove, perché la sua testimo- nianza è sì importante, ma non può bastare».

LE PROVE

Certo, nessuno lì dentro può immaginare che la sera del 26 dicembre è stata repertata una macchia di Dna che nessuno ha mai visto sull’auto di Olindo. Tantomeno qualcuno può immaginare le confession­i. Per questo le intercetta­zioni di Frigerio, per saggiare la bontà del ricordo, sono fondamenta­li. Ma anche stavolta ecco un blackout: sui brogliacci sono segnate 821 conversazi­oni, ma mancano gli audio dall’801 del 5 gennaio all’821, ovvero dalle 9.25 alle 11.01. Ma sono proprio quelle vicine agli arresti dell’8 gennaio e alle confession­i del 10 gennaio: le più importanti. Come ha reagito il testimone? Anche perché Gabrielli, il 9 gennaio 2007 dirà all’Ansa: «È rimasto invece sinceramen­te stupito del fermo della signora Bazzi, perché lui ha riferito di avere visto una persona sola, anche se non ha escluso che ce ne potessero essere di più». E allora, cos’è accaduto nella sua stanza dal giorno 8 al giorno 10, quando i coniugi hanno confessato? Le intercetta­zioni sono contenute nel quarto Dvd, contrasseg­nate come Volume 9. Ma ecco l’incredibil­e, ultima, scioccante sorpresa: le intercetta­zioni spariscono, audio e brogliacci, a partire dalle 15.24 del 6 gennaio. E riprendono, a brogliacci­o, con una sola intercetta­zione del 12 gennaio 2007. Quest’ultima è frutto certamente di un errore: del resto il brigadiere Filippo Bisignani, nel verbale di fine ascolto, attesta infatti che le intercetta­zioni sono terminate l’11 gennaio 2007 alle 18. E allora ci si domanda: l’audio e i brogliacci del testimone sono stati manipolati?

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 ??  ?? CONDANNATI Rosa Bazzi, 55, e alle sue spalle il marito Olindo Romano, 56, durante il processo di Appello. Scontano una pena definitiva all’ergastolo. A destra, i brogliacci esaminati da Oggi.
CONDANNATI Rosa Bazzi, 55, e alle sue spalle il marito Olindo Romano, 56, durante il processo di Appello. Scontano una pena definitiva all’ergastolo. A destra, i brogliacci esaminati da Oggi.
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L’AVVOCATO Nel tondo, Manuel Gabrielli, l’avvocato di Mario Frigerio.
 ??  ?? QUANDO DEPOSE IN TRIBUNALE Il supertesti­mone Mario Frigerio, morto nel 2014, insieme al figlio Andrea.
QUANDO DEPOSE IN TRIBUNALE Il supertesti­mone Mario Frigerio, morto nel 2014, insieme al figlio Andrea.
 ??  ?? LEPRIMEPAR­OLE INOSPEDALE Mario Frigerio risponde con fatica alle prime domande mentre è ricoverato nell’ospedale Sant’Anna di Como.
LEPRIMEPAR­OLE INOSPEDALE Mario Frigerio risponde con fatica alle prime domande mentre è ricoverato nell’ospedale Sant’Anna di Como.

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